Conferenza tenuta via zoom il 16 dicembre 2020 per la comunità milanese della Scuola lacaniana di psicoanalisi.
Marco Focchi Se ci domandiamo a che punto siamo con la psicoanalisi oggi, è perché ci stiamo ponendo un problema molto diverso da quello che si formulava nel titolo del convegno tenuto a Milano nel giugno del 1992. Allora non c’era ancora la SLP (Scuola Lacaniana di Psicoanalisi), e il convegno si teneva sotto la sigla del GISEP, il gruppo di studio che aveva il compito di preparare il terreno per la costituzione della SLP. Il titolo del convegno era: L’identità freudiana della psicoanalisi e l’insegnamento di Jacques Lacan (1). Nel ’92 il problema era in effetti riconoscere e affermare la filiazione freudiana della nostra pratica, trovare il filo di continuità che la rendeva riconoscibile come portatrice del marchio del fondatore. Era chiaro allora che il nome di Freud era un Nome-del-Padre, che era una parvenza, e questo era reso esplicito anche nell’intervento conclusivo di Jacques-Alain Miller. Quelli erano tuttavia anche gli anni in cui ci ripetevamo la frase di Lacan che del Nome-del-Padre possiamo fare a meno a condizione di farne uso. Il riferimento all’identità freudiana andava dunque in questo senso: far uso, dove questo significa che la parvenza è quel che utilizziamo per puntare al reale.
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Novembre 2024
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