Elisabetta Corrà - free lance per La Stampa TuttoGreen Sabato 24 settembre, Milano, Accademia di Brera. Musica assordante sparata contro le mura settecentesche della Pinacoteca; un corteo di furgoni neri a vetri oscurati ingombrano lo spiazzo antistante l’ingresso nel cortile; una squadra di guardie del corpo in smoking che sembrano appena usciti dalla pagine di Vogue piantona l’accesso al corridoio dell’Accademia da cui si accede alla Biblioteca Nazionale Braidense. Siamo nel pieno della cosiddetta “settimana della moda” e l’intero complesso asburgico della Pinacoteca e della Braidense - l’unica biblioteca della città dotata di una collezione adeguata alle esigenze di chi svolge ricerca avanzata - è sequestrato dalla sfilata di Raffaella Curiel. Il 24 settembre è successo a Milano quel che già era successo - stavolta però denunciato sulle pagine di La Repubblica - a Firenze, con l’addio al celibato a Palazzo Pitti, e a Verona, con l’arena romana affittata ad una azienda privata e ridotta a pista sul ghiaccio di 25 metri per una festa qualsiasi. Ma anche ciò che ci si aspetta, orrendamente, a Caserta, se il nuovo sovrintendente darà corso al suo progetto di far nuotare Federica Pellegrini nelle fontane della Reggia. Tutto questo lo sta denunciando dal maggio scorso il movimento Emergenza Cultura (emergenzacultura.org) che riunisce chiunque in Italia viva di cultura, sapere e patrimonio e non riesce più a tacere dinanzi alla dismissione impudica, ed alla umiliazione, dei beni del Paese. Tra i nomi più autorevoli del movimento vi è lo storico dell’arte Tomaso Montanari, che in numerosi interventi pubblici racconta da ormai qualche mese la china sconcertante in cui il patrimonio culturale e artistico del Paese è scivolato, ridotto a profitto, privatizzato, umiliato e, soprattutto, sconnesso da una qualsivoglia idea dignitosa di futuro. Perché al centro delle riflessioni di Montanari c’è il patrimonio, e che cosa è, oggi, il patrimonio? Perché la mercificazione della Braidense dovrebbe preoccuparci? E che cosa significa, infine, che i templi del sapere vengono svenduti al migliore offerente e avviliti nella loro sacralità storica? I fatti di Firenze, Milano, Verona e (forse) Caserta ci indicano che la questione sostanziale dietro alle politiche di messa a usufrutto dei beni artistici è la questione del patrimonio e dell’eredità. Il tempo presente - è una condizione che affligge l’intera Europa - si chiede con insistenza che cosa fare del proprio passato. Ciò che abbiamo ereditato dalle civiltà che ci hanno preceduto non è più percepito come vincolante per definire il nostro futuro. Questo significa che stiamo dentro una concezione della storia emancipata, per così dire, dal debito strutturante rispetto a chi è venuto prima di noi. Ma se Husserl, alle soglie della Seconda Guerra Mondiale, poteva, a buon diritto e a ragione, ancora affermare che “l’Europa è una figura dello Spirito” (intendendo con ciò il patrimonio di pensiero che ci ha definiti come Occidente nel corso dei millenni), oggi il passato non fonda più il sentimento di appartenenza ed è, al contrario, percepito come un fardello archeologico oppure, è ciò di cui stiamo parlando, come un terreno da mettere a profitto a scopo di intrattenimento. Questa impostazione devota alla quantificazione riflette molto profondamente le correnti sotterranee, psichiche del nostro presente. La psicoanalisi di indirizzo lacaniano investiga da tempo la “eclissi del Padre”: si tratta del tramonto del processo di individuazione saldamente fondato sulla derivazione, sulla filogenesi, sulla elaborazione dei costrutti simbolici ereditati dai Padri che definiscono i figli in quanto ne circoscrivono il desiderio, che ha un futuro proprio perché ha una forma, un confine e un orizzonte. Detto in termini più semplici, secondo il pensiero lacaniano contemporaneo, si può essere figli - ereditare il passato della propria famiglia e farne qualcosa di nuovo e originale - proprio perché si è incontrato sul proprio cammino qualcosa che era già stato detto e che aveva già lasciato la propria impronta sulla realtà. Da qui, infatti, nasce la possibilità di costruire il nuovo: dal desiderio di modificare lo stato delle cose, con una opposizione creativa e perciò dialettica. Allargando il ragionamento a ciò che ci definisce in quanto cittadini, l’eclissi del padre, oggi, denota un sentimento di insoddisfazione e di insofferenza per il peso del passato, ciò che Alain Finkielkaut ha illuminato come la fine dell’ammirazione, della riverenza, per ciò che fu. Allora, la mercificazione del patrimonio parla esattamente di questo, della disposizione culturale e politica a vedere nei beni ereditati “cose” e non significanti. Il passato ha smesso di avere un effetto significante perché è considerato trascorso, concluso, finito. Sta qui il gigantesco errore di prospettiva che pende come una spada di Damocle sul nostro futuro. In che modo?
