Conferenza tenuta via Zoom per la comunità dell'Escuela lacaniana de psicoanalisis di Granada il 30 ottobre 2021 Marco Focchi Un testo come Radiophonie ci permette di misurare, credo, l'enorme voragine che segna la distanza del nostro tempo da quello degli anni Settanta, epoca in cui fu mandato in onda via radio il discorso di Lacan pubblicato poi in Sciliet, la rivista dell’Ecole freudienne, e successivamente incluso nella raccolta curata da Jacques-Alain Miller degli Altri scritti. Non riesco a immaginare nessuna radio che oggi accetterebbe di trasmettere un testo di tale complessità, neanche se presentato da una vedette culturale conosciuta, affermata e carismatica come era allora Lacan. Radiophonie è infatti un testo davvero difficile da districare anche solo nella lettura, e mi sembra impossibile concepire un ascoltatore, per quanto culturalmente ben attrezzato, in grado di decifrare, ponendosi semplicemente davanti alla radio, quel che in realtà era uno scritto destinato a una paziente e attenta lettura. La trasmissione, andata in onda nel giugno del 1970, era durata due ore e un quarto, e credo potesse calamitare l’attenzione solo se ci si lasciava ipnotizzare, senza pretesa di capire, dalla voce modulata di Lacan. Questo aspetto senz’altro non sfugge allo stesso Lacan, perché lo sottolinea con un’osservazione ironica all’inizio della sua prima risposta, dicendo che il modo in cui Freud può avere anticipato Saussure – questa è la domanda dell’intervistatore: come Freud possa aver anticipato Saussure – presuppone una mediazione diversa da quella in uso nella comunicazione di massa propria al mezzo su cui sta parlando, cioè la radio, e alla quale lui considera di non doversi adeguare.
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Il nuovo libro di Marco FocchiPresentazioneIl libro articola temi di clinica psicoanalitica con temi di critica sociale e politica.
Gli argomenti nascono all’interno di quell’ampio movimento chiamato Movida Zadig che nel 2017 si è sviluppato nell’ambito del Campo freudiano e dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi su iniziativa di Jacques-Alain Miller. La tesi di fondo è che in una fase in cui la vita sociale viene misurata dagli algoritmi e i comportamenti soggettivi vengono trattati come calcolabili, in un’epoca in cui tutto deve essere reso possibile e raggiungibile, la mancanza implicita nell’inconscio, il punto d’impossibile che fa incontrare, disautomatizzano la gestione della vita mantenendo aperti gli spazi del desiderio. Dove tutto dovrebbe essere ricondotto alla misura, manca sempre una cosa, o ce n’è una di troppo, e questa è la definizione di salute mentale più sensata. di Marco Focchi Il termine perversione, che al tempo di Freud e nel lessico psicoanalitico era comune e di uso corrente, oggi è, in un certo senso, decaduto, è uscito dal vocabolario attuale, non è più considerato un termine politicamente corretto. Nella sua classificazione il DSM ha sostituito il termine perversione con quello di parafilia, che significa un modo di amare collaterale, marginale. Il presupposto da cui questa definizione procede è evidentemente l’esistenza di una linea principale, un mainstream che costituisce un modello dell’amore normale. Se il termine di perversione viene oggi rifiutato è perché in effetti ha in sé, per suo retaggio storico, una connotazione negativa, sicuramente meno neutrale di parafilia. |
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Settembre 2024
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