Conferenza tenuta e Tel Aviv il 6 gennaio 2018, presso la sede della NLS Marco Focchi È sempre interessante, quando si parla dei seminari di Lacan, allargare un po’ l’angolo visuale rispetto al focus di cui trattiamo. Quello di Lacan, come sappiamo, non è un lavoro trattatistico, è un lavoro in progressione, i cui concetti sono sempre mobili. Nel caso del seminario Le transfert, 1960-1961, mi sembra utile considerare non solo il lavoro dell’anno precedente e di quello successivo, ma anche i due seminari che precedono e che seguono. Da questo punto di vista il seminario sul transfert si trova in una posizione particolare. È immediatamente successivo al momento in cui Lacan si rende conto di non poter più limitare il lavoro psicoanalitico ai soli meccanismi del significante e introduce, da quando cominci a trattare l’etica, nel 1959-1960, il tema de La cosa. Dobbiamo però notare che La cosa, questo héteron rispetto al significante, non ha ancora qui una definizione precisa, definizione che comincerà a formularsi solo a partire dal seminario sull’angoscia del 1962-1963.
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Intervento alla tavola rotonda del 26 gennaio 2018, presso l'Istituto freudiano, sede di Milano Marco Focchi Sullo spazio globale abbiamo oggi occasione di dialogare con Matteo Vegetti, autore di uno dei testi più interessanti usciti sull’argomento: L’invenzione del globo. Vegetti parte dalle tesi di Carl Schmitt, che illustra la storia della globalizzazione a partire dal momento in cui, con la scoperta dell’America, si apre lo spazio degli oceani, con il seguito di espansione coloniale, di conquista, di creazione di un mercato globale che ne derivano. Schmitt vede questa fase storica alla luce della lotta mitica tra il Leviatano, mostro marino che rappresenta l’apertura d’orizzonte sul mare, e Beemot, mostro ctonio che esprime il nomos della terra. Intervento alla tavola rotonda tenutasi a Milano il 16 aprile presso il Centro Klinè. Marco Focchi Domenico Cosenza è un autore che è sempre stato attento agli aspetti clinici e operativi della psicoanalisi sin dal suo primo libro, Jacques Lacan e il problema della tecnica in psicoanalisi. La tecnica è un tema che nel campo lacaniano è sempre stato un po’ lasciato da parte, e che Domenico ha invece ampiamente esplorato, interrogato e valorizzato. La sua ricerca clinica si focalizza poi molto rapidamente sul tema dei disturbi alimentari e sul loro trattamento in contesti istituzionali. Questo anche per i diversi incarichi istituzionali che man mano ha ricoperto, prima come direttore scientifico dell’ABA, poi della comunità terapeutica La Vela e ora come responsabile di Klinè. La lettura dei disturbi alimentari data da Domenico Cosenza si inscrive nel quadro di quelli che nel Campo freudiano sono stati delineati come “nuovi sintomi”. A questi sono dedicati un capitolo e una riflessione nella conclusione del ultimo libro, Il cibo e l’inconscio, nel quale si può leggere la posizione originale che l’autore prende rispetto a questo fondamentale paradigma. Intervento presentato a Torino al Seminario di politica lacaniana l'8 luglio 2017 Marco Focchi A differenza di Dante, che viene mandato in esilio, Petrarca nasce in esilio. Il padre, che apparteneva alla fazione dei guelfi bianchi, deve fuggire quando Carlo di Valois scende a Firenze a sostegno dei guelfi neri, e si rifugia ad Arezzo. La condizione dell’esilio è in un certo senso connaturata a Petrarca, e fa di lui un cittadino del mondo. Nato ad Arezzo, studia a Bologna, vive la maggior parte della vita ad Avignone, alla corte papale, compiendo diversi viaggi a Parigi e nell’Europa del nord. Poi sarà al servizio dei Visconti, a Milano, risiederà a Venezia, a Padova, sempre viaggiando, e dividendosi tra un nomadismo diplomatico e il rifugio solitario della sua casa di Vaucluse. Pur considerando Firenze sua patria, a Firenze Petrarca, in tutta la sua vita, ha passato non più di due giorni, soggiornando per il resto del tempo in paesi stranieri, perché per un toscano, all’epoca, la pianura padana era all’estero tanto quanto Avignone. |
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Settembre 2024
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