Conferenza tenuta a San Paolo il 16 ottobre 1981
Jacques-Alain Miller Riflettendo oggettivamente sul breve periodo che mi è possibile passare con voi – un fine settimana di stretta misura – mi sono convinto a desistere dal tenere le conferenze programmate, preferendo proporvi conversazioni più lunghe, più articolate e, allo stesso tempo, informali. Basta la scelta del termine “conversazione" per immaginare il tono e lo stile del nostro incontro. Questa è la mia prima visita in Brasile, paese di cui non conosco la lingua, così come ignoro la letteratura in lingua portoghese. Sono qui perché ho risposto a un invito del tutto speciale di Jorge Forbes. San Paolo Ritrovandomi in Brasile per la prima volta, mi è parso molto piacevole il fatto di iniziare dalla città di San Paolo, della quale conservo un ricordo davvero speciale, e dato che stiamo conversando non posso rinunciare a raccontare quel che il nome della città evoca in me. Sono rimasto con Lacan fino alla fine della sua vita. Mi sono tuttavia allontanato per tre anni dopo gli eventi del maggio ’68. In un seminario a cui non ero presente come ascoltatore Lacan, senza nominarmi, disse qualcosa che mi riguardava con particolari però sufficienti perché mi fosse riferita. Mi paragonò a San Paolo, dicendo che sarei caduto da cavallo a causa di una rivelazione politica. Una simile osservazione trasformò il corso della mia esistenza. Risalii, come San Paolo, sul cavallo lacaniano questa volta, spingendomi ancora più in là dell’apostolo. Come San Paolo mi presi l’incarico di organizzare e diffondere una verità. Nella storia del cristianesimo San Paolo è stato il portatore, l’organizzatore e il divulgatore della verità di Cristo. In questo viaggio in Argentina, e ora in Brasile, potrei anche immaginare di essere lui. Se lo dico è però per proteggermi da questa idea, e per evitare di far confusione. La verità della psicoanalisi non ha niente a che fare con la verità del Vangelo, e forse proprio per questo non è piacevole e non promette salvezza. La sala in cui ci troviamo, qui nella clinica di Jorge Forbes, è accogliente, favorisce la vicinanza e offre anche la parvenza di una certa intimità. Questo è molto utile per accorciare le distanze che ci separano, di cui non abbiamo mai avuto possibilità di parlare. Devo dire che non conosco la pratica brasiliana della psicoanalisi, mi mancano i riferimenti, e per stabilirli dovrei ascoltarvi a lungo, così da farmi un'idea coerente del vostro pensiero, e invece tocca a me parlare. Mi piacerebbe conoscere quel che vi inquieta della psicoanalisi. In cambio, parlerò di qualcosa che mi prende molto in questo momento, e che porta per me il segno della recente morte del dottor Lacan.
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