![]() Intervista con la dottoressa Anne Douchet, ostetrica e ginecologa Marga Auré: il giorno del matrimonio è un giorno davvero speciale nella vita di una donna. Secondo la sua clinica ginecologico-ostetrica le preoccupazioni delle donne sono cambiate? Dr. Anne Douchet*: Prima dell'ottobre 2007, in Francia gli sposi maschi erano obbligati ad avere un certificato medico, su un modulo da presentare al municipio, dove si attestava che avevano preso conoscenza dei risultati sierologici di rosolia e toxoplasmosi della futura sposa, come anche del suo gruppo sanguigno. L’analisi sierologica dell'HIV veniva proposta come facoltativa a entrambe le parti. Si trattava di mettere sull’avviso i singoli componenti della coppia riguardo ai rischi di infezioni sessualmente trasmissibili e di informare le donne sulle varie misure preventive possibili in previsione di una gravidanza o, al contrario, sulla contraccezione. Considerando che il 40% delle nascite avvengono fuori dal matrimonio, e che l'informazione è diventata di più facile accesso, le legge ha rimosso questo obbligo, lasciando che informazioni e misure di prevenzione – auspicabili – siano gestite direttamente dal medico e dal paziente. Questo potrebbe rappresentare uno svantaggio per quelle donne che non sono seguite regolarmente da un ginecologo e che potrebbero perdere l’occasione di accedere ad almeno un esame di valutazione prematrimoniale. Marga Auré: Ha notato qualche particolare paura, preoccupazione, richiesta o imbarazzo nel preparare i suoi pazienti per questo evento?
Dr. Anne Douchet: Ogni caso è a sé, è difficile da catalogare. Ci sono regolarmente richieste di trattamenti per ottenere un'amenorrea il giorno delle nozze; si tratta quindi, al momento di entrare in un diverso ordine simbolico, di non avere “regole” – il che può sembrare paradossale e divertente se si vede la situazione da una certa distanza. La cosa è ancora più divertente perché la maggior parte delle volte queste richieste arrivano troppo tardi per essere esaudite. Si assiste così a un fallimento come se, inconsciamente, ci fosse un tentativo di sfuggire una forma di ordine per meglio adeguarvisi. Ci sono anche regolarmente richieste di contraccezione per prevenire la gravidanza al momento del matrimonio e non rischiare gli svantaggi della nausea del primo trimestre. Più raramente, ci sono richieste di certificato di verginità per le donne di fede musulmana, per le quali il Collegio Nazionale di Ostetrica e Ginecologia raccomanda, se si accetta di redigere un tale certificato, di dichiarare che la paziente, al momento del certificato, non mostra alcun segno evidente di deflorazione. In effetti, ciò che è vero un giorno può non esserlo il giorno successivo, inoltre a volte ci sono variazioni anatomiche che rendono difficile la compilazione di tale certificato (casi detti di imene "compiacente"). Mi sembra comprensibile che una tale richiesta, che non ha niente di medico, possa essere accettata con difficoltà da un medico che pratica nel contesto di una società laica e vive in un sistema di pensiero riferito a una diversa organizzazione simbolica e quindi a un altro sistema di valori. Le difficoltà sono ancora maggiori quando si tratta di richieste di riparazione dell’imene. Più raramente, potremmo trovarci ad avere a che fare con domande sorprendenti, come, ad esempio, quella di accertare e di attribuire la paternità di un embrione a un determinato genitore, perché la donna in questione è stata con due partner diversi a intervalli relativamente ravvicinati: la risposta dovrebbe servire, per la paziente, a scegliere con quale partner sposarsi, oppure a evitare o meno la gravidanza. Marga Auré: Le richieste di trattamento per vaginismo, sterilità e scomparsa del desiderio nelle donne hanno a particolare impatto sul matrimonio? Dr. Anne Douchet: Non ci avevo pensato fino ad ora, ma in realtà, su questioni di vaginismo la domanda è affrontata più facilmente in consultazione quando le donne sono sposate. Mi sembra che i casi di vaginismo siano meno frequenti rispetto a qualche anno fa, e non mi sembra di aver incontrato una donna non sposata che si lamentasse di questo sintomo. Per quanto riguarda la perdita del desiderio, ci sono tre circostanze che si incontrano regolarmente: alcune donne vedono diminuire la libido in modo chiaro e inequivocabile quando assumono contraccettivi orali, e direi che per il medico questi sono i casi più facili da curare in quanto, in un certo senso, "basta" cambiare la modalità di contraccezione. Il postpartum è un’altra situazione in cui è frequente il declino del desiderio, e direi quasi fisiologico, ma non penso di aver visto alcuna differenza tra donne sposate e non sposate. Infine, a partire dalla menopausa, le donne si lamentano regolarmente di disturbi del desiderio e della scarsa libido in risposta al desiderio dei loro mariti, che sembra immutato. È per via dell'età che, alla fine – dal momento in cui hanno una relazione da molto tempo – le donne tendono a essere sposate? Non penso di avere un esempio di donna non sposata che si lamenti di questo. Quando ne parlano, il riferimento al partner è sempre inteso come marito: "mio marito non è contento", "mio marito non osa più perché sa che mi farà soffrire”, mio marito dice che lo faccio apposta", ecc. La cosa curiosa è che è difficile far ordine tra ciò che accade da un punto di vista psichico e la realtà fisica dell'atrofia vaginale da deficit ormonale, così comune in situazione di post menopausa. Le donne spesso rinunciano alla sessualità a causa della secchezza vaginale, senza tuttavia consultarsi a riguardo. Tornano quindi dal medico per informarsi su ciò che sta accadendo e, se necessario, accettano una cura che verrà presa come un aiuto prezioso o, al contrario, come costrizione dolorosa per il fatto di dover fare sempre attenzione all’atrofia vaginale… Quando non si ha invece a che fare con situazioni stupefacenti! Una donna di settant'anni mi disse che era inutile le prescrivessi ovuli idratanti, perché non avrebbe sopportato di fare sogni erotici provocati dall’applicazione di quel trattamento! Traduzione di Micol Martinez
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