![]() Marco Focchi Conferenza tenuta a Valladolid il 23 settembre 2022 Quando la pandemia è iniziata, alla fine del 2019, tutti siamo stati presi alla sprovvista. Cominciavamo appena a uscire dalla crisi finanziaria del 2008, che ci era sembrata molto pesante, ma le crisi finanziarie sono qualcosa che in Occidente avevamo già conosciuto. Basti pensare allo choc energetico del 1974 seguito alla guerra del Kippur, quando il prezzo del petrolio fece un balzo provocando un’impennata d’inflazione che ci ha accompagnato per anni. Non che siano mancate pandemie in precedenza in Europa. La peste, per esempio, è cominciata verso la metà del XIV secolo tornando in modo ricorrente, e l’influenza che in Italia chiamiamo spagnola, anche se in realtà non si era originata in Spagna, fu senz’altro devastante. Sono però esperienze che appartengono alla generazione dei nostri avi e dei nostri nonni. Per la nostra generazione la pandemia è stato infatti un colpo che ha lacerato il velo di invulnerabilità, il senso di sicurezza in cui avevamo vissuto fino a quel momento. Nella retorica di alcuni politici era sembrata la catastrofe più simile a una guerra. Non avevamo ancora conosciuto il conflitto in Ucraina, che era tuttavia già cominciato da sei anni, ma che evidentemente non aveva ancora bucato lo schermo. Bucare lo schermo significa imporsi all’attenzione, far presa sul pubblico, e direi che la pandemia, imponendosi imperiosamente alla nostra attenzione, ha provocato la caduta di tutti gli scenari in cui vivevamo, ha bruscamente interrotto i rituali nei cui sicuri binari le nostre vite procedevano tranquille.
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Conferenza di Marco Focchi Ciclo Appuntamento con la pratica psicoanalitica oggi 2021-2022 SECCIÓN CLÍNICA MADRID (NUCEP) - CENTRO DE ESTUDIOS DE PSICOANÁLISIS LACANIANO 25 febbraio 2022 Lacan aveva parlato di una normalità maschile (norme-male, espressione che gioca con l'ambiguità della norma maschile e normale) perché per la femminilità ci sarebbe un altro godimento, un godimento alla deriva, non circoscritto dalla funzione fallica. Nella nostra modernità, che cerca di porre fine alla binarietà sessuale e afferma l'"identità di genere" con le pratiche LGTB+, il godimento alla deriva ha trovato altre strade. Più si cerca di stringere il cerchio delle identità, più si trovano le vicissitudini attraverso le quali si manifesta il non identificabile.
Coordina: Miriam Chorne ![]() Introduzione al dibattito tenutosi il 10 giugno 2022 via Zoom nell'ambito dei Venerdì milanesi di psicoanalisi e politica. Marco Focchi L’amore ancora mi sembra un titolo particolarmente ben scelto per la nostra rassegna dei Venerdì milanesi di psicoanalisi e politica perché va a toccare un ganglio centrale nella costituzione del sistema politico in Occidente: quello dell’articolazione tra sfera privata e sfera pubblica. ![]() Conferenza tenuta via Zoom il 30 aprile 2022 per la comunità della Scuola lacaniana di psicoanalisi di Rimini Marco Focchi “L’altro: dalle parole alla sessualità”, il titolo che Miller ha dato alla sessione centrale del seminario …ou pire, descrive l’andamento d’insieme del discorso sviluppato da Lacan in queste quattro lezioni. Nelle prime due Lacan si intrattiene infatti inizialmente in una sorta di dialogo a distanza con Jakobson, che avrebbe dovuto fare una conferenza per il pubblico del seminario che invece non ha fatto, e si lancia poi in una pirotecnica articolazione linguistico-topologica nel momento in cui scopre il nodo borromeo. Nelle due successive lezioni Lacan entra invece nei labirinti della sessualità, dell’assenza del rapporto sessuale, della partner svanita, del godimento implicato nei fantasmi. ![]() Intervento tenuto il 10 maggio via zoom presso Kliné Associazione per la cura e la ricerca sui disturbi alimentari e i legami di dipendenza Marco Focchi Prendendo a tema il posto del desiderio nel mondo contemporaneo, non posso non ricordare il titolo di un libro che ho scritto qualche anno fa: Sintomi senza inconscio di un’epoca senza desiderio. Chiaramente era un titolo ironico: dal punto di vista psicoanalitico non esiste sintomo senza inconscio come, per altro verso, è impossibile negativizzare il desiderio, nel senso di annullarlo. Il titolo evidentemente si riferisce alle particolari caratteristiche del mondo contemporaneo, anzi, alla particolare ideologia del mondo contemporaneo che è rappresentata dal pensiero scientista. Qui il sintomo non è interrogato come enigma, come senso, ma è preso piuttosto come intoppo della macchina produttiva, quindi come qualcosa che va semplicemente eliminato. ![]() Conferenza tenuta il 26 febbraio 2022 via zoom per la Escuele lacaniana de psicoanalisis, Comunità di Madrid Marco Focchi Lacan muta notevolmente la sua concezione del linguaggio nel passaggio dal primo all’ultimo momento del suo insegnamento, facendo scivolare man mano sullo sfondo il rimando alla linguistica e introducendo un forte riferimento alla matematica. In un passaggio di …ou pire Lacan mette in particolare l’accento su quella che definisce come l’origine puramente topologica del linguaggio (p.90). Se si legge questo passaggio senza attenzione si può restare un po’ perplessi. Cosa significa infatti origine puramente topologica del linguaggio? Se ci confrontiamo con l’inizio