Daniela Blei In un'edizione del 1979 di 60 Minutes, Dan Rather ha dichiarato: "Wellness. Ecco una parola che non si sente tutti i giorni. Significa esattamente quel che si potrebbe pensare significhi: l'opposto di malattia ... È un movimento che sta diventando di moda in tutto il paese". Più avanti nel pezzo, Rather dialoga con il dottor John W. Travis, fondatore del Wellness Resource Center a Marin County, a nord di San Francisco. “Per il semplice fatto che non sei malato – dice Travis a Rather – non hai sintomi. Hai fatto un controllo generale e hai avuto un certificato di buona salute, ma questo non significa che tu stia bene". Collegata un tempo alle sottoculture utopistiche della New Age, di luoghi come Marin County e Santa Fe, la Wellness è diventata ora dominante. Dovunque proliferano le attività commerciali ad essa associate: bar specializzati in succhi di frutta, ritiri di meditazione, diete disintossicanti, app per la mindfulness e negozi di abbigliamento sportivo. Il blog Goop, sullo stile di vita, gestito da Gwyneth Paltrow, portavoce del movimento, si è unito il mese scorso al Thrive Global di Arianna Huffington, una nuova piattaforma sul Wellness “rivolta ai bisogni profondi della nostra società moderna.” Nelle scuole, negli ospedali e persino nelle carceri, i sostenitori del movimento citano il potenziale di rafforzamento di sé presente nelle politiche del Wellness, che puntano a migliorare il morale e ridurre lo stress. I programmi di Wellness coinvolgono ora aziende e industrie in tutta l'America, promuovendo la salute e le "strategie di gestione di sé", promettendo di rilanciare la produttività riducendo i costi dell’assistenza sanitaria. Ci sono ora i consulenti per il Wellness, dedicati a quanti possono pagarsi il privilegio di migliorare se stessi, ci sono vacanze Wellness con crociere olistiche, e persino fornitori di Wellness per gatti e cani. Il termine Wellness è stato diffuso alla fine degli anni Cinquanta dal dott. Halbert L. Dunn, considerato il padre del movimento. Scrivendo sul Canadian Journal of Public Health nel 1959, Dunn ha definito come “Wellness di alto livello” – il principio organizzativo alla base del suo lavoro – "una condizione di cambiamento dove l'individuo avanza, in una scalata verso potenzialità maggiori". Dunn ha tracciato una distinzione tra la buona salute – intesa come l'assenza di malattie, o lo stato passivo dell'omeostasi – e la Wellness, intesa come ricerca attiva e continua. Mentre un buono stato di salute è oggettivo, dettato dalle fredde e rigide verità della medicina moderna, la Wellness di Dunn è soggettiva, basata sulla percezione e "sull'unicità dell'individuo". Le idee di Dunn hanno acquisito un crescente seguito diventando, nel XXI secolo, quasi ubique, tanto che nel 2015, l'industria globale della Wellness è stata valutata 3.700 miliardi di dollari.
Ma senza l’emergere delle classi medie in Europa, senza il benessere e il tempo libero ottenuti dalla Rivoluzione industriale, la cultura della Wellness oggi non esisterebbe. * * * Nel 1891 Louis Kuhne, a Lipsia, in Germania, pubblicò The New Science of Healing, libro dove raccontava della sua lotta contro il dolore e la malattia cronica e del modo in cui li aveva superati. "All'inizio ho cercato l'aiuto di ‘terapeuti regolari’ – scrive Kuhne – ma senza risultati. In verità, non ho mai avuto molta fiducia in loro.” Rifiutando la medicina istituzionale, la guida di Kuhne prescriveva cure naturali per ogni disturbo: aria fresca, una rigorosa dieta vegetariana, l’astensione dall’utilizzo di sale e di zucchero, idroterapia, una combinazione di bagni di vapore e acqua fredda in cui tuffarsi per liberare il corpo dai disturbi. Kuhne ha poi aperto una clinica a Lipsia, dove ha avuto una carriera di successo come imprenditore nel settore della salute. Nel tardo diciannovesino secolo, i nuovi ricchi in Europa hanno creato una cultura del benessere che è andata sotto il nome di “Lebensreform”, riforma della vita. L'autore tedesco era un carpentiere a giornata senza nessuna formazione medica, ma il suo libro fu un best seller, tradotto in diverse lingue europee. Kuhne non era un caso eccezionale, rifletteva lo zeitgeist, lo spirito del tempo. A fine Ottocento, in Europa, molti hanno visto la società urbana e industriale come degenerativa, dannosa per il corpo e per l'anima. Le masse moderne sembravano pericolosamente separate dalla natura. Il lavoro sedentario dei colletti bianchi era poco salutare; l’avanzata della tecnologia era disumanizzante. La medicina moderna non