![]() Jacques-Alain Miller Conferenza tenuta il 18 ottobre 1981 a San Paolo Non vedo modo migliore di iniziare questo incontro se non evocando il secondo caso che volevo presentarvi. È un caso di cui ho sentito parlare di recente in Argentina. Vi chiedo di prestare attenzione alla presentazione perché qui, a differenza del primo caso la cui diagnosi era chiaramente di psicosi, si pone una questione diagnostica. Si tratta del caso di una giovane di nome Virginia. L’analista che l'ha avuta in cura ne presenta la storia partendo dalla genealogia. Il nonno materno era bigamo, e aveva avuto una figlia non con la moglie legittima ma con un'altra donna. Questa figlia è la madre di Virginia. Il padre di Virginia era stato a sua volta accusato di aver violentato una ragazzina, un'amica di famiglia. La coppia si separò presto e Virginia fu cresciuta da una zia.
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![]() Jean-Pierre Deffieux Conferenza tenuta a Milano il 17 febbraio 2023 nell'ambito del ciclo: I venerdì milanesi di psicoanalisi e politica Il senso che l'uomo dà al mondo è stato guidato fino a decenni recenti dalle leggi universali dell’Edipo. Ci accostavamo al mondo con gli occhiali della struttura edipica, la struttura ordinata del linguaggio e delle sue leggi. L’uomo filtrava il proprio rapporto con il mondo alienandosi nel linguaggio, governato dalla metafora paterna. Una piccola parte dell'umanità rifiutava questa alienazione, si trovava di fronte alla scelta forzata di non inscrivervisi, di precludervisi. Questa scelta forzata di rifiutare l'alienazione nel complesso di Edipo e nel Nome del Padre aveva un nome, ha un nome, quello di psicosi, una via di libertà singolare. La spaccatura radicale tra questi due modi di approccio al mondo nelle nostre società è diventata ormai molto più sfumata. Edipo detta legge molto meno di un tempo, per il fatto che la funzione paterna non ha più lo stesso posto nei nostri percorsi di vita. Possiamo affidarci molto meno all'Altro o guidarci con esso per realizzare i nostri desideri e le nostre scelte. L'Altro paterno ci ha aiutato a interpretare il nostro mondo sulla base di criteri prestabiliti inscritti nella tradizione. Ci ha però al tempo stesso rinchiuso lì dentro. Senza un Altro stabilito il soggetto è perduto, resta solo a inventare, creare, trovare un’interpretazione da dare alla propria vita. Questo provoca la fioritura dei sintomi del nostro secolo: la depressione in primo luogo, l’assenza di desiderio per la vita che paralizza le nuove generazioni, e poi un secondo grande fenomeno, non senza legame con il precedente, quello della dipendenza. La maggior parte di questi giovani soggetti si difende dalla posizione depressiva attraverso comportamenti di dipendenza. Il soggetto dipendente, rinchiuso nella propria solitudine, senza legame con la vita, senza progetto, senza appoggio sul discorso dell'Altro, trova un oggetto di godimento che lo soddisfa, in modo ripetitivo e senza limiti. ![]() Marco Focchi Si parla molto oggi di psicologia dell’anziano e della depressione che può colpire chi lascia la propria attività lavorativa trovandosi di fronte a un orizzonte vuoto. Possiamo domandarci: è favorevole per l’anziano continuare la propria attività lavorativa? Per rispondere bisogna prima di tutto valutare la diversità dei tipi di lavoro: ci sono lavori di carattere creativo, che evidentemente stimolano la persona dal punto di vista intellettuale e la sollecitano a proseguire anche nell’età avanzata, e ci sono invece lavori logoranti, o di carattere ripetitivo che hanno certamente la stessa dignità, ma che possono portare a un progressivo distacco per caduta d’interesse o per il venir meno delle forze fisiche. ![]() Nicola Davis Secondo alcune recenti ricerche sentirsi infelici, depressi o soli potrebbe accelerare il processo di invecchiamento più del fumo o persino di alcune malattie. L'età è calcolata in genere in base alla data di nascita, ovvero “l’età cronologica”, ma esiste anche quella nota come "età biologica", basata sull'invecchiamento delle funzioni del corpo e influenzata dalla genetica, dallo stile di vita e da altri fattori. In precedenza alcuni studi avevano suggerito che quanto maggiore è l'età biologica, tanto maggiori sono il rischio di contrarre malattie e il rischio di morte. ![]() Melissa Davey Gli psichiatri e i pediatri sostengono che è necessario e urgente indagare sul numero crescente di bambini e adolescenti che si formulano autodiagnosi su alcune condizioni neurologiche, malattie mentali e disturbi della personalità. Affermano infatti che si tratta di una tendenza indotta dai social media e dalla difficoltà di accesso all'assistenza sanitaria. È uscito il mio studio psicologico su Cranach nella serie: Tra genio e follia. I grandi della pittura, con il titolo: La risalita dall'angoscia primordiale.
