Conferenza tenuta a Firenze il 29 settembre 2017 in occasione del Piccolo festival dei casi di Freud, organizzato da Fairitaly Associazione Onlus Marco Focchi Il caso dell’Uomo dei lupi non è uno dei casi di Freud, è il caso, il caso per eccellenza. La storia di questo aristocratico russo − sedotto dalla sorella, eccitato dalle servette, andato in rovina per via della Rivoluzione di ottobre, mantenuto con un vitalizio raccolto a colletta dal gruppo viennese degli psicoanalisti, andato in seconda analisi con Ruth Mack Brunswick, coinvolto da Muriel Gardiner in un’autobiografia che ne ha fatto il monumento vivente della psicoanalisi – è già ricca di per sé e contiene abbastanza materiale da nutrire riccamente uno di quei roman-à-clef che erano i casi freudiani. Se fosse finito in mano a Dostoëvskij questo materiale sarebbe probabilmente diventato un romanzo dell’estensione de I fratelli Karamazov. L’Uomo dei lupi ha in effetti attirato anche l’attenzione di studiosi al di là del campo psicoanalitico. Primo tra questi, e il più noto, è Carlo Ginzburg, che ha dedicato all’Uomo dei lupi un saggio compreso nel suo libro “Miti, emblemi, spie”.
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Il processo sintomo - cura - superamento del sintomo, nell'esperienza psicoanalitica. |
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Novembre 2024
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