Le carenze nel sistema di assistenza per la salute mentale violano le basi dei diritti umani2/10/2019 Rob Behrens* L’atteggiamento generale verso la salute mentale può essere diventato più illuminato, ma restano serie inadeguatezze riguardo al modo in cui trattiamo i pazienti in cura psichiatrica. Dopo un’approfondita ricerca sulle disposizioni in materia di assistenza sanitaria mentale nel Regno Unito, risulta chiaro che quando il sistema s’inceppa, chi subisce il danno è il paziente. Gli intoppi sono abitualmente imputabili a tre fattori: mancanza di integrazione tra salute mentale e altri servizi sanitari; scarsità di fondi; mancanza di competenze e scarsità di personale. Una però delle questioni più urgenti e più trascurate emerse dal mio resoconto è che alcune difficoltà nella gestione della salute mentale possono implicare una violazione dei diritti fondamentali dei pazienti. Il mio resoconto evidenzia il caso di una donna che ha reagito al farmaco anti-psicotico somministratole durante un episodio psicotico in modo tale da mettere in pericolo la sua vita. I suoi sintomi fisici erano stati quindi ignorati. L'incapacità di rispettare il suo diritto fondamentale alle cure mediche l’ha portata a una morte tragica che poteva essere evitata.
L’indice di una società dignitosa viene da come trattiamo i nostri cittadini più vulnerabili. Quando le persone hanno un momento di crisi è fondamentale che quanti si sono assunti la responsabilità di prendersene cura rispettino i loro diritti umani. Questo significa trattare tutti – in particolare quanti sono tutelati della legge disposta dal Mental Health Act sull'incapacità di prendere decisioni per se stessi – con rispetto e dignità, e non, come dimostra un caso riferito nel mio rapporto, lasciando una paziente psichiatrica in regime d’isolamento a liberare il mestruo in una tazza di plastica perché non si riesce a fornirle asciugamani igienici. Molti difensori civici europei attribuiscono all’inadeguatezza del trattamento dei pazienti psichiatrici – la mancanza di cure, la perdita della libertà e l'assenza del diritto di ricorso – come una violazione dei diritti umani. Non è un caso che molti paesi europei uniscano la funzione di tutore nazionale dei diritti umani al servizio pubblico di difensore civico. In Irlanda del Nord il difensore civico esamina i processi eseguiti dai fornitori dei servizi pubblici e riferisce se e quanto, nei singoli casi, dimostrino rispetto per diritti umani. L’obiettivo è sia di umanizzare la burocrazia sia di migliorare il servizio pubblico. Nel resto del Regno Unito è una pratica sempre più frequente quella di applicare la verifica dei diritti umani alla gestione dei reclami. In un caso riportato nella mia relazione, il benessere di un giovane con disturbo bipolare è stato gravemente compromesso quando gli operatori sanitari non sono stati in grado di effettuare una corretta valutazione del rischio su un altro paziente cui il giovane è stato aggredito. Il mancato rispetto delle misure preventive di sicurezza per la persona seguita pere problemi mentali è una violazione dei diritti umani. Evidenziando questo aspetto, vogliamo fare in modo che il personale d’assistenza dia la priorità ai valori fondamentali di libertà, dignità e rispetto. Visito molti ospedali del Sistema Nazionale Sanitario durante l’anno, e ho visto alcune équipe fare un ottimo lavoro, anche in circostanze difficili. Ed è importante sottolineare che i casi riferiti nel mio rapporto non si possono generalizzare a tutto il servizio di assistenza sanitaria mentale. Non dovremmo tuttavia essere costretti a chiedere al personale del servizio di domandarsi se sta trattando le persone in modo dignitoso e rispettoso, né a imbatterci in casi in cui la cura mostra una mancanza di compassione dickensiana. Sfortunatamente, i miei risultati evidenziano troppi casi in cui questa riflessione appare necessaria. David West era un giovane di cui abbiamo approfondito il caso. Era stato dimesso dal servizio sanitario di zona senza un piano di assistenza perché era mancato a un appuntamento. Il suo medico di famiglia non era stato informato e il ragazzo era stato lasciato solo, senza i farmaci necessari. La conseguenza fu che morì per sovradosaggio di farmaci. Nessuno mai dovrebbe sentirsi abbandonato o escluso dal Sistema Sanitario Nazionale, un sistema creato proprio per aiutare che è in stato di bisogno. Il British Institute of Human Rights offre risorse preziose sul modo in cui questi diritti dovrebbero essere considerati nell'ambito dell’assistenza sanitaria mentale, ma tali risorse sono preziose solo se vengono utilizzate. Vediamo troppi casi in cui questo non accade. Solo se avviamo un cambiamento culturale inclusivo dei diritti umani, e se lo riportiamo al modo in cui pensiamo l'assistenza mentale, potremo offrire ai pazienti un servizio adeguato. Per il parlamentare e per il difensore civico, ciò significa fare attenzione non solo alle carenze del servizio, così da includere questioni come la dignità violata e la perdita di libertà. Guardando la nostra ricerca attraverso la lente dei diritti umani, saremo in grado di sottolinearne l’importanza quando ci rivolgiamo a coloro sui quali investighiamo e, in definitiva, questo avrà un impatto sull'approccio alla cura. Se vogliamo realizzare i miglioramenti essenziali necessari al servizio di salute mentale dobbiamo imparare dalle nostre controparti europee e lavorare in ancor più stretta alleanza con la Commissione per l'uguaglianza e i diritti umani. *Rob Behrens è parlamentare, difensore civico per la salute mentale Traduzione di Micol Martinez
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