Conferenza tenuta il 28 luglio 1987 a Curitiba Jacques-Alain Miller Domande e risposte Grazie per la vostra presenza questa mattina nonostante l'ora e la stanchezza, perché se non foste qui, non ci sarei nemmeno io, né riuscirei a riposare. Ma è la presenza dell'Altro che fa parlare, e per questo la posizione di chi insegna è paragonabile non a quella dell’analista, ma a quella dell'analizzante,. Possiamo anche cancellare quest'ultima parola e pensare alla prossima, come diceva Godino. Vedrò alcuni di quelli che sono qui a Buenos Aires l'anno prossimo in un seminario, che chiameremo brasiliano, in preparazione al tema Etica della psicoanalisi e sue incidenze cliniche. Ricordo di aver scritto qualcosa sull'argomento, anche se non ci avevo pensato prima. Lo rileggerò per ricordare quello che ho detto, perché ora non ce l'ho in mente. Ho potuto comunicare, fino a questo punto, solo una parte di ciò che volevo dire, solo una parte del percorso. Riassumerò alcuni punti, anche a rischio di renderli più difficili. Prima di tutto, voglio rispondere ad alcune domande postemi ieri, pubblicamente o privatamente. Qualcuno di Bahia, qui presente, mi ha chiesto quale sia il principio di metodo per leggere Lacan. Credo di poter ripetere quel che ho cercato di rispondere: per leggere o interpretare Lacan, per elaborare qualcosa, si deve prendere come principio il fatto che una citazione, di per sé, non dice molto. Mi sembra ridicolo quel che spesso succede a Parigi, le lotte di citazioni: "Lacan ha detto ….", "Lacan ha affermato…”. Si può lottare solo per le definizioni. In tal senso mi sembra che, come principio di metodo nella lettura di Lacan, la domanda da porsi sia: cosa intende dire Lacan in quel momento? Perché Lacan, come tutti, non può dire quello che vuole, con la differenza che lui lo sa. Occorre allora interpretare e collocare le citazioni nel contesto, non in funzione di uno studio storico-cronologico dell’opera di Lacan, ma per individuare e tentare di spiegare, o addirittura di costruire quel che vuol dire il testo. Il secondo principio del metodo, dal mio punto di vista, sarebbe quello di non pensare che esista una sola lettura di un tale passaggio o di una tale frase di Lacan, ma che essi possono assumere nuovi significati con il passare del tempo. Lacan dice esplicitamente che i suoi matemi permettono mille e più letture diverse. Questo vale anche per le frasi inserite in un linguaggio più o meno comune.
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Conferenza tenuta a Curitiba il 27 luglio 1987 Jacques-Alain Miller A Curitiba c'è un luogo da non perdere. Credo che gli abitanti di Curitiba la conoscano già, ma per me scoprirlo è stata una sorpresa. Per chi non lo ha visto e vorrebbe conoscerlo, questo luogo è la Boca Maldita, una piccola piattaforma in mezzo a una strada pedonale, con una pietra al centro. Chiunque può andarci a protestare e a dire tutto ciò che vuole, senza essere represso. Istituita nel 1956, sembra dimostrare l'innegabile vocazione della città alla psicoanalisi. È, infatti, un luogo peculiare per la città, che permette un altro uso della parola, e invita chiunque a dire la propria verità. Mi piacerebbe davvero che questi seminari fossero come la Boca Maldita, dove ciascuno può dire la verità! Questo luogo è stato creato da un sindaco, evidentemente una persona intelligente, che ha permesso a chiunque di dire la verità, come un giullare, come un buffone. Forse il luogo in sé non è così importante, è una specie di Hyde Park a Curitiba, come quello di Londra. Godino mi dice che non è proprio lo stesso, che non è per l'uso individuale della parola ma per quello collettivo. Sarebbe meglio che Godino dicesse esattamente cos'è Boca Maldita, al di là delle mie fantasie sul luogo. Antonio Godino Cabas: È impossibile dire esattamente cosa sia la Boca Maldita. È solo un luogo in cui chiunque può dire ciò che crede di dover dire. Si parla di politica, di donne, di affari, si formano crocchi di persone. Non c’è qualcuno, con il dito alzato ad annunciare la verità per tutti, ma tutti si incontrano e la parola e i segreti circolano. Conferenza tenuta a Curitiba il 27 luglio 1987 Jacques-Alain Miller Continueremo a parlare oggi di quel che abbiamo iniziato a dire nella prima conferenza a proposito della struttura dei colloqui preliminari. Domande, osservazioni, note e contributi saranno ben accetti, prendiamoci tempo per per dialogare con la massima libertà. L'argomento riguarda quel che succede sulla soglia dell'analisi, sul limite, sul confine a partire dal quale siamo nel discorso analitico. Da tempo sto riflettendo sulla questione dell’entrata in analisi dal punto di vista dell'analista, e la riprendo ora per rispondere all'interesse manifestatosi in diversi lavori brasiliani sulla rettifica soggettiva, termine usato da Lacan nel suo articolo La direzione della cura. Mi serve anche per cominciare a sviluppare le linee di un trattato sul metodo analitico. Possiamo dire che l'analisi non è solo un metodo. Considerando però l’esperienza psicoanalitica dal punto di vista del supervisore, sicuramente c'è in gioco un aspetto che riguarda il metodo. Vorrei tentare di verificare quel che è la pratica comune in Francia e cominciare un po’ a formalizzarla con elementi che sono famigliari, ma presi in un altro modo. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Novembre 2024
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