Hebe Tizio Il lavoro nelle istituzioni ha senza dubbio la sua complessità poiché mette gioco il modo in cui l’analista si colloca di fronte al discorso del padrone. Le istituzioni si organizzano con il discorso del padrone nelle sue diverse accezioni, e costituiscono un'offerta per trattare forme specifiche di disagio sociale. Sono apparati per la gestione del sintomo sociale tendenti a ridurre il sintomo soggettivo a una categoria prodotta da questo stesso discorso. Ciò include la sofferenza del soggetto nel disagio che si sta cercando di trattare e in tal modo, in molti casi, il disagio diventa più acuto, si cronicizza.
Il regime del discorso del padrone è "per tutti”, mentre il discorso analitico cerca la singolarità dell’"uno per uno”, essendo tributario di una logica del "non tutto". Appare quindi chiaro come l'analista si affidi al discorso analitico per trattare il discorso del padrone.
Il discorso del padrone non è solo il funzionamento dell'istituzione, che determina tempi, spazi e funzioni protocollate, ma anche il soggetto ridotto a utente o, quando si tratta di infanzia, la famiglia e la scuola che cercano una loro via di "normalizzazione". Non si tratta, come ha sottolineato Lacan in Televisione, di denunciare i limiti di quel che costituisce il discorso del padrone, perché quello è il suo funzionamento strutturale. La denuncia, in realtà, non fa che rafforzarlo. Solo il desiderio dell'analista può operare la separazione dalla domanda istituzionale. Parlando della garanzia Miller segnala un aspetto molto interessante al proposito “Attraverso l'associazione, il discorso analitico chiaramente si sottopone al discorso del padrone, mentre, sotto sotto, lo sovverte. Abbiamo sovversione e sottomissione al tempo stesso. È un gioco sottile che, oserei dire, ha un lato gesuitico. Quando il padrone ci stringe troppo, dobbiamo circuirlo, sedurlo, per continuare la nostra piccola impresa senza fargli perdere la pazienza. " In effetti, sovversione e sottomissione vanno al tempo stesso, anche se in modo non esplicito, ma fattivo. Sfruttare le crepe, saper usare le parvenze, cogliere l'opportunità politica: tutto ciò può consentire di bucare il discorso del padrone. Si lavora per decompletare l'istituzione quando si può aiutare il soggetto a sintomatizzare o a innalzare difese contro un godimento invasivo. Su questo punto l’analista è solo, perché il sostegno che può trovare nel discorso analitico non gli è dato da nessuna equipe, solo dalla propria analisi. Il controllo deve essere differenziato dalla supervisione d’equipe che, sebbene importante, non gli dà una soluzione. È questa solitudine a consentire un legame più protetto dagli effetti di gruppo, rendendo possibile all’analista di offrirsi come strumento da utilizzare in un modo singolare e al di fuori del protocollo.
0 Comments
Leave a Reply. |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28, 20131 Milano tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo. Archivi
Agosto 2024
Categorie
|