L'idea di base della ricerca pubblicata questa settimana sulla rivista Psychological Science è che le asimmetrie o le mancanze di proporzione del nostro volto tendono alla media se osservate in un gruppo di volti, e le stranezze del nostro viso sono percepite un po’ meno strane. Sembra suggerire che la bellezza si annida nelle pieghe del conformismo. Se mancassero conferme sulla non neutralità della ricerca scientifica!
di James Hamblin Drew Walker ed Edward Vul dell’Università di San Diego, in California, hanno realizzato cinque esperimenti per valutare quanto risultino attraenti le persone nelle foto. Alcuni volti erano raffigurati da soli, altri in gruppo. A volte i gruppi erano realizzati in realtà da collage di singole persone. In ogni verifica, sia per gli uomini sia per le le donne, le persone ritratte in gruppo sono risultate più attraenti. Walker ha spiegato così i motivi: " I volti nella media sono più attraenti, probabilmente perché portano nella media anche le idiosincrasie poco attraenti. " I docenti di San Diego hanno battezzato "effetto cheerleader “ questo risultato. L'effetto cheerleader è entrato nell’Urban Dictionary per la prima volta nel 2008, dove viene definito con alcuni esempi: " Nel suo insieme la squadra delle cheerleader, le ragazze pon pon, sembra interessante, anche se a ben guardare, individualmente ciascuna è piuttosto bruttina. Un altro esempio di questo effetto eteronormativo potrebbe essere quello delle Spice Girls, o ancora il gruppo di donne che danzano in cerchio in discoteca, o il tipo di situazione in cui visti insieme in una stessa stanza alcuni uomini sembrano interessanti, mentre presi isolatamente sono in realtà piuttosto slavati L'effetto cheerleader sembra essere familiare agli spettatori del popolare show televisivo How I Met Your Mother, giacché vi è stato introdotto nel settimo episodio della quarta stagione. Il personaggio di Neil Patrick Harris, seduto al banco di un bar, poco impressionato dalla vivacità della serata, si riferisce a un gruppo di donne lì presenti definendolo “attraente nel suo insieme, ma se le donne sono prese una per una sono poco più che scorfani". Passando dalla mera osservazione al postulato scientifico, Walker e Vul dicono che l' effetto è dovuto al "fatto che il sistema visivo rappresenta gli oggetti come un insieme. I singoli oggetti sono quindi polarizzati verso la media dell’insieme, e i volti medi sono percepiti come più attraenti di quelli presi singolarmente. Questo fa sì che i volti, visti in gruppo, appaiono più vicini alla media che presi da soli. La media del gruppo tenderebbe di conseguenza a risultare più attraente rispetto alla media delle singole facce. È interessante però che l'effetto non dipenda dal numero di facce presenti del gruppo. Un gruppo funziona qualunque sia la sua dimensione. "Avere alcuni accompagnatori, "concludono Walker e Vul nel loro articolo” può in effetti essere una buona strategia per gli incontri, in particolare se il viso degli accompagnatori è complementare e fa media con le proprie particolarità meno attraenti. Forse! Naturalmente però funziona solo se è una cosa fortuita, e non se si sta consapevolmente coltivando un gruppo di amici per mitigare le proprie insicurezze fisiche. Il lato positivo di questa idea è che potrebbe darci un ulteriore motivo per socializzare e viaggiare in compagnia. Per tutti le relazioni hanno un effetto benefico sulla salute, e il tempo trascorso a socializzare offline è correlato con la qualità della vita. Forse in effetti sembriamo più attraenti tra un po’ di amici, non solo per via delle strutture ossee complementari, ma soprattutto perché siamo più felici. Fonte: The Atlantic, 4. 11. 2013
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