di Marco Focchi Marisa Fiumanò Masochismi ordinari Mimesis, Milano 2016 Alla fine degli anni Settanta Christopher Lasch, con il suo fortunato libro “La cultura del narcisismo”, fu l’antesignano dei temi che descrivono la società moderna come fatta di legami deboli, senza impegno, non durevoli, che adora sfrenatamente le star del cinema e le celebrità in genere, e che perdendo presa sull’iniziativa individuale, scivola progressivamente verso molteplici forme di dipendenza. Negli anni Ottanta vennero poi le analisi sull’individualismo contemporaneo di Lipovetsky, e nel Duemila si precisò il quadro della modernità liquida presentato da Bauman. Queste analisi sociologiche successive esplorano e ampliano i temi proposti da “La cultura del narcisismo”, ma Lasch resta senz’altro il primo critico che sia dato il compito di analizzare una configurazione sociale attraverso la lente di un concetto clinico come quello di “narcisismo patologico”. L’ultimo libro di Marisa Fiumanò sposta l’angolo di lettura della problematiche clinico-sociali mettendo l’accento sul masochismo. L’autrice tiene a ben distinguere il masochismo perverso, cioè la forma clinica del masochismo, da quello che chiama masochismo ordinario. Quest’ultimo consiste in in una subordinazione del soggetto alla pulsione che lo travolge in modo incontrollabile, come una valanga che lo trascina al di là del principio di piacere. Intravediamo già così l’articolazione del masochismo con la pulsione di morte, che guida l’autrice nella meticolosa lettura che fa dei testi di Freud e di Lacan per trarne le linee fondamentali a sostegno del suo punto di vista.
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Pubblichhiamo questa intervista a Oliver James, autore interessante per la sua ricerca di una logica delle problematiche mentali che vada al di là del riduzionismo genetico, anche se ancorato a una posizione, che nella psicoanaisi è ampiamente superata, di colpevolizzazione dei genitori e della famiglia. di Peter Stanford Ti si potrebbe capire se pensassi che Oliver James ce l'ha con i suoi genitori, anche se è genitore a sua volta. L’eminente psicologo clinico, per molti anni volto familiare della TV, ha in passato reso pubbliche le carenze di sua madre e di suo padre, entrambi psicoanalisti, nel suo libro di successo: They F*** You Up. E ha esteso quel riferimento alla poesia pessimistica di Philip Larkin in un follow-up sulla cura dei bambini, How Not to F*** Them Up. Ora arriva l’ultimo volume del sessantatreenne autore: Not In Your Genes. La sua conclusione forte è che, qualunque problema mentale possano avere i giovani, è per lo più dovuto ai maltrattamenti dei genitori piuttosto che a qualsivoglia eredità genetica. E questo, dice, può essere inconscio. Come genitore, è uno dei libri più raggelanti che io abbia mai letto. James sembra scioccato quando glielo dico. "Questa è l'ultima cosa al mondo che avessi in mente", risponde. Ma c'è una ulteriore punta velenosa nella coda di Not In Your Genes. Il periodo cruciale per danneggiare i figli, suggerisce, va fino ai tre anni di età. Il danno è fatto allora, per quanto riguarda i miei ragazzi adolescenti? "Più o meno," risponde. E anche per il suo? James ha una figlia e un figlio, Olive eLouis, rispettivamente di quattordici e di undici anni, e la moglie è la giornalista Clare Garner. "Sì, più o meno.'' |
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Agosto 2024
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