Non è un caso che Emergenza Cultura, con Tomaso Montanari e Salvatore Settis in prima fila, abbia insistito sin dall’inizio sul legame tra il disprezzo del patrimonio (della sua cura, della sua tutela, della sua conservazione) e la distruzione della integrità ambientale del Paese, sancito dall’articolo 9 della Costituzione. Il contesto ecologico non viene trattato in un modo diverso da come viene disinvestito il patrimonio artistico e culturale. Ancora una volta, la corrispondenza non è solo politica, amministrativa, è antropologica e cioè psichica. Anche nei confronti del Pianeta (che è realtà ben più vasta del generico “ambiente”) sussiste nel nostro presente la fantasia di circoscrivere il vivente, di delimitarlo, di tenerlo sotto controllo, di metterlo a profitto ( con i cosiddetti strumenti di offsetting); le politiche ambientali internazionali si scontrano contro i limiti imposti ai progetti di conservazione dai meccanismi evolutivi che presiedono la vita stessa. Ma ad essere in scacco è proprio la concezione di che cosa sia la vita, in senso biologico: la conservazione delle specie e degli habitat risponde ormai ai soli bisogni degli esseri umani, che presuppongono di emanciparsi dai vincoli paleo-ecologici ed evolutivi che strutturano dall’interno il proliferare della biodiversità, e quindi la sua sopravvivenza. La spada di Damocle consiste in questo, che il passato non è affatto disidratato, concluso e morto; il passato, come ha mostrato Giorgio Agamben, è un “significante instabile” che circola continuamente nel presente stabilendo rapporti di forza, rifrazioni, confronti. Il presente non è presente perché è indipendente e autogenerato, ma perché viene da qualcosa. Homo sapiens è tale perché sono esistite le Australopitecine africane. L’Europa di Bruxelles è figlia del trauma della Seconda Guerra Mondiale. Noi italiani parliamo l’italiano perché Tacito e Cicerone hanno elaborato nella lingua latina lo stampo su cui si è, nel corso dei secoli, diluito il volgare di Dante. L’appartenenza alla storia ecologica del nostro Pianeta si definisce, lo ha spiegato Guido Chelazzi, come impronta e non come possesso autodeterminato. L’impronta marca la vita in quanto filogenesi e sequenza causativa. La libertà di Bernini, ha raccontato magistralmente Tomaso Montanari nel suo programma per Rai5, consiste nel fatto che camminando per Roma siamo immersi nella ispirazione di Bernini attraverso la bellezza delle sue opere: la magnificenza della creazione artistica dà una forma agli spazi della vita civile ricordandoci che il contesto è il significante dei nostri sentimenti umani. Il rischio che stiamo correndo è la perdita della capacità di ricordare. I significanti che hanno avuto origine nel passato non vengono mai perduti, ma persistono nel corso del tempo: è questa una lezione assolutamente moderna della psicoanalisi che un occhio attento riesce sempre a cogliere anche nel tempo storico. Il nostro legame con il patrimonio è un vincolo di eredità non rinnegabile e non eliminabile. Per questo la privatizzazione in corso è una mutilazione dell’identità comune a tutti i cittadini.
0 Comments
Leave a Reply. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Agosto 2024
Categorie
|