di Nicola Purgato, direttore terapeutico Antenna 112 e Antennina di Venezia Le “Linee Guida” sono ormai, a tutti gli effetti, un “genere letterario”. Anzi, sono la koinè del XXI secolo. Dai convegni alle riviste, passando per i quotidiani che tutti leggiamo, è questo il linguaggio dominante. L’Italia sin dal 2002 si è dotata di un Programma Nazionale per le Linee Guida (PNLG) previsto dal Piano Sanitario Nazionale (1998-2000) e dal DL 229/99. Lo scopo del PNLG è “l’elaborazione di linee guida e di altri strumenti di indirizzo finalizzati al miglioramento della qualità dell’assistenza. Questi documenti propongono l’adozione di linee guida come richiamo all’utilizzo efficiente ed efficace delle risorse disponibili e come miglioramento dell’appropriatezza delle prescrizioni.” (Manuale metodologico. Come produrre, diffondere e aggiornare raccomandazioni per la pratica clinica, ISS, Roma 2002). Anche le Linee Guida sull’Autismo pubblicate nel 2011 dall’ISS si pongono in questo alveo e meritano una lettura attenta. A differenza dell’uso violento che alcuni gruppi o individui ne hanno fatto - soprattutto contro la psicoanalisi - non si tratta di un cattivo testo. A partire dal postulato iniziale che “gli interventi affrontati nel documento siano solo quelli su cui sono disponibili studi scientifici volti a valutarne l’efficacia” (p.12) vengono tratte delle conclusioni.
Non sono nascoste le incertezze eziologiche e diagnostiche del disturbo, così come i labili confini nosografici con sindromi simili; è affermata la disomogenietà fenomenica, la complessità nell’adottare modalità di intervento efficaci, la frammentarietà degli studi sull’efficacia, la mancanza di ricerche a lungo termine... Non a caso sono spesso usati termini come “probabile efficacia”, “moderata efficacia”, “ipotesi di efficacia”, “suggerisce l’efficacia”, “è possibile ipotizzare un profilo di efficacia”, “dati non conclusivi”, “i risultati devono essere considerati con cautela”. Da ultimo, spesso si dichiara che il campione è composto da pochi casi o da casi “ad alto funzionamento” con cui - si sa - è più facile lavorare ed ottenere risultati. Insomma, tutto sommato, un testo coerente e prudente. Due sono però, a mio avviso, le questioni cruciali: 1. Secondo una definizione autorevole le Linee Guida (LG) sono «raccomandazioni di comportamento clinico, elaborate mediante un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opinioni di esperti, con lo scopo di aiutare i medici e i pazienti a decidere le modalità assistenziali più appropriate in specifiche situazioni cliniche» (Field M.J., Lohr K.N., a c. di, Guidelines for Clinical Practice: from development to use, 1992, Institute of Medicine, National Academy Press, Washington, DC). Anche il Manuale metodologico italiano, infatti, afferma che “esso si differenzia da molti altri prodotti simili poiché propone una lettura integrata dei diversi approcci alla produzione di raccomandazioni per la pratica clinica presentando, pur in modo sintetico, potenzialità e limiti di ciascuno di loro”. (Manuale metodologico. Come produrre, diffondere e aggiornare raccomandazioni per la pratica clinica, ISS, Roma 2002). Ebbene, questa integrazione, nelle Linee Guida sull’autismo non è stata fatta escludendo - di fatto - alcuni esperti e le loro opinioni. Si tratta di un grave impoverimento. 