Jacques-Alain Miller In nessuna parte del mondo vi è un diploma di psicoanalista. E non per caso, né per sbadataggine, ma per motivi legati all’essenza della psicoanalisi. Non si vede quale potrebbe essere la prova di capacità in grado di decidere chi è analista, e l'esercizio della psicoanalisi è di natura privata, riservato a quel che il paziente confida all'analista della sua più intima cogitazione. Poniamo che l’analista risponda con un intervento, l'interpretazione, che verte su quel che chiamiamo inconscio. Potrebbe essere questo l’oggetto di una prova? – tanto più che l'interpretazione non è prerogativa della psicoanalisi, e qualsiasi critico di testi, di documenti, d’inscrizioni, la utilizza altrettanto bene. Ma l'inconscio freudiano si costituisce solo nella relazione di parola che ho detto, non può essere omologato al di fuori di essa, e l'interpretazione psicoanalitica non è probante di per sé, ma per gli effetti imprevedibili che suscita in chi la riceve, e nel quadro di quella relazione stessa. Non se ne esce.
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Agosto 2024
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