Seminario tenuto il 13 maggio 2024 presso la sede milanese dell'Istituto freudiano Cinzia Crosali Da molto tempo mi interesso alla depressione, la mia pratica clinica mi ci ha condotto e questo interesse si è sviluppato su due versanti: il primo è quello del malessere del soggetto, nella sua manifestazione singolare, quella della sofferenza particolare, presa caso per caso; il secondo è quello della depressione in quanto malessere sociale, in quanto effetto endemico della nostra epoca, iscritto nel discorso, vale a dire nel legame sociale, secondo la formalizzazione che Lacan fa del discorso. La parola “depressione” è talmente utilizzata nel discorso comune che ha perso consistenza, è diventata una parola valigia, un contenitore, nel quale le espressioni come malessere esistenziale, tristezza, disperazione, melanconia, blues, sono mescolate nel disordine più totale.
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Circa un anno fa, nel luglio 2023, di fronte al ministro Pichetto Fratin, una ragazza siciliana, con visibili segni di turbamento, ha espresso la sua preoccupazione per il proprio futuro, dato che la sua terra – diceva – sta bruciando, e definendo “ecoansia” la sua particolare forma di apprensione. Il termine è entrato nel lessico psicologico qualche anno fa per definire lo smarrimento e il profondo senso di insicurezza generato dal progressivo degrado ambientale. Il termine è anche stato accolto nel lessico dell’American Psychological Association, e subito sono state validate le scale per misurare il fenomeno e sono stati scritti libri per illustrare i sintomi che l’accompagnano, sintomi evidentemente non diversi da qualsiasi forma di ansia o di apprensione, cioè espressioni di emotività che sarebbe difficile definire sintomi al di fuori dell’esplosione classificatoria del DSM.
Riflessioni a partire dalla serie TV Baby reindeer Marco Focchi Nell’uso che ne facciamo oggi, glamour è una parola decisamente laica. Indica il particolare stile, o fascino, che una persona emana e che la distingue da tutti gli altri. Glamour è tuttavia un’antica parola scozzese appartenente al lessico della magia. Indicava un’incantesimo attraverso il quale una persona riesce ad apparire più bella, più alta, più forte. Luoghi, dimore, persone, grazie alla potenza dell’incantesimo, potevano presentarsi nella versione magnifica, splendida, di se stessi. È un fenomeno che conosciamo nella psicoanalisi, anche se non nella sua forma magica. Freud per descrivere l’innamoramento parlava di un meccanismo di sopravvalutazione che fa apparire nell’altro doti abitualmente invisibili, che solo l’innamorato riesce a scorgere. L’amore imprigiona in un incantesimo segreto, e lo vediamo in alcuni degli esempi più alti della letteratura. Per esempio, ne La certosa di Parma, Fabrizio del Dongo attraversa la vita in una fuga vertiginosa di battaglie e di incontri con donne che mai riescono a fermarlo accanto a sé. Solo quando viene imprigionato nella Torre Farnese, insieme alla meraviglioso spettacolo della Alpi fino al Monviso che può ammirare da lì, scorge, in una stanza, la bellissima Clelia Conti, che accende in lui, questa volta, un amore vero. Solo quando è incarcerato Fabrizio può amare, non è più in fuga. |
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Agosto 2024
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