I venerdì di Zadig
Istituto freudiano di Milano. 29-11-2019 Società Umanitaria - Via S. Barnaba 48, Milano. Partecipano: Loretta Biondi, Vita Cosentino, Riccardo Fanciullacci, Laure Naveau, Giuseppe Salzillo. Coordina: Marco Focchi Ascolta l'audio riproducendo il video sottostante![]() Presentiamo, in una sintesi redazionale, il resoconto degli argomenti esposti nell’intervento del prof. Mario Maj al Congresso tenutosi a Cagliari dal 21 al 23 settembre 2017, con il titolo La crisi del paradigma neo-kaepeliniano. È una chiara illustrazione delle difficoltà a cui sono andati incontro i presupposti fondativi che hanno sostenuto l’impresa del DSM dalla terza edizione del 1980 alla quinta del 2013. È anche un tentativo di delineare le linee prospettiche su cui tenta di muoversi la psichiatria dopo il fallimento del progetto diagnostico-statistico preteso ateorico. Da un lato è manifesto l’obiettivo di far convergere i più recenti orientamenti psichiatrici con la ricerca neuro-biologica per dare un fondamento organico alla formulazione dei nuovi schemi di lettura delle psicopatologie, e mantenere quindi la rotta terapeutica ben ancorata alla farmacologia. Dall’altro appare trasparente la necessità di tener conto dei fattori culturali, sociali, psicologici, di tutto quell’insieme di strati cioè che fanno vacillare il confine tra normalità e follia e che rendono impossibile definire una relazione di causalità lineare tra il farmaco somministrato e il suo effetto. La psichiatria sembra così riconoscere come inaggirabile l’esistenza del soggetto, il fatto che l’uomo è un essere parlante e che il linguaggio, con tutte le sue implicazioni relazionali, può dirottare l’effetto atteso di un farmaco, come può invece indurre un effetto terapeutico che viene di solito squalificato con il nome di placebo e che, grazie alla psicoanalisi, possiamo invece riconoscere nella sua potenza e nella sua verità come l’azione del transfert. Una nuova psichiatria si sta sviluppando presentandosi con nuovi obiettivi, nuovi modelli, nuovi strumenti terapeutici, e richiede una riflessione sulle nuove basi epistemologiche che stanno emergendo. Per quarant’anni anni il filone principale della pratica e della ricerca psichiatrica a livello internazionale è stato orientato dal paradigma neo-kraepeliniano lanciato negli anni ’70 da Gerald Klerman, che si fece promotore di quel che divenne il credo neo-kraepeliniano. ![]() Richard Smith Peter Gøtzsche, medico e ricercatore danese, ha scritto un libro sostenendo che il 97% degli psicofarmaci causano più danni che benefici. Allen Frances, professore emerito di psichiatria alla Duke University e presidente del comitato che ha curato il DSM IV, afferma che del libro di Gøtzsche ha ragione al 70%, ma che il grosso problema è che i pazienti con gravi malattie psichiatriche vengono abbandonati, mentre molte persone con problemi minori vengono trattati in modo eccessivo. Entrambi hanno parlato settimana scorsa in un Convegno a Leida, per celebrare i cinquant’anni del Geneesmiddelenbulletin, una rivista che fornisce informazioni indipendenti sulle prescrizioni mediche. ![]() Noi membri della Nueva Escuela Lacaniana di Santa Cruz de la Sierra e soci APEL (Asociacion Psicoanalitica de Estudios lacanianos) esprimiamo la nostra preoccupazione per gli eventi che stanno accadendo nel nostro paese, la Bolivia. Il disagio della civiltà ci interpreta, la nostra città si mobilita in marce pacifiche senza colori politici né bandiere di partito. I corpi parlanti scendono in strada per esprimere la loro indignazione e per cercare di cogliere qualcosa del reale. Avvertiti di quel che è strano, estraneo, ma al tempo stesso proprio, noi psicoanalisti siamo fiduciosi che nel richiamo alla non violenza e nell'invito alla parola, l’invito a dirla e ad ascoltarla, troveremo un modo più accettabile di percorrere questo tratto di storia. ![]() La Nuova Scuola Lacaniana con sede a Santiago (NEL-Santiago) è scossa, toccata dagli eventi susseguitisi in Cile degli ultimi giorni. A volte quel che sorprende ci sta davanti agli occhi ed è necessario quell'incontro, quel risveglio, per leggere retrospettivamente ciò che non era stato riconosciuto. L'ordine in cui il Cile era sopito si è rivelato feroce, insensibile alla dignità dei cittadini al punto di ignorarli nei propri calcoli, iniquo nelle sue politiche fino al capriccio e a una vacuità retorica che potrebbe suggestionare ma non convincere. Conosciamo i dettagli di questo ordine da molto tempo e abbiamo potuto metterli in risalto questa settimana; è la rettifica soggettiva che vogliamo sottolineare. La NEL-Santiago si sveglia con il paese per dire no a quest'ordine di ferro, al modello autoritario e segregativo che impone i suoi progetti e che nei "trenta pesos" in più richiesti questa volta - giustificati con algoritmi e buoni motivi - ha reso chiara l’esazione che dissimulava. La NEL-Santiago dichiara inoltre il suo rifiuto dello stato d’eccezione – e delle sue conseguenze – decretato dal governo da sabato scorso, poiché ritiene che sia un modo per ribadire l'ordine che condiziona la libertà dei corpi di circolare, dei soggetti di decidere e la libertà d'incontro e di scambio. La banalizzazione nell'uso di parole serie come "guerra", l'indolenza nei gesti e nelle espressioni, rivelano uno smarrimento del senso politico, senso dal quale ci si attende non solo un "buon funzionamento", ma anche spazio per divergenza ed eterogeneità. La perdita dello stato di diritto è, inoltre, la perdita di una condizione minima per la psicoanalisi: la libertà di parola. Noi che facciamo parte della NEL-Santiago diamo valore a quel che Lacan chiamava a suo tempo "un nuovo piano di determinazione" nel sociale e promettiamo di non indietreggiare nello sforzo di dare spazio a questo malessere culturale e agli emergenti solidali, che intendiamo, semplicemente, come risonanza collettiva del sentimento di dignità. Mettiamo a disposizione i nostri dispositivi di Scuola e altri dispositivi da inventare per offrire un luogo all'angoscia, all'incertezza e anche al desiderio e alle iniziative mobilitate a partire da questo 19 ottobre. Cogliamo l'occasione per ringraziare i colleghi dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi (AMP), l'amato "paese della psicoanalisi" che riunisce le sue sette scuole, per le parole di preoccupazione, vicinanza e di partecipazione negli eventi recenti. 23 ottobre 2019. |
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