era d’aiuto; i medici, partecipi ormai di una prassi professionale consolidata, trattavano i pazienti schematicamente, non come individui con esigenze olistiche. Dopo il 1874, quando la Germania ha approvato una legge che rendeva obbligatoria la vaccinazione contro il vaiolo, e i cui risultati sono stati esaminati da Claudia Huerkamp nel Journal of Contemporary History, gli attivisti anti-vaccinazioni hanno messo sotto accusa "l'avvelenamento" da parte dell'istituzione e si sono stretti intorno alla medicina alternativa, disponibile in un mercato sanitario in espansione . Nel tardo diciannovesimo secolo, i nuovi ricchi europei hanno creato una cultura della Wellness che è andata sotto il nome di “Lebensreform”, riforma della vita. Si componeva di una crescente rete di gruppi e organizzazioni i cui membri, tra cui Louis Kuhne, sperimentavano la dieta vegetariana, l’alimentazione crudista, esercizi all’aria aperta, nudismo, terme e bagni di sole. Questi uomini e donne hanno si abbonavano a riviste come Vegetarian Lookout e The Natural Doctor, rifiutavano il pane bianco e altri prodotti alimentari trasformati e trascorrevano le vacanze in centri salutisti che promettevano perdita di peso o una tregua dal ritmo vertiginoso della vita moderna. Ciò che è iniziato come uno sforzo per mitigare gli effetti collaterali del benessere economico, vale a dire l'inattività e l’appagamento autoindulgente, ha trasformato il significato stesso della salute, da assenza di malattia a "uno stile di vita razionale e igienico, che valorizza l'autocontrollo e la moderazione in tutti gli aspetti della vita" scrive Michael Hau, uno storico del movimento tedesco per la riforma della vita. L'ideale estetico del corpo magro e muscoloso può derivare dall'antichità greca, ma sono stati i seguaci della riforma della vita a trasformare la cura del corpo in una virtù, spiega Hau. Un stato di buona salute diventa così sinonimo di bellezza e di auto-realizzazione. Mentre gli europei diventavano più consapevoli del corpo e più attenti alla linea, le ansie derivanti dall'apparenza fisica facevano crescere un insaziabile appetito pubblico per i libri di auto-miglioramento. Era nata un’industria della Wellness, i cui accessori comprendevano cibi e bevande sani, l'abbigliamento giusto e la permanenza in cliniche esclusive con spa, del tipo dettagliatamente descritto nelle pagine de La montagna incantata di Thomas Mann. "Un lato ironico dell’interesse attivo per la salute di quel periodo – osserva Hau – è che ha alimentato e consolidato il senso di inadeguatezza personale da cui ha avuto origine". Come nuovo ideale di salute entrato nella tendenza dominante, ha richiesto un maggior lavoro per la sua realizzazione. Ma per molti sostenitori della riforma della vita l'ascetismo era una fonte di piacere. Accantonando le soffocanti vesti vittoriane e uscendo all'aria aperta, essi rivendicavano l’auto-liberazione, e agivano spinti da impulsi utopici. "La riforma della vita ha dato ai suoi sostenitori la sensazione di avere in mano il proprio futuro” – spiega Hau – in presenza di un radicale cambiamento economico e sociale. Il corpo è diventato una fonte di autonomia e di autodeterminazione, almeno per quegli uomini e quelle donne con le risorse per curarlo. Friedrich Bilz, autore tedesco, naturopata e fondatore di una spa vicino a Dresda, ha venduto tre milioni e mezzo di copie del suo libro di consigli sulla salute, che è stato tradotto in dodici lingue. Ha fatto conoscere e promosso le gioie di mangiare sano e di fare esercizio fisico, così come la possibilità liberatoria di camminare a piedi nudi. Il suo libro ha presentato lettere – storie di trasformazione personale – che confermavano l'etica del lavoro borghese: nel mondo moderno, l'impegno implacabile era la ricetta per il successo. Anche i medici hanno partecipato alla cultura della Wellness ottocentesca. Ferdinando Hueppe, un medico che nel 1880 ha lavorato nel laboratorio di Robert Koch (il fondatore della batteriologia moderna), ha lasciato la scienza di base per studiare l'esercizio fisico e promuovere i benefici dell'attività fisica nelle scuole e nei luoghi di lavoro dei colletti bianchi, in situazioni cioè caratterizzate dalla necessità di rimanere lunghi periodi seduti. Nel 1899 Hueppe ha pubblicato Manual of Hygiene, una delle prime opere di fisiologia dell'esercizio fisico, un campo che stava cominciando ad aprirsi dal 1904, quando il docente di l'educazione fisica danese J.P. Müller ha introdotto My system, un allenamento giornaliero di quindici minuti