![]() DOVUNQUE ALTROVE I topoi freudiani e il problema del soggetto nel pensiero psicanalitico Amelia Barbui e Marco Focchi Capitolo settimo PADRE PADRONE E PADRE LENONE L’esempio precedente pone in evidenza l’antitesi tra la posizione padronale e quella analitica: dove il padrone maschera l’impossibilità di controllare l’inconscio dietro l’ideale, l’analista la mette in gioco nel desiderio. Queste posizioni corrispondono ai due versanti del fantasma: quello immaginario, dove la mancanza è velata da i(a), e quello attraverso cui il soggetto si affaccia al reale, dove la mancanza è fissata nel desiderio. Nel fantasma il significante dell’ideale, sostegno delle identificazioni del soggetto, ha il proprio risvolto in un godimento sconosciuto che, l’abbiamo visto per l’uomo dei topi, può rivelarsi al culmine dell’angoscia. Nell’esempio precedente abbiamo considerato le difficoltà che si presentano nella conduzione della cura se l’analista vacilla dal desiderio all’ideale. Vogliamo ora osservare, attraverso un frammento clinico, l’antitesi tra desiderio e ideale nella struttura soggettiva.
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![]() DOVUNQUE ALTROVE I topoi freudiani e il problema del soggetto nel pensiero psicanalitico Amelia Barbui e Marco Focchi Capitolo sesto IRRAPPRESENTABILITA' DEL PRESENTE L’isterizzazione d’inizio analisi è correlativa all’atto con cui l’analista, assumendo la posizione dell’Altro desiderante e scartando quella dell’Altro che gode, si presenta come oggetto del desiderio dell’analizzante. Dà così nel transfert un appoggio reale su cui far leva per portare in luce la fantasmatica del soggetto. ![]() Conferenza tenuta a Madrid il 19 ottobre 2024 presso la Escuela lacaniana de psicoanalisis Marco Focchi Nel seminario di Lacan su La logica del fantasma, come suggerisce Miller nelle note alla fine del volume, si parla molto della logica, si parla un po’ del fantasma, ma non si parla di logica del fantasma. Tutto si riduce alla funzione assegnata da Lacan al fantasma nella lezione finale, che Miller ha intitolato L’assioma del fantasma. Ciò significa, e Lacan lo ha fortemente sottolineato, che il fantasma non ha nessun ruolo nell’interpretazione, ma costituisce piuttosto il nucleo a partire da cui si definiscono le leggi di trasformazione nella deduzione degli enunciati del discorso inconscio. ![]() Riassunto degli argomenti presentati nell'intervista realizzata da Nicole Volta per il programma Pantheon, e andata in onda su Rai 3 l'1 dicembre 2024. Marco Focchi Nell’Orlando furioso Ariosto mette in scena una magnifica teatralizzazione della follia attraverso la figura letteraria del nobile cavaliere, splendido guerriero, eroe di mille battaglie che, perdendo il senno, nudo e abbruttito, vaga sradicando alberi, smembrando animali, dando corso a una collera delirante, a una frenesia senza argini devastando e distruggendo ogni cosa che incontra. Tutto, in Ariosto, è finalizzato alla bellezza del canto, e nessuna esagerazione è eccessiva al servizio dell’immagine poetica. DOVUNQUE ALTROVE I topoi freudiani e il problema del soggetto nel pensiero psicanalitico Amelia Barbui e Marco Focchi Capitolo quinto IL COGITO PSICOANALITICO: ESISTE UNA MANCANZA La differenza tra inconscio ed Es messa in luce applicando la teoria degli insiemi al cogito cartesiano trova, come abbiamo detto, un punto di articolazione nel transfert. Tale correlazione è evidenziata da Lacan nel seminario sulla logica del fantasma, attraverso uno schema quadripartito costruito in base alla struttura del gruppo di Klein, di cui daremo qualche elemento. Il gruppo di Klein
Nella teoria dei gruppi, quello di Klein ha la particolarità di essere un gruppo finito, prevede cioè un numero determinato di operazioni, è di ordine quattro, ovvero comprende quattro elementi, è commutativo o abeliano e non ciclico, il che vuol dire che i suoi elementi sono permutabili. In matematica si definisce gruppo, indicato dalla lettera G, un insieme o un sistema di operazioni tali che l’applicazione successiva di due di esse dà sempre come risultato un’operazione appartenente all’insieme stesso. Il concetto di operazione, nel senso più ampio del termine, sta dunque a fondamento della definizione generale di gruppo, sia che si tratti di operazioni di tipo geometrico, come le traslazioni, sia che si tratti di sostituzioni permutanti un certo numero di oggetti. A noi interesserà questo secondo caso, in quanto la legge di composizione del gruppo quadrinomio di Klein, abitualmente indicato V, consiste nella sostituzione di una funzione con un’altra. In particolare il gruppo V – a differenza dell’altro gruppo abeliano di ordine quattro che è ciclico – viene generato da due operazioni. L’insieme degli enti a cui le operazioni sono applicabili costituisce il campo di applicabilità. Una condizione perché si possa parlare di gruppo è che in ogni caso in cui le operazioni modificano tale campo, le trasformazioni devono ricadere sempre al suo interno. In altri termini, ogni operazione applicata a un elemento del campo deve dare come risultato ancora un elemento del campo stesso. ![]() di Marco Focchi Italo Calvino è uno di quegli scrittori la cui vena narrativa presenta una certa densità teorica. Per entrarvi occorre quindi traversare di sorvolo alcune scansioni fondamentali. Dividiamo la storia del pensiero in grossi spicchi, come un’arancia gustosa. Il primo spicchio è il