strutturalista e saussuriano di Lacan, il linguaggio è fatto di opposizioni, di elementi atomici contrapposti fra loro. La topologia sembra invece dare al linguaggio una base completamente diversa rispetto a quella saussuriana, prolungata poi da Jackobson, che negli anni ’70 rimane ancora un interlocutore per Lacan. ![]() Introduzione al dibattito tenutosi presso l'Istituto freudiano sede di Milano il 29 marzo 2022 Marco Focchi L’immagine tradizionale della psicoanalisi divulgata dai media è quello di una pratica un po’ esoterica, che si occupa di simbolismi misteriosi e che il cinema ha a lungo sfruttato traendone spunti di drammatizzazione. Ora, come ricordava Eric Laurent nella Grande Conversazione che ha avuto luogo via zoom settimana scorsa, nel momento in cui la pandemia ci ha obbligato a spostare il nostro lavoro on line, ci troviamo di fronte a una diversa forma di drammatizzazione, diversa da quella della poltrona e del divano che è sempre stata la scenografia classica del dispositivo freudiano. ![]() Relazione d'apertura del Congresso internazionale La femme n'esiste pas tenuta a Parigi il 31 marzo 2022 Marco Focchi Ernest Jones descriveva l’atteggiamento di Freud nei confronti delle donne come piuttosto antiquato: le vedeva, secondo lui, nella luce di angeli soccorritori, sostanzialmente dedite al benessere degli uomini, come dimostrerebbe anche la sua scelta coniugale, stigmatizzata, ci riferisce Lacan, con il termine uxurious. Certo Jones con il femminile era più disinvolto, tenuto conto dell’epoca. Per quel che sappiamo aveva avuto una ricca amante olandese e due mogli. È sempre lui a riferirci del colloquio di Freud con Marie Bonaparte dove il maestro viennese sostiene di non essere mai riuscito a risolvere l’enigma di cosa vuole la donna. Se questo enigma resiste alla soluzione lungo tutto lo studio che Freud ha fatto della femminilità, è però interessante percorrerne nei suoi testi la genesi, e vedere in che modo il femminile diventi per lui un enigma. ![]() Conferenza tenuta via zoom il 12 marzo 2022 per la Escuela lacaniana de psicoanalisis, comunità di Palencia. Marco Focchi Tornare al Seminario I, che si è svolto nel biennio 1953-1954, ci porta a un Lacan diverso da quello a cui siamo abituati, più discorsivo, più comprensibile, niente a che vedere con i lampi fluorescenti che troviamo nei seminari degli anni ’70, più dialogico: si confronta con i partecipanti, risponde alle domande, le sollecita . Si presenta insomma in tutt’altro stile del monologo proposto di fronte a una platea estasiata e ammutolita degli ultimi anni. È un altro Lacan anche perché è un Lacan che precede l’introduzione della nozione di Altro maiuscolo che, sappiamo, compare solo partire dal Seminario II. I grandi concetti di riferimento sono quindi quelli presentati nella parte precedente del suo lavoro, e riguardano principalmente la topica dell’immaginario. Al centro di questa sta la presentazione dell’apparato speculare, costruito per spiegare il narcisismo e la centralità che assume in questa fase del pensiero di Lacan la distinzione tra io ideale e ideale dell’io. Sono già presenti evidentemente la funzione della parola e il campo del linguaggio, ma non sono ancora costituiti come l’insieme dell’Altro, che permetterà poi tutti gli sviluppi logici e matematici fondati sulla teoria degli insiemi, che troviamo in particolare in un seminario come Ou pire… ![]() Conferenza tenuta su zoom il 22 gennaio 2022 per la Escuela lacaniana del psicoanalisi di Siviglia Marco Focchi L’Uomo dei lupi è senz’altro il caso sul quale si è scritto di più nella storia della psicoanalisi. Se consideriamo solo il piano della letteratura primaria, ovvero delle persone, analisti e non, che hanno parlato di persona con Sergei Pankejeff, oltre a Freud che lo ha tenuto in analisi per quattro anni – tempo da lui considerato eccessivo tanto da dargli a un certo punto una scadenza – c’è Ruth Mack Brunswick, che lo ha preso in seconda tranche. Poi c’è Muriel Gardiner, psicoanalista americana che non ebbe Pankejeff in analisi ma ebbe con lui una serie di incontri attraverso i quali raccolse le sue memorie, e ancora Karin Obholzer, giornalista austriaca che ha realizzato alcuni colloqui con Pankejeff, raccolti poi in un libro. Il paziente di Freud ha dunque preso parola in prima persona, non solo attraverso i suoi analisti, e di lui sappiamo, oltre a quel che hanno raccontato i suoi analisti, anche quel che è rimasto fuori dal quadro della sua analisi, il suicidio della moglie per esempio. Abbiamo dunque un ritratto con diverse sfaccettature, preso da diversi angoli visuali e in diversi momenti. Sembrerebbe possibile afferrare l’uomo nella concretezza della sua vita e della sua storia clinica. E tuttavia, più ci addentriamo nel caso, più l’Uomo dei lupi ci sfugge di tra le dita. Certamente questo è uno dei casi, se non il caso più complesso fra quelli che Freud ci ha trasmesso. La ricchezza di materiale più che una facilitazione costituisce un ostacolo nel costruire un quadro clinico chiaro, e non per nulla l’Uomo dei lupi è al centro di un grande dibattito clinico sul problema della diagnosi. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28 20131 Milano. Tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo Archivi
Giugno 2024
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