Presentazione della tavola rotonda tenutasi a Milano, presso la sede dell'Istituto freudiano, il 2 marzo 2018 Marco Focchi Vorrei questa sera iniziare con una citazione che si formula come domanda: “Perché gli uomini temono la propria libertà e si rifugiano nella schiavitù? Perché ascoltano quanti li sviliscono, li ingannano, li riempiono di idee false, piuttosto che coloro che aspirano a renderli indipendenti?” È una domanda molto attuale, soprattutto in questo momento di campagna elettorale, così povera di contenuti e così gravata di promesse irrealizzabili, da paese dei balocchi. In realtà si tratta una domanda antica, formulata da Spinoza, che risale quindi ad almeno trecento anni fa. Questo mostra come ci siano problemi nella natura umana che ritroviamo immutati nelle epoche, e che allora come ora restano irrisolti. Un risposta a questa domanda potrebbe essere: “Per lo stesso motivo per cui gli uomini preferiscono spesso i rimedi del dottor Dulcamara, di cui la psichiatria fa oggi generosa offerta, piuttosto che non chinarsi sui propri problemi e farne la traversata, che non rimboccarsi le maniche e affrontare le proprie contraddizioni, in altre parole accettando qualsiasi soluzione breve pur di non entrare nella complessità della propria vita inconscia. Si preferisce così delegare al Leviatano del potere il compito di amministrare il godimento anziché farsi carico delle proprie responsabilità.
0 Comments
Testo presentato in occasione del Forum tenutosi a Roma il 24 febbraio 2018 organizzato da La movida Zadig Marco Focchi Qualche tempo fa, il primo ministro inglese Theresa May ha nominato Tracy Crouch, deputata conservatrice, ministro della solitudine per affrontare un problema che in Gran Bretagna ha assunto le dimensioni di una piaga nazionale. Naturalmente colpisce che il Paese che ha scelto la Brexit, che ha preferito un’isolamento – difficile da definire come splendido – dall’Europa, che ha innalzato un muro politico e legale contro lo straniero, soffra proprio del sintomo dell’isolamento sociale. Si tratta di single certo, perché le statistiche mostrano che in gran Bretagna il 51% della popolazione, cioè la maggioranza, vive solo e non è coniugato. Ma si tratta anche di persone in stato di estremo isolamento, persone anziane bisognose di assistenza senza nessun congiunto che se ne occupi, homeless, persone affette da fobie sociali, persone che non hanno nessuno con cui parlare. Conferenza tenuta a Milano il 20 gennaio 2018 presso la Sezione Clinica dell'Istituto freudiano Marco Focchi Il tema di lavoro che abbiamo previsto per quest’anno è la psicosi. Bisogna dire che nella psicoanalisi la psicosi non ha avuto posto da subito. La scoperta freudiana, come è noto, ha preso le mosse dell’isteria, e tutta la definizione delle nevrosi procede dalle strutture che Freud, inizialmente con Breuer, ha trovato nel lavoro con le sue pazienti isteriche. Nell’esperienza freudiana la psicosi ha avuto tutto sommato un ruolo marginale. Freud la definiva a partire da un conflitto che, secondo lui, per questi pazienti si stabilisce con la realtà. Se le nevrosi mettono in evidenza un conflitto tra l’io e le forze pulsionali, un conflitto intrapsichico, nella psicosi Freud vedeva invece l’io entrare in contrasto con la realtà, ritirando da essa la propria libido per reinvestirla su un piano puramente narcisistico. Le psiconevrosi si dividevano infatti per Freud in nevrosi di traslazione – che consentono un investimento oggettuale, a partire dal quale si creano le condizioni che rendono possibile la traslazione analitica – e in nevrosi narcisistiche o psicosi, che proprio per il ritiro narcisistico della libido non consentono la produzione della traslazione e non sono di conseguenza accessibili alla cura. Nella bibliografia freudiana non troviamo infatti casi di psicosi. C’è qualche osservazione sparsa, come quella su un caso di paranoia che contraddice la teoria psicoanalitica, ma non c’è nessuna esposizione di casi psicotici dell’ampiezza e dell’importanza che troviamo con il caso di Dora, con l’Uomo dei Lupi, con l’Uomo dei Topi, con il piccolo Hans. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28 20131 Milano. Tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo Archivi
Novembre 2024
Categorie |