che poteva essere eseguito quasi ovunque (con risultati visibili!). Fu un successo in tutta Europa, diventando il regime di fitness favorito di un giovane molto attento alla salute come Franz Kafka. I medici erano anche imprenditori della salute, fondavano case di cura, che erano la versione di ieri del Canyon Ranch di oggi dove, con una retta giornaliera decisamente alta, i pazienti si concentravano per guarire dalla malattia superando la loro alienazione dalla natura. Le strutture erano spesso lussuose, ma venivano prescritti esercizi all'aperto e anche lavoro manuale, spiega Hau. In luoghi come la casa di cura del Dr. Ehrenwall, nella Renania tedesca, i pazienti intagliavano il legno e lavoravano il cuoio all'aperto. Nel 1924 Mary Campbell, un’infermiera americana, scrivendo nell'American Journal of Nursing, ha osservato che negli ultimi anni la salute era diventata come una merce. "Allo stato attuale il prodotto è la salute", ha spiegato. "Lo schema di fondo per le imprese include: la casa di cura, la vendita all'ingrosso, i pazienti, i venditori al dettaglio. "Attraverso il consumo, la cultura della Wellness del diciannovesimo secolo ha promesso la salute e, collegati con essa, il successo e la realizzazione personale. * * * Le pressioni economiche spiegano il riemergere della cultura della Wellness? L'inizio del ventunesimo secolo ha alcune caratteristiche peculiari in comune con la fine dell'Ottocento: una rivoluzione tecnologica, un'espansione capitalistica, una concentrazione della ricchezza, la precarietà del lavoro e, con essa, uno stato d’ansia. Già nel 1959, Dunn fece riecheggiare i timori del diciannovesimo secolo per gli effetti negativi della modernità. "Poiché le persone nella vita urbana sono sempre più stipate, la libertà d'azione sempre più risulta limitata", ha osservato, indicando "il crescente aumento della popolazione" e "una maggiore mobilità" come barriere alla Wellness di alto livello. Ma le idee di Dunn erano seguite da un pubblico ristretto; ci sono voluti decenni prima che Oprah, il dottor Oz e altri divulgatori della Wellness salissero la scala della celebrità. La critica femminista della cultura della Wellness dimostra ciò che ha di sbagliato osservando la cultura popolare. Più di recente, alcuni studiosi femministi hanno esaminato la creazione della salute guardando la cultura popolare, e traendo conclusioni simili a quelle degli storici della Wellness ottocentesca. Il miglioramento del proprio corpo è spesso "unito a questioni di estetica, sessualità e consumismo", secondo Carol-Ann Farkas, le cui ricerche sono pubblicate da riviste di Wellness come Self e Men's Health. Scrivendo in Studies in Popular Culture, Farkas riesamina le critiche femministe della cultura della Wellness come "una conversione radicale verso di sé, con l’obiettivo di trasformare il proprio corpo, in contrasto con una spinta verso l'esterno per muoversi in un’azione collettiva". Per Farkas, il momento cruciale non è stato la formulazione della Wellness di alto livello di Dunn nel 1959, ma quello di Oprah che dice: "Mettiti innanzitutto la maschera d'ossigeno", cioè la sua incitazione a dare priorità a se stessi anziché rivolgersi agli altri. La critica femminista sulla cultura della Wellness mostra ciò che in essa non va, ma i problemi sociali che presenta non è nuova. Nel 1905 gli europei parlavano di nevrastenia invece che di "mangiare sano" e sorseggiavano Sinalco, una sana alternativa all'alcool, invece che spremute di frutta fresche. La riforma della vita ha raffinato la sensibilità della borghesia, ed era spesso costosa, come acquistare un Vitamix o iscriversi alla lezione di fitness più in voga. Molto più importante era che i sostenitori della riforma della vita, in cerca di uno stile di vita più naturale e disciplinato, miscelavano la salute con la bellezza. Non ci volle molto tempo perché l'aspetto esteriore di una persona venisse considerato indicativo della sua salute fisica, spirituale e mentale, uno sviluppo questo con conseguenze pericolose, se non addirittura letali. La cultura della Wellness ha promesso successi per oltre un secolo, il successo nella lotta per la sopravvivenza attraverso il controllo del corpo e l'autodisciplina. Il mondo moderno è un luogo darwiniano: finché ci sarà disincantamento, ci sarà una falsa redenzione attraverso la Wellness. Traduzione di Francesca Ferrarini Fonte: The Guardian, 4 gennaio 2017
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24/2/2024 07:28:26 am
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