pensiero mitico. Si tratta, sappiamo, di una costruzione simbolica che non ha nulla da invidiare ai nostri discorsi, diciamo così, civilizzati. Il pensiero mitico organizza una società, e risponde alle domande più pregnanti, soprattutto a quella delle origini: da dove veniamo? Con tutte le varianti presenti nelle diverse civiltà, nei diversi popoli, nelle diverse tribù, la risposta è allestita in forma di una scena primaria cosmica, la copulazione di una coppia primordiale da cui discende tutto: uomini, animali, alberi, stelle, pietre, pianeti. Urano si unisce a Gea e ne vengono fuori i Titani, le Titanidi, gli dei dell’Olimpo, gli eroi omerici e tutto quanto. Poi il mito predispone un ordine e una guida per le pratiche di vita. Spiega Kerényi che dietro ogni ruolo c’è il fondamento di un archè. Dietro il guerriero c’è Achille. Attenzione però, non è un modello, per questo bisognerà aspettare Platone, è piuttosto la base della formazione: Achille lancia il giavellotto, lo guardi, e sai come si lancia un giavellotto. Lo stesso vale per ogni professione: dietro ogni medico c’è Asclepio, dietro ogni ladro – e dietro ogni mercante, ma la differenza può essere sottile – c’è Mercurio, e così via. ![]() Marco Focchi Il segno del rigetto Nella lettera del 1974 agli italiani Lacan pone l’accento su ciò che costituisce la condizione perché ci sia analista: funziona come analista – scrive – solo colui a cui viene il desiderio di esserlo. Per il fatto stesso però che gli viene questo desiderio si trova a essere rigetto dell’umanità. Sappiamo, per un verso, che il rigetto è per Lacan una connotazione dell’oggetto, quindi è il marchio di questo che occorre fare sentire nell’esperienza della passe. Ci sono le diverse traversie,– le “avventure” dice Lacan – che il candidato ha avuto e che hanno lasciato in lui un segno. Questo segno deve essere riconoscibile, e l’esperienza di passe deve poterlo individuare, ma l’importante è vedere che questo segno non è un significante. Dovremmo, credo, far intervenire qui la differenza tra significante e lettera. Quest’ultima non entra nel tipo di funzionamento in cui un significante si articola con un altro significante, in cui S1 rimanda a S2 producendo un effetto di senso. Il segno da individuare qui ha piuttosto il carattere della lettera, della marca che contrassegna l’oggetto, della scrittura sul corpo che si imprime nelle esperienze fondamentali della vita. Si delinea così quel tratto incancellabile che appare semplicemente come segno di godimento. ![]() Discorso tenuto a Macerata il 9 novembre 2024 in occasione dell’incontro “Per un amore tenace e ingegnoso” in ricordo di Orfeo Verdicchio. Marco Focchi L’incontro con Orfeo per me si accompagna ad alcune tappe fondamentali nella storia della psicoanalisi in Italia, le ha segnate e scandite, e la sua figura si staglia sullo sfondo di quei momenti che un po’ restano nella memoria e un po’ appartengono al mito e che, in un certo senso, nella nostra amicizia sono stati per Orfeo e per me un mito comune, un mito condiviso. ![]() DOVUNQUE ALTROVE I topoi freudiani e il problema del soggetto nel pensiero psicanalitico Amelia Barbui e Marco Focchi Capitolo quarto L'INCOMPATIBILE E L'INCONGRUENTE Le difficoltà della conduzione della cura che danno impulso al ripensamento sfociato nella stesura dell’Io e l’Es sono già indicate in Al di là del principio di piacere, dove Freud segnala l’emergere a volte nel corso dell’analisi di un tipo di resistenza non avvertita dal soggetto e tuttavia proveniente dagli stessi strati superiori della vita psichica che originariamente hanno attuato la rimozione. Freud sapeva sin dall’inizio che il rimosso di per sé tende soltanto a manifestarsi, facendo costante pressione per aver accesso alla vita cosciente. La resistenza dunque deve provenire dalle stesse istanze responsabili della rimozione, e dovrebbe di logica essere riconosciuta dall’io una volta segnalata dall’analista. Ma questa ipotesi viene contraddetta dall’esistenza di una resistenza inconscia. ![]() Marco Focchi Appunti per un dibattito all'Università Complutense di Madrid - 18 ottobre 2024 Nel seminario su La logica del fantasma Lacan traversa, a modo suo, il tema cartesiano del cogito. A modo suo significa che lo sovverte, lo rovescia, e prende appoggio sul cogito per formulare il soggetto dell’inconscio mettendo in campo un grande dispiegamento di strumenti logici e matematici. Cartesio torna ripetutamente come riferimento per Lacan. La frequentazione dei filosofi, ha portato spesso Lacan a confrontarsi con Hegel, Kierkegaard , Sartre, Heidegger. Cartesio è però un filosofo particolare, perché è lo spartiacque da cui procede la modernità, e perché mette per questo a tema in modo specifico il problema dell’inizio, la ricerca di un punto sicuro da cui partire. I filosofi poi, come si sa, hanno sollevato qualche riserva sull’idea dell’inizio. Hegel, per esempio, ne La scienza della logica, critica le concezioni tradizionali che cercano di stabilire un punto di partenza assoluto e immediato per il pensiero. Le concezioni tradizionali a cui si riferisce sono evidentemente proprio quelle che risalgono a Cartesio, il quale cerca per l’appunto il fundamentum inconcussum, la base incontrovertibile su cui far leva per avviare tutto lo sviluppo del suo pensiero. |
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Gennaio 2025
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