![]() di Carole Dewambrechies Lacan, nel Seminario “L’identificazione", valorizza le "Cronache marziane” di Ray Bradbury, libro pubblicato nel 1950 presso l’editore Doubleday, insieme a “I fondamenti dell’aritmetica” di Gottlob Frege. Ho scelto un altro autore di fantascienza, pubblicato anch’egli da Doubleday nel 1977, per introdurre la questione del reale del sintomo nel XXI secolo. L’autore è Philip. K. Dick, e il libro è “Un oscuro scrutare”, pubblicato in italiano da Fanucci. Dick inizia a scrivere il libro nel 1973, e gli ci vorranno quattro anni per concluderlo. Confessa che è stato il primo lavoro la cui stesura è avvenuta without speed, cioè senza l’aiuto delle anfetamine. Aveva appena terminato una cura disintossicante.
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![]() di Pierre Naveau Alle pagine 334-336 del Seminario VIII Lacan parla, alla lettera, del padre di Amleto come di un padre "tossico". Nell’atto I della Scena V infatti, con parole sorprendenti e spaventose, il padre rivela ad Amleto che che a ucciderlo, mentre dormiva nel suo "orto" (Lacan s’interroga su questo termine “orchard”) è stato lo zio Claudio, versandogli veleno in un orecchio. Ma il padre di Amleto, con quelle parole, non sta forse versando nelle orecchie del figlio, proprio il veleno di un: ”Vendicami, se sei mio figlio!”, frase che gli avvelenerà la vita e lo allontanerà dal suo amore per Ofelia? Amleto, d’altra parte, morirà avvelenato nel momento in cui sarà stato toccato dalla lama – intinta in un veleno letale – della spada di Laerte, che a sua volta vuol vendicare la morte del padre e della sorella. Un altro padre "tossico" di cui Lacan ha parlato è certamente Toussaint Turelure. ![]() Intervento alla tavola rotonda che avuto luogo il 14 marzo 2014 a Milano presso la Società Umanitaria in occasione della presentazione del libro di Marco Focchi: “Sintomi senza inconscio di un’epoca senza desiderio” di Marisa Fiumanò Nel libro di Marco Focchi clinica e teoria si dispongono su una stessa faccia. Un po’ come su una striscia di Moebius, che cambia continuamente il suo verso, pur restando continua. Che cosa fa scivolare Focchi su questa striscia ? E quando ne produce la torsione ? A me piace leggere un libro tutto d’un fiato, quando si tratta di qualcosa che mi appassiona, tanto un saggio quanto un romanzo. Così in questo caso. Perciò, a «lettura fresca» mi sembra che la torsione, il cambio di «verso» avvenga quando la teoria, trova il suo sbocco – e direi il suo sollievo – nella clinica, nella citazione dell’esperienza o nell’esemplificazione del caso. ![]() di Deborah Gutermann-Jacquet Freud pubblica il suo articolo "Dostoevskij e il parricidio" per la prima volta nel 1928. Distingue nell’autore russo “lo scrittore, il nevrotico (e) il moralista." Queste sono infatti le tre dimensioni chiamate in causa quando, in Dostoevskij, si tratta del "padre tossico". Dostoevskij "nevrotizzato" dal padre è il primo aspetto che emerge nella sua biografia: un padre segnato dall’indegnità e devastato dalle proprie tare. È un bevitore, è violento e indifferente alla prole. Nel suo scritto Freud ha articolato il legame tra il desiderio di morte che Dostoevskij aveva per il padre, e le manifestazioni di epilessia da cui era assalito. Queste sono il contrassegno dell’autopunizione che s’infligge chi è colpevole di simili pensieri criminali. Ne riconosciamo il marchio nei Fratelli Karamazov, dove il personaggio del padre ha lo stesso nome di Dostoevskij, Fëdor. La sua morte è semplicemente quella del nevrotico che si nasconde nello scrittore. È quella del Fëdor che sta dentro Dostoevskij. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Ottobre 2024
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