Conferenza tenuta presso l'Istituto freudiano a Milano, il 16 giugno 2012. di Marco Focchi Nel caso di Anna O. Freud aveva definito l'esito ottenuto come una guarigione con un difetto, riferendosi a un aspetto non risolto nella cura che non riguardava il problema di una remissione parziale dei sintomi. Si riferiva, come sappiamo, al residuo di traslazione non elaborato con Breuer che, a suo parere, si era sottratto nel momento in cui Anna aveva manifestato con maggiore chiarezza la sua propensione per lui. Possiamo considerare, per contrasto, che questa definizione implichi l’idea di una guarigione conseguita eliminando, sradicando i problemi sintomatici, e arrivando a un compimento che abbia un carattere risolutivo, definitivo, senza resti.
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di Marco Focchi Come funzionano le cose nell’epoca in cui si è spezzata la pietra angolare della tradizione, il significante del Nome del Padre che faceva entrare nella normalità, che assegnava un posto, che regolava il desiderio? Non sappiamo più bene cosa sia la normalità. L’orientamento di studi incentrati, in campo medico, sull’enhancement, sul miglioramento della prestazione, non considerano più i parametri di quel che è statisticamente considerato normale. |
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Dicembre 2024
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