![]() Nuova pubblicazione Jacques-Alain Miller DELUCIDAZIONI SU LACAN edizione italiana a cura di Marco Focchi Casa editrice Quodlibet Tra gli allievi di Lacan, Jacques-Alain Miller spicca come un lettore diverso da tutti gli altri: i suoi seminari e le conferenze raccolti in questa pubblicazione mettono in luce uno straordinario lavoro di esplorazione, decifrazione e appropriazione del complesso testo lacaniano. Illustrano tutti i passi, tutti i gradini – da salire uno alla volta – necessari per cogliere lo straordinario tesoro clinico contenuto nel lavoro di Lacan e di cui Miller ha fornito chiavi di lettura fondamentali, senza le quali il pensiero dello psicoanalista francese, che ha segnato una nuova epoca della psicoanalisi, sarebbe forse rimasto indecifrato e relegato al repertorio culturale delle stranezze e delle curiosità del Novecento. Un’indicazione fondamentale di metodo emerge quando Miller, ironizzando su quella che chiama la «guerra delle citazioni» («Lacan ha detto...», «Lacan ha affermato...»), suggerisce che la sola cosa per cui ha senso lottare non è il domandarsi: «Cosa Lacan ha detto», ma: «Cosa intendeva dire in quel momento».
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![]() L’Istituto freudiano desidera dare visibilità a un’iniziativa significativa per la nostra comunità psicoanalitica: la condivisione della biblioteca di Maria Vittoria Lodovichi, una collega di grande talento e gentilezza, scomparsa prematuramente in un incidente. Il marito ha scelto di donare oltre 800 volumi della sua biblioteca, alcuni rari o fuori commercio, affinché possano continuare a circolare e a trasmettere cultura e, in particolare, il sapere psicoanalitico. Questa generosa iniziativa consentirà di finanziare una borsa di studio per il primo anno del nostro Istituto, offrendo un’opportunità a chi, non avendone le possibilità, desidera intraprendere un percorso di formazione in psicoanalisi lacaniana. I volumi sono disponibili attraverso Libri della Psiche. Per avere maggiori informazioni sul progetto e prendere visione del catalogo : Libri delle psiche ![]() Conferenza tenuta il 29 novembre a Milano presso l'Istituto freudiano, per la rassegna I venerdì milanesi di psicoanalisi e politica Laurent Dupont Che cosa vuol dire “essere se stessi”? Dire “io sono” è già un enigma. Per esempio, dopo gli attentati di Charlie Hebdo in Francia, milioni di persone sono scesi in strada con i cartelli: Io sono Charlie. Erano davvero «Charlie»? In che cosa si sentivano Charlie? Prima, c’era stato il famoso: «Ich bin ein Berliner » pronunciato da John Fitzgerald Kennedy a Berlino durante la guerra fredda. Ovviamente, lui non era né tedesco né berlinese. Che cosa voleva dire, che cosa intendeva con Ich bin ein Berliner ? C’è un effetto iceberg: “io sono” non è che la punta dell’iceberg. Quanto valgono quindi questi «io sono»? Cosa siamo veramente? Io sono non è una certezza. È una parola, un significante che ci rappresenta in un dato momento. Ciò che Lacan ha definito con: il significante rappresenta il soggetto per un altro significante. E che lui scrive: S1–S2. ![]() Nel corso introduttivo della Sezione Clinica di Bruxelles, Gil Caroz ha affrontato le questioni dell’atto. La prima riguarda la concezione generale, dell'atto in psicoanalisi. La seconda concerne ciò che Lacan dice dell'atto psicoanalitico relativamente alla fine di una cura. Di seguito presentiamo alcuni estratti scelti da Sophie Boucquey, partecipante alla Sezione Clinica di Bruxelles. Gli Caroz L’atto è innanzitutto un superamento, o una trasgressione. È anche un modo di cominciare, un nuovo inizio, è creatore. Ogni atto è in qualche modo un atto di nascita, o un colpo di stato. Quel che viene dopo non è più come quel che c’era prima. L’atto, infine, viene giudicato dalle sue conseguenze e non dalle sue intenzioni. Come analisti, diffidiamo delle intenzioni e maggior ragione quando sono buone. Lo