2. La psicoanalisi, che da sempre si è interessata all’autismo, non è neppure citata. Fatta sparire dal panorama. Ciò deriva, in parte, dalle premesse metodologiche («evidence-based guidelines») e dall’assenza di studi “scientificamente provati” nel nostro campo. Se nel 2015 vogliamo avere qualche speranza di sedere al tavolo di revisione delle LG non potrà che essere grazie a qualche ricerca metodologicamente valida. La SPI si sta già muovendo in questo campo, lo stesso sta facendo l’Istituto di Ortofonologia di Roma, l’Antenna 112 e l’Antennina di Venezia da alcuni mesi hanno sottoscritto un progetto di ricerca con la Facoltà di psicologia dell’Università di Padova. Non ci siamo mai confrontati su questo tema in modo franco e non pregiudiziale. Potrebbe essere uno dei temi da sviluppare. Inoltre, ai tempi della stesura delle LG si è levato un vasto movimento che richiedeva pubblicamente l’estromissione della psicoanalisi. Non si trattava solo di luogotenenti del comportamentismo, ma di genitori, familiari e, talvolta, autistici stessi, che avevano avuto un incontro traumatico con certa psicoanalisi. Non possiamo far finta di nulla e pensare che sia sempre colpa dell’Altro. Un ripensamento si impone; esperienze e materiale non ci mancano, così come la certezza di avere un contributo fondamentale da dare al dibattito e alla clinica. Penso – ad esempio – al valore che noi diamo a quanto portato dal bambino/ragazzo: una stereotipia, una frase ripetuta, un oggetto da cui non si stacca mai… Anche l’ABA di oggi ne fa un certo uso ma come strumento con cui barattare il cambiamento previsto e programmato, una sorta di versione ‘personalizzata’ della caramella o del bonbon atto a “modificare” e “rinforzare”. Anche i freudiani gli danno un certo valore, ma solo all’interno di un quadro interpretativo edipico in cui le interpretazioni spesso si moltiplicano e si rincorrono… svilendone lo statuto reale di supporto del soggetto. Per noi, invece, è parte essenziale del loro mondo e del loro modo di stare al mondo, metafora preziosa di una posizione soggettiva, aggancio imprescindibile per un lavoro di costruzione, indice di un lavoro già iniziato che non va eliminato… ma valorizzato. Ma penso anche al posto che noi diamo all’angoscia e alle paure di questi soggetti, vissuti che li spingono ad erigere un “bordo” fatto di equilibri, azioni ed oggetti più diversi per difendersi. Noi, facendoci loro partner, non chiediamo nulla, e facendogli prima di tutto “un posto” allentiamo la necessità di costruire e mantenere un “bordo” spesso impenetrabile. Inoltre, penso al valore della particolarità di ciascuno, che solo una pratica di ascolto priva di pre-giudizi come è la psicoanalisi sa cogliere e difendere anche in quei casi, come l’autismo, in cui tutti sono lì ad invocare metodi educativi più o meno coercitivi. Anche noi arriviamo all’educazione, ma per un’altra strada. Siamo gli unici a dare questo valore a tutto ciò. E gli autistici che ci incontrano ci ringraziano. A Padova inizieremo a confrontarci su diverse questioni… e proseguiremo nel farlo come Scuola. A presto, allora! Le Linee Guida sul Trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti sono scaricabili cliccando sul seguente link: http://www.snlg-iss.it/cms/files/LG_autismo_def.pdf Per coloro che sono interessati si può leggere anche: 1) il dibattito sviluppato dalla SPI http://www.spiweb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1916&Itemid=587 2) le tre interviste sul sito della SPI dopo il famoso articolo di Corbellini sul Sole 24 Ore http://www.spiweb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1927:corbellini-g-2012-intervista-sull-impatto-della-ricerca-empirica-e-delle-neuroscienze-sulla-psicoanalisi&catid=598&Itemid=441 http://www.spiweb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1939:lingiardi-v-2012-intervista-sull-impatto-della-ricerca-empirica-e-delle-neuroscienze-sulla-psicoanalisi-marzo-2012&catid=598&Itemid=441 http://www.spiweb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1940:terza-intervista-sullimpatto-della-ricerca-empirica-e-delle-neuroscienze-sulla-psicoanalisi&catid=598&Itemid=441 3) il confronto tra “esperti” di vario indirizzo pubblicato nella rivista “Psicologia clinica dello sviluppo” 2012, XVI (3), pp. 599-638. __._,_.___ Fonte: SLP Corrierre del 23. 09. 2013
0 Comments
Leave a Reply. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Dicembre 2024
Categorie
|