Marco Focchi Alberto Tuccio fa parte di quella generazione di lacaniani che scrivono chiaro, che hanno proficuamente incorporato la lezione del grande maestro francese con tutta la sua complessità, che sono in grado di farsene orientare nella loro pratica, e che sanno trasmettere e comunicare con prosa limpida la testimonianza di quel che fanno a partire dal loro campo di operazioni nella psicoanalisi applicata. L’ultimo libro di Alberto Tuccio, Mio figlio sta crescendo, San Paolo edizioni, è uscito nella collana diretta da Pamela Pace, che è l’anima della struttura Pollicino, un’associazione per la prevenzione e il trattamento del disagio in età evolutiva, presso la quale opera anche un Centro crisi genitori. Il libro di Tuccio si rivolge chiaramente ai genitori che possono trovarsi disorientati dalla crescita del figlio in età pre-adolescenziale. Con i cambiamenti che si verificano nell’uscita dall’infanzia, i genitori, che per il bambino fino a quel momento sono stati un sistema di stesse fisse, vengono messi in secondo piano, tutto si mette in movimento, gli ideali che prima tenevano saltano, inizia la ricerca di relazioni orizzontali o di figure di riferimento alternative. Per i genitori, portati a vedere nel pre-adolescente la continuazione del bambino che, volente nolente, seguiva le loro regole, può essere un momento di grande smarrimento, in cui si trovano a non poter più far funzionare il rapporto con i figli attraverso le stesse leve che utilizzavano prima. Tuccio presenta una ricca e dettagliata cartografia di questa fase cruciale, una mappa necessaria a non perdere la rotta in una congiuntura che risulta decisiva per il seguito della vita del figlio e per la qualità del rapporto con lui. Nel mio articolo Adolescenza, il problema della soglia ho cercato di dare le coordinate di questo passaggio critico, che segna il momento in cui si costituiscono quelli che poi saranno i ricordi infantili. Si trovano però anche pazienti che apparentemente non hanno ricordi, e che risalendo al tempo in cui si sono costituiti i sintomi che lamentano, arrivano invariabilmente al delimitare tra infanzia e adolescenza. È chiaro che c’è qui c’è un salto decisivo in cui si rimescolano le carte che la vita ci ha messo in mano, si prendono decisioni fondamentali, che lo si sappia o no, e tutto viene riformulato in prospettiva di nuovi valori. Tuccio esplora questo passaggio con grande respiro, fornendo una guida ricca di informazioni e di riferimenti. Nella sezione Sapete che… si trovano per esempio link che rimandano a istituzioni e a centri di ricerca, o che forniscono dati e parametri di confronto. I capitoli scandiscono le varie fasi del passaggio dalle elementari alle media, dell’esplorazione del corpo con le sue trasformazioni, del dispiegarsi delle vele quando il ragazzo prende il largo rispetto al sicuro porto famigliare. Ci sono poi capitoli particolarmente attuali che parlano dele incidenze del Covid con tutte le sue implicazioni: didattica a distanza, effetti psicologici della serrata, restrizioni rispetto alla spinta verso la socialità. Particolarmente significativo anche il capitolo che sonda il nuovo universo digitale in cui i ragazzi sono ormai immersi dall’inizio della vita, e che ne hanno una percezione senz’altro diversa da noi che lo abbiamo visto arrivare. Si apre qui il grande tema dell’educazione al digitale, che non è un problema di tecnologia ma, come ben precisa Tuccio, di dilemmi morali, di necessità di affinare la propria capacità critica e di analisi. “Il Web – nota Tuccio – si candida a essere un nuovo ambiente”, cattura l’attenzione dei ragazzi con oggetti di curiosità e di interesse, e fa emergere anche le differenze di genere, dove per esempio i ragazzi usano il videogioco per alimentare la sfida, mentre le ragazze per coltivare amicizie e scambi di opinioni e di consigli. Si tratta, nel libro di Tuccio, di una panoramica a centottanta gradi su una fase della vita difficile, dove non bisogna mai sottovalutare le risposte che gli adulti possono dare ai ragazzi nei momenti cruciali, e che i genitori dovrebbero tenere come livre de chevet, da consultare con attenzione.
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Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Ottobre 2024
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