Di Cranach, fino all’età di trent’anni, non si sa praticamente nulla. Poi, pittore maturo, arriva a Vienna e da lì si muove verso Wittenberg, alla corte di Federico III il Saggio. Qui inizia la sua straordinaria carriera come pittore di corte e, dopo aver fatto la conoscenza di Lutero, come illustratore ufficiale della Riforma. La personalità di Cranach, la cui vita è un’apparente scalata lineare verso le vette del successo, nasconde tuttavia complessità psicologiche e inquietudini di fondo che ho cercato di esplorare nel mio studio. L’angoscia di divorazione, lo studio del mondo femminile, ricca di sfumature, di erotismo e di “pennellate interiori”, la disinvoltura nel rapporto con il potere e con le ideologie in cui si rappresenta, fanno parte di un uomo che ha saputo convogliare i propri temi interiori rendendoli universali, specchio in cui i contemporanei si sono facilmente riconosciuti. C’è una chiave da cogliere, per risalire a questo retroscena straordinario, ed è quella che ho trovato nel tema della “risalita dal baratro delle angosce primordiali”. La follia dell’uomo normale è per l’appunto quella che gli permette di muoversi ai bordi della voragine senza mai cadervi. ![]() Nella lezione del corso che ha aperto la Sezione Clinica di Bruxelles per il 2022-2023, Alexandre Stevens ha presentato una bussola per chiarire la clinica lacaniana delle psicosi. Ecco alcuni estratti della lezione scelti da Sophie Boucquey, partecipante alla Sezione Clinica di Bruxelles. Alexander Stevens La tesi di Lacan sul caso Aimée si basa essenzialmente sull’idea di una cattura immaginaria. Dopo questo primo momento il tema delle psicosi è sviluppato nel Seminario III e ne La questione preliminare. La successiva grande articolazione di Lacan sulle psicosi verte poi intorno a Joyce, nel Seminario XXIII Le sinthome. Muoverci alternando tra questi diversi momenti ci permetterà di misurare la tensione presente sulla clinica delle psicosi tra la posizione del Lacan classico e quella del Lacan nell’ultima fase del suo insegnamento. Il fatto che Lacan presenti diverse tesi sulle psicosi non invalida le tesi precedenti con le successive, ma permette di avere diverse a prospettive di lettura. Questo rende meno rigida e più aggiornata la lettura delle psicosi. La tesi di Lacan nel Seminario Le sinthome ha successivamente permesso a Jacques-Alain Miller di sviluppare la nozione di psicosi ordinaria, che sarebbe stato difficile formulare con il Seminario III. ![]() Jacques-Alain Miller Conferenza tenuta a San Paolo, il 18 ottobre 1981 Non si può dire che il desiderio dello psicotico sia semplice, grezzo. Come qualcuno ha detto questa mattina, questo desiderio lo si riconoscerebbe proprio dove, in un primo tempo, potrebbe venir separato dal desiderio grezzo. Leggendo Schreber, non possiamo assolutamente pensare a un desiderio grezzo. Semmai a un desiderio altamente sofisticato. Schreber è particolarmente legato all'immagine di se stesso come donna: è un assemblaggio che non dà l’idea di essere grezzo anzi, piuttosto complesso. Sto provando, con un lavoro piuttosto difficile, che faccio forse per me stesso, a rompere un po’ alla volta il sintagma cristallizzato dell'insegnamento di Lacan. Siccome questo insegnamento, nella sua articolazione, è difficile da comprendere, evidenziamo una sorta di presa d'insieme: la metafora paterna, il fallo come significante del desiderio, il godimento dell’Altro. Questi termini arrivano in blocco, e sono come segni di riconoscimento. Credo che sia necessario spezzare questi sintagmi, queste formule, e riscoprire la logica che li anima e che a volte dà origine a contraddizioni. ![]() Conferenza tenuta a San Paolo il 17 ottobre 1981 Jacques-Alain Miller Ieri sera abbiamo interrotto la conversazione perché avevamo bisogno di andare a mangiare e dormire. Ma la questione è: abbiamo davvero bisogno di mangiare e di dormire? In psicoanalisi nulla di quel che sappiamo si basa sul bisogno. Consideriamo che l’essere parlante sia fatto di desiderio. Per me è chiaro che non sono andato a cena per bisogno, ma per il desiderio di entrare in contatto con il Brasile. Quanto al sonno, è certo che si dorme per sognare. Ieri avremmo potuto continuare a parlare, ma altri desideri hanno interrotto i nostri discorsi. ![]() Gustavo Dessal Nel 1956, i sociologi americani Leon Festinger, Henry W. Riecken e Stanley Schachter hanno pubblicato un studio appassionante con il titolo When profecy fails, dedicato all'osservazione diretta di uno straordinario fenomeno di credenza collettiva. Correva l'anno 1943 quando la signora Marian Keech, residente a Lake City, provò strane sensazioni al braccio e iniziò a scrivere automaticamente l’annuncio, proveniente da esseri extraterrestri, che la Terra sarebbe stata distrutta. Da quel momento è nato un movimento con un gran numero di proseliti che non solo hanno creduto alle affermazioni della signora Keech, ma che non si sono arresi quando la data della profezia è giunta senza che nulla fosse accaduto. Il fatto che la profezia non si fosse avverata, invece di far perdere la fede a quei credenti, paradossalmente ha contribuito a rafforzarla. |
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Gennaio 2023
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