Omaggio a Jean Oury. Emozione e tristezza per la morte di Jean Oury, 15 Maggio 2014. di Annie Staricky, psicoanalista, membro della Scuola di psicoanalisi Sigmund Freud, docente presso il Collège clinique di Parigi Fondatore della clinica La Borde nel 1953, è stato uno degli inventori della psicoterapia istituzionale, che hanno segnato la rottura con la psichiatria manicomiale, dove il paziente è ridotto solo ai suoi sintomi. Negli anni del dopoguerra, nella regione del Loiret-Cher, furono fondate altre due cliniche di psicoterapia istituzionale: La Chesnaie, di Claude Jeangirard nel 1955, e la clinica Freschines, su iniziativa di René Bidaut.
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Presentazione della tavola rotonda che ha avuto luogo il 14 marzo 2014 in occasione della presentazione del libro di Marco Focchi: “Sintomi senza inconscio di un’epoca senza desiderio” di Isabella Ramaioli L’occasione di questa serata, ci è data dalla pubblicazione del libro di Marco Focchi, un testo questo di sicuro interesse e di sicura attualità. Il titolo/tema di questo lavoro: “ Sintomi senza inconscio in un’epoca senza desiderio” enuncia la complessità dell’epoca e insieme i tratti specifici del disagio della civiltà di questo nostro XXI secolo: senza inconscio senza desiderio. La trattazione del tema prende il via dalla clinica: sintomi senza inconscio, per approdare, come nella migliore tradizione della psicoanalisi lacaniana, ad una lettura, ad una tesi, ad una diagnosi dell’epoca contemporanea. di Elisabeth Roudinesco Nata il 26 novembre 1940, Sibylle Lacan, seconda figlia dal primo matrimonio di Jacques Lacan con Marie Louise Blondin (1906-1983), è morta nella sua casa di Parigi la notte tra il 7 e l’8 novembre 2013. Traduttrice dallo spagnolo, l’inglese e il russo, aveva pubblicato nel 1994 Un padre (Gallimard), libro tradotto in quindici lingue, dove ha raccontato con emozione, con talento e con tenerezza, il complesso rapporto che la legava a suo padre: "Quando sono nata, mio padre non c'era già più. Potrei anche dire che, quando sono stata concepita, mio padre non viveva già più con mia madre. All'origine della mia nascita c’è un incontro tra marito e moglie in campagna, quando tutto era già finito. Sono il frutto della disperazione. Alcuni potrebbero dire del desiderio, ma io non penso sia così." Essere la figlia della disperazione non ha impedito a Sibylle di amare appassionatamente per tutta la vita. Tutti coloro che l’hanno conosciuta, nel quartiere di Montparnasse che tanto amava – tra il Select, per il tè, e la Closerie des Lilas per le serate – ricorderà a lungo la generosa intransigenza che ha condiviso con quello che è sempre stato il suo compagno: Christian Valas. A lui ha consegnato questa lettera datata 7 gennaio 2013: "Se mi uccido, voglio che le circostanze della mia morte non siano in nessun modo nascoste (stampa, amici, ecc.) Questa richiesta deve essere considerata parte delle mie ultime volontà". Il suo modo di parlare lento – con la voce di suo padre e l’atteggiamento del volto che evocava sua madre – mostrava come ogni parola assumesse per lei il significato di un imperativo categorico. Sibylle Lacan voleva sempre sapere tutto, capire tutto, spiegare tutto e per lei, la lingua, il linguaggio e la parola prevalevano su ogni altra forma di espressione. Conosceva perfettamente la comunità psicoanalitica. Per due volte ha fatto un’esperienza d’analisi sul divano di due allievi di suo padre, ed era abitata da un lavoro della memoria che non tollerava nessun compromesso. Per lei e con lei, dire il vero, riesumare la verità era un obbligo quasi ontologico. Di se stessa le piaceva solo una fotografia della sua infanzia, quella che ha sempre scelto e che le ricordava come fosse la figlia di suo padre, e anche di sua madre, e che avrebbe voluto tenerli uniti per l'eternità. Per questo, nel suo secondo libro, Points de suspension (Gallimard, 2000), dedicato a sua madre e composto come un puzzle, ha parlato solo della sua infanzia, delle persone che amava, dei luoghi, degli oggetti. In breve, dei frammenti di una vita ricostruita con felicità. Come ha sottolineato Jean Ristat, questo libro mostra una scrittura divenuta uno strumento contro una morte vendicativa. Dopo aver riconquistato se stessa, Sibylle guardava il mondo con amore: "Sono cresciuta all'ombra dei gladioli" diceva, e s’impregnava del tempo ritrovato, al di là di una vita spezzata. Fonte: Le monde 09. 11. 2013 di Stefano Cecconi e Giovanna del Giudice, Comitato StopOpg.
(La legge Basaglia compie 35 anni e ...) Marco Cavallo ricomincia il suo viaggio con stopOPG: per chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e aprire i Centri di Salute Mentale h24. A 35 anni dall'approvazione della legge 180 sulla chiusura dei manicomi, il comitato StopOpg rinnova il proprio impegno promuovendo il viaggio di Marco Cavallo, il cavallo azzurro che con Franco Basaglia quarant'anni fa sfondò il muro di cinta del manicomio di Trieste, diventando da quel giorno simbolo di libertà e di speranza Questa volta Marco Cavallo viaggia per chiudere gli gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e applicare la legge 180, aprendo ovunque i Centri di Salute Mentale h 24.E' dunque un viaggio di denuncia, perché gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari italiani sono ancora in funzione, con oltre mille persone internate, rinchiuse in luoghi che il Presidente Napolitano ha definito " indegni per un Paese appena civile". Ma il viaggio lancia anche un allarme: al posto degli OPG si stanno progettando delle "strutture speciali" in ogni regione, i cosiddetti mini OPG, in cui trasferire e rinchiudere gli internati. Ecco perché il viaggio è dedicato all'apertura dei Centri di Salute Mentale 24 ore. Il viaggio, organizzato dal Comitato StopOpg, si svolgerà in due momenti: - a maggio, con tappe a Brescia il 16 Maggio, a Castiglione delle Stiviere (sede di OPG) il 17 e a Reggio Emilia (sede di OPG) il 18 - A ottobre, da sud a nord, a Barcellona Pozzo di Gotto, Napoli, Aversa, Roma e Montelupo Fiorentino. Tutte le informazioni, anche sulla sottoscrizione che è stata aperta per finanziare l'iniziativa su: www.stopopg.it |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Agosto 2024
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