psicoanalista non crede davvero alle buone intenzioni; ciò che conta è comunque il risultato dell'atto. ![]() www.amazon.it/Linconscio-algoritmico-lamore-Marco-Focchi/dp/8893144530 In tutte le librerie e acquistabile online Gli algoritmi hanno completamente pervaso la nostra vita. Se vogliamo raggiungere una località sconosciuta non andiamo più a consultare l’Atlante, inseriamo le coordinate nel navigatore dell’auto e ci lasciamo guidare nel percorso meccanicamente calcolato. Sappiamo che se acquistiamo un libro su Amazon l’algoritmo ha già indovinato i nostri gusti per proporci gli acquisti successivi. Le reti sociali suggeriscono amici e pubblicità basati sui nostri interessi. Gli algoritmi valutano i rischi nei nostri investimenti finanziari, entrano nella gestione della nostra salute analizzando grandi quantità di dati per formulare diagnosi e suggerire trattamenti, nell’educazione personalizzano i percorsi di apprendimento in base ai progressi e alle esigenze degli studenti. Naturalmente la neutralità di queste procedure è solo apparente, perché quando l’algoritmo diventa una forma di controllo rendendo le persone al lavoro schiave di ritmi forsennati, o a rischio licenziamento per insufficiente produttività, vediamo bene chi tiene il manico del coltello. La psicoanalisi però non è succube del determinismo. Pur essendo nata nel momento di grande fioritura del positivismo, non ha tuttavia mai considerato che l’uomo fosse schiacciato e annullato nel funzionamento dei meccanismi. Al fondo dell’esperienza psicoanalitica c'è sempre una scelta, il che vuol dire che in ultima istanza la psicoanalisi è un’esperienza etica e di liberazione. (Dalla prefazione del libro) ![]() Dominique Holvoet Domenica, ore 18, sulla pista dell'aeroporto di Sofia, dopo tre giorni di seminario con i nostri colleghi bulgari e numerose discussioni di casi. L'aereo si sta preparando per il decollo. Apro il mio tablet per scrivervi e studiare il mio caso. La domanda è: che uso fa dei suoi oggetti in questo passaggio dal privato al pubblico dopo la passe? Rispondo in volo. ![]() Tre domande a Jacques-Alain Miller Nel 1946, nel suo Discorso sulla causalità psichica, Lacan, percependo già il rischio che la psichiatria correva di ricercare la causa della follia nella neurologia, dà un resoconto del declino della clinica psichiatrica. L’equazione sarebbe quindi: tutti sono pazzi + causa neurologica = depatologizzazione? ![]() Francisco Hernández Diaz Praticamente fin dalle prime riunioni del Cartello, la preoccupazione nel definire il mio possibile tratto divenne evidente, preoccupante, direi oggi. Mi accorsi che non si trattava di elaborare intellettualmente un “tratto leggibile o intelligibile”, così per togliermi d'impaccio proposi quello dell’ "esistenza" che, comunque, faceva parte del nucleo duro della mia preoccupazione storica, in parte conoscendola, in parte subendola, in parte sentendola o notandone inconsciamente l'insistenza in mille modi. ![]() Conferenza tenuta presso la sede dell?istituto freudiano a MIlano il 6 maggio 2024 in occasione dei Venerdì milanesi di psicoanalisi e politica. Bogdan Wolf Dopo aver scelto il tema di oggi, mi sono reso conto che è stato il tema a scegliere me, in qualche modo. La mia analisi è iniziata dalla rottura di una relazione, che ho percepito come la fine del mondo. Mi ci sono voluti alcuni anni per capire quale fosse stato il mio contributo a questa rottura. La bacchetta sceglie il mago, come ci racconta la storia di Harry Potter, il che rende il mago non meno incline a essere ingannato da qualsiasi altro essere parlante. Quindi, posso dire che il significante, l'amore, ha scelto il soggetto. Da questo punto di vista una scelta equivale a un'eresia nella misura in cui il soggetto viene ingannato, il che apre la strada alla singolarità. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Dicembre 2024
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