È girato tra i social, negli ultimi giorni, il filmato di questo violoncellista che suona Bach tra le rovine di Kiev. Un altro filmato mostra una pianista che suona Chopin nella sua casa devastata dove, miracolosamente, il pianoforte si è salvato. Per un musicista il suo strumento è la sua anima, il cui suono s'innalza al di sopra del rumore sordo dei cannoneggiamenti. Queste immagini evocano anche il momento in cui nel 1942, quando Leningrado era assediata e sotto i bombardamenti, andò in scena la settima di Šostakovič. Il teatro aveva fatto il tutto esaurito, e durante l'esecuzione la luce non venne mai spenta. Il rombo dei cannoni non aveva mai taciuto, ma nessuno del pubblico aveva lasciato la sala. C'è un eroismo dell'arte che non ha nulla da invidiare all'eroismo militare, perché si può perdere tutto, ma non la propria anima.
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Agosto 2024
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