Un piano francese con l’obiettivo di bandire dalla passerella le donne magre ignora il fatto che l'anoressia è una malattia. Abbiamo bisogno di guardare le cause non gli esiti dell’avversione a se stessi. di Hadley Freeman Nessuno mai mi chiede come ci si sentiva. Nessuno mai mi chiede cosa abbia significato trascorrere tre anni della mia adolescenza in un servizio psichiatrico per una grave forma di anoressia nervosa; come ci si sentiva a essere talmente denutrita da riuscire a stento a camminare; come ci si sente ora a riuscire a raffigurarsi i volti dei medici e degli infermieri più chiaramente di quelli dei miei defunti nonni; come ci si sente ad aver trascorso gli anni dell’adolescenza con giovani donne che, in molti casi, sono morte; come questa esperienza abbia cambiato per sempre la mia personalità. No, nessuno lo chiede. Invece chiedono perché: "Perché eri anoressica? Perché?” I disturbi alimentari sono l'unica malattia mentale che la gente ancora presuppone causata da qualcosa di identificabile e di esterno. Nessuna persona sensibile chiederebbe a chicchessia perché è diventato schizofrenico, perché soffre di depressione clinica. Ma i disturbi alimentari sono una cosa diversa, e questo è in parte causato del comportamento di quanti ne hanno sofferto. In preda al disturbo, il mondo si riduce alle dimensioni di un guscio di noce: il cervello si fissa esclusivamente sul peso e sulle calorie; e, se si è sottopeso, si ha così freddo che si ha l’impressione di avere ghiaccioli al posto delle ossa.
Chiedere a una persona con disturbi alimentari perché si comporta così non fornirà nessuna risposta sensata, non più che se chiedessimo a un alcolista perché beve. L’interrogata dirà di voler essere magra come una modella, carina come una tale amica, abbastanza magra da potere indossare bei vestiti. Ma nessuna di queste ragioni è la vera causa per cui questa persona ha sviluppato un disturbo alimentare. Un gran numero di persone tuttavia ancora non lo ha capito. Questa settimana è stato annunciato che probabilmente la Francia farà approvare una legge che vieta alle modelle al di sotto di un determinato indice di massa corporea, di apparire nelle sfilate di moda e nei servizi fotografici. Fatti di cronaca come questo – e ne capitano quasi ogni anno – ottengono sempre una risonanza enorme, perché danno occasione ai giornali di pubblicare le foto delle modelle, opportunità che nessun media si lascerebbe scappare. Ieri il Times ha tenuto per tutto il giorno questa storia sul portale del suo sito web – accompagnata da foto di modelle graziose e magre – cosa che non succede spesso per la storia di una legge riguardante un paese straniero, e di cui non si è ancora potuta vedere l’efficacia. In effetti, è solo l'industria della moda che promuove immagini di donne magre, non è vero? Leggi simili a quella francese sono già state approvate in alcuni, pochi paesi, tra cui l'Italia, che annunciò il divieto di modelle magre nel 2006. Avendo seguito per questa testata le sfilate a Milano tra il 2002 e il 2008, alcune delle modelle più penosamente magre che abbia mai visto erano proprio sulle passerelle di Milano, e la situazione non è cambiata dopo il 2006. Le aspettative del mondo della moda su come dovrebbero apparire le modelle sono completamente malate, e le leggi di questo tipo, se effettivamente applicate, sarebbero da tempo opportune per il bene delle modelle stesse. Ma a suggerire che questo avrà un impatto sull’entità dei disturbi alimentari, equivale a dire che questo problema colpisce essenzialmente donne sciocche, che aspirano ad apparire come le modelle; questo è precisamente il tipo di condiscendente supponenza che ho da tempo imparato ad aspettarmi dalla gente che parla di una malattia mentale che colpisce in gran parte donne e ragazze. È indubbio che un sacco di donne e ragazze si sentano a disagio con se stesse guardando le foto di modelle molto magre; e per questo motivo, ripeto, queste leggi benintenzionate sono benvenute. Ma possiamo per favore fare la dovuta distinzione tra donne che soffrono di problemi di immagine e veri e propri disturbi alimentari, che sono una specifica malattia mentale? Con i disturbi alimentari entrano in gioco anche questioni sociali: da giovane, ti rendi conto di quanto valore abbia il tuo corpo nella società attuale, e ha senso utilizzarlo come strumento per esprimere la propria infelicità. Ma credetemi, non è solo la moda a mandare questo messaggio alle donne, e non si tratta nemmeno di magrezza. È per il modo in cui le donne sono ancora principalmente valutate attraverso il loro aspetto fisico. E questo mi porta al mio punto successivo. Prendendo lo spettro di opinioni dal lato delle più stupide, un certo dottor Aric Sigman – che i lettori di un tempo ricorderanno come lo zio nello show televisivo per bambini Live & Kicking – questa settimana ha tenuto una conferenza a una riunione d’insegnanti a Londra, in cui ha suggerito che la vera chiave per combattere i disturbi alimentari tra le donne sono – lo direste mai? – gli uomini. "Gli uomini sono un esercito inutilizzato... Sapere quel che pensano gli uomini può servire da antidoto alle ipotesi prevalenti che alimentano l’insoddisfazione del proprio corpo", ha affermato il dottor Sigman, con l’aria entusiasta di chi stesse leggendo l’opinione di Alan Partridge* sui disturbi alimentari. Salta fuori, ha rivelato in esclusiva il dottor Sigman, che agli uomini piacciono le curve femminili. Questo cambia tutto, signore. "Gli uomini sono un esercito inutilizzato che deve cominciare a farsi sentire", ha concluso. Perché se qualcosa è mancato alle donne di tutto il mondo, sono gli uomini che dicano esattamente cosa trovano attraente in una donna. Il dottor Sigman – che, incredibilmente, è definito come “un leader nel settore della psicologia educativa" – sembra non aver considerato la possibilità del tutto ovvia che un potenziale fattore all’origine dei disturbi alimentari nelle donne, in particolare l'anoressia, sia la paura di essere sessualizzate, che è per l’appunto una delle ragioni per cui l’anoressia tende a manifestarsi durante la pubertà. Se all’età di tredici anni, quando iniziai ad ammalarmi, gli uomini mi avessero detto che in realtà apprezzavano i fianchi femminili, avrei supplicato in preda al terrore di essere rinchiusa a vita in un reparto psichiatrico. Perché allora ho smesso di mangiare? Perché ero infelice. Perché non sapevo come esprimerlo. Perché non avevo capito che mi era permesso assecondare i miei bisogni. Perché avevo paura di crescere. Le cause specifiche dei disturbi alimentari sono molteplici, ma questi fattori sono piuttosto comuni. Se gli esperti volessero davvero aiutare le persone con disturbi alimentari, dovrebbero considerare perché sono così infelici; dovrebbero insegnare ai ragazzi nelle scuole come esternare i loro sentimenti senza ricorrere al masochismo; dovrebbero focalizzarsi sul perché così tante ragazze e donne sentano di doversi mettere in disparte; e, soprattutto, dovrebbero guardare alle cause dell’avversione di sé invece che alle sue manifestazioni. Ma, come sanno anche coloro che non hanno disturbi alimentari, è difficile affrontare problemi complessi – molto più semplice è ossessionarsi con le modelle. * Macchietta televisiva britannica di un presentatore che appare senza tatto, inetto e che spesso insulta i propri ospiti Fonte: The Guardian, 19 marzo 2015 Traduzione di Francesca Ferrarini
0 Comments
Leave a Reply. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Agosto 2024
Categorie
|