di Elisabetta Corrà – LA STAMPA TuttoGreen
Sottolineando il peso specifico della realtà rispetto alle manipolazioni politiche, Hannah Arendt richiamava l’attenzione sulla “persistenza intransigente e irragionevole della mera fattualità”. Ora, è questo il nuovo, inedito muro di gomma contro cui il buon senso e anche le legittime preoccupazioni civili per il futuro del Pianeta si sono scontrate all’interno del testo dell’accordo sul clima che ha chiuso la Cop21 di Parigi. Muro di gomma perché l’ottimismo politico ha preso il posto dei rapporti dell’IPCC, delle evidenze scientifiche e degli allarmi saldamente ancorati su dati soggetti alle più rigorose peer review, insomma quel corpus di verità oltre ogni negazionismo che l’ambientalismo militante ci aveva promesso essere il nostro punto di riferimento non negoziabile per salvare il Pianeta e affrontare la crisi climatica.
0 Comments
di Miquel Bassols Il luogo della vittima è sempre stato vicino al sacro, vicino alla "zona sacra", come l’ha chiamata Lacan, mostrando la sua vicinanza con l'oggetto indicibile, proibito, intoccabile, un oggetto impossibile da rappresentare, o rappresentabile solo come un vuoto*. Questo oggetto è la Cosa freudiana, das Ding. Il nostro collega Gil Caroz ha ricordato di recente questa relazione, facendo riferimento agli attacchi di Charlie Hebdo, nel suo articolo intitolato "Quando il sacro diventa sacrificale”, pubblicato sul Lacan Quotidien [1]. Esiste, infatti, un sottile legame tra il sacrificio della vittima e il ruolo del sacro, un collegamento che l'etimologia evoca in varie lingue. La parola "sacrificio" deriva dal latino “sacrum” e “facere”, rendere sacre le cose, mettendo la vittima sacrificale nel luogo stesso del sacro. Ogni sacrificio indica così il luogo del sacro, della Cosa indicibile, sia per farla esistere sia per cercare di cancellarla dalla faccia della terra, sia per individuarla nel soggetto stesso o nel luogo dell’Altro, sia nel sacrificio suicida o nel sacrificio di massa. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Ottobre 2024
Categorie
|