di Marco Focchi Perché, dopo tante smentite da parte della realtà, il neoliberismo è ancora in auge, fortemente incardinato nelle università e nei centri di potere occidentali? Perché il velo dell’ideologia non cade di fronte alle spallate della realtà? Dopo la crisi greca la domanda è di grande attualità, e la serie di Black Mirror sembra metterci in risonanza con questo ordine di problemi. Sono i problemi che aveva cominciato ad affrontare Guy Debord ne “La società dello spettacolo” spiegando come lo spettacolo modelli i nostri rapporti, renda impossibile l’incontro al di fuori dei cliché che predispone, abbia una forza di cattura che riporta sempre all’interno dei propri schemi. In un certo senso, la società dominata dallo spettacolo rende impossibile evadere dall’immagine, e la vita ne resta intrappolata, depotenziata, impoverita.
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Conferenza tenuta presso la New Lacanian School a Tel Aviv il 12 gennaio 2014. di Marco Focchi Nelle prime lezioni del seminario VI Lacan, dopo aver presentato le strutture del linguaggio sulle quali fonda l’interpretazione, passa a presentare alcuni esempi concreti, che attinge dal repertorio freudiano dell’Interpretazione dei sogni. Il sogno da cui parte è quello famoso del padre che era morto ma non lo sapeva, e che si trova nel capitolo che tratta in particolare dei sogni assurdi. Introducendo il capitolo, Freud nota che questi sogni trattano, in generale, del padre morto, e aggiunge che questo può apparire casuale solo a uno sguardo superficiale. Freud non spiega perché non gli appaia casuale, ma lo si capisce molto bene quando si vede la chiave di lettura che dà dei sogni assurdi e dell’elemento dell’assurdo in generale. Il lavoro onirico infatti produce sequenze assurde quando si tratta di rappresentare elementi di critica, di ironia e di sarcasmo espressi dai pensieri del sogno. I sogno assurdi sono dunque quelli che mettono in discussione la figura del padre, che non la prendono sul serio. Abbiamo quindi qui un aspetto particolarmente interessante se consideriamo il modo in cui Miller ha letto questa esemplificazione di Lacan, cioè come uno sviluppo che pone le basi per articolare l’al di là dell’Edipo, per definire un’interpretazione del desiderio che non si limiti alla chiave di lettura edipica. Il testo del sogno esposto da Freud è: “Un uomo ha curato il padre nel corso della sua malattia e ha gravemente sofferto per la sua morte, sogna che suo padre è di nuovo in vita e parla con lui come una volta, però continua a essere morto e non lo sa”. Il sogno, apparentemente insensato, perde il suo carattere assurdo se viene integrato con due clausole. La prima è che dopo “continua a essere morto” si inserisca: “in conseguenza del desiderio del sognatore”; la seconda è che si prolunghi “ma non lo sa” con “non sa che il sognatore aveva questo desiderio”. Freud spiega la sua interpretazione dicendo che il figlio, assistendo il padre durante la malattia, aveva più volte desiderato la morte del padre perché potessero finire i suoi tormenti. Nel lutto successivo alla morte questo pensiero, apparentemente pietoso, diventa per il figlio un rimprovero inconscio, come se il pensiero avesse effettivamente contribuito ad abbreviare la vita al padre malato. Bisogna inoltre aggiungere che il desiderio attuale aveva attinto ai primissimi desideri infantili rivolti contro il padre. L’interpretazione freudiana è dunque integralmente edipica: odio verso il padre e desiderio per la madre. |
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Novembre 2024
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