Conferenza tenuta a Milano il 1 dicembre 2024 presso l'Istituto freudiano Clotilde Leguil Perché mi sono interessata al termine “tossico”, che si è diffuso nei nostri discorsi oltre i confini linguistici? Cosa mi ha spinto a innalzare questo termine a nuova metafora, a fenomeno discorsivo da interpretare? La mia ipotesi era che la parola “tossico” permettesse di cogliere i termini attraverso i quali si formula il disagio della civiltà del nostro tempo. Per questo ho scelto come sottotitolo “Saggio sul nuovo disagio della civiltà”. Per cominciare, vorrei dire che mi sono interessata al termine "tossico" sulla scia del mio saggio sul consenso, “Céder n'est pas consentir” (PUF, 2021). Attraverso questo significante del nostro tempo, ho visto la formulazione di una nuova forma di esperienza, quella della cosiddetta esperienza “tossica”. Questa esperienza soggettiva, esistenziale, psichica, mi sembrava rimandare a una nuova dimensione del soggetto, nella misura in cui il soggetto contemporaneo si formula a partire dall'esperienza del corpo, dal rapporto con il vivente, dal rapporto con le pulsioni. Ho anche interpretato il termine “tossico” come una nuova modalità di angoscia del XXI secolo. In sostanza, ho preso sul serio l'invito rivolto da Lacan all’analista nel 1953, alla fine di Funzione e il campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi, a “inserire nel suo orizzonte la soggettività del suo tempo (1)”. L'analista è invitato a conoscere “le volute in cui la sua epoca lo trascina in un continuo lavoro di Babele (2)” e a conoscere "la sua funzione di interprete nella discordia dei linguaggi (3)”.
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In questa intervista ELP TV (Escuela Lacaniana de Psicoanálisis) pone tre domande a Marco Focchi: Qual è la situazione attuale della “questione trans” in Italia? Sono previste modifiche alla normativa vigente?
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Agosto 2024
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