Eroi dell'incertezza Stiamo vivendo in un'epoca empirica. I risultati intellettuali più impressionanti sono stati raggiunti nella fisica e nella biologia, e questi campi hanno stabilito un peculiare modello di credibilità. di David Brooks Per essere figure autorevoli, bisogna essere disinvoltamente scientifici. Bisogna possedere un arcano corpo di competenze tecniche. Bisogna che la propria mente sia uno strumento neutro, in grado di elaborare complessi dati quantificabili. Gli studiosi che operano nel campo delle scienze umane hanno cercato di mimare questo modello d'autorità. L'American Psychiatric Association per esempio, ha appena pubblicato la quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali. Si tratta del manuale di base nel settore. Definisce tutte le malattie mentali note. Determina norme stabili, in modo che le compagnie di assicurazione possano riconoscere le varie diagnosi e sentirsi tranquille con i farmaci prescritti per trattare i disturbi che queste definiscono. Le recenti edizioni del manuale trasmettono un'impressionante aura di autorità scientifica. Trattano le malattie mentali come malattie cardiache o del fegato. Danno l'impressione che si dovrebbe andare dallo psichiatra perché questi dispone di un ampio corpo di conoscenze tecniche che gli permetterà di risolvere tutti i nostri problemi. Con la loro austera neutralità, fanno pensare che gli psichiatri trattino metodicamente dei sintomi, non delle persone. Il problema è che le scienze del comportamento, come la psichiatria, non sono davvero scienze, sono scienze a metà. La realtà di base che descrivono non presenta le stesse regolarità che presenta, per esempio, la realtà del sistema solare. Come hanno notato molti critici del manuale, gli psichiatri usano termini come "disturbo mentale" o "comportamento normale", ma non c'è accordo su cosa significhino questi concetti. Se si considerano le definizioni che psichiatri abitualmente utilizzano per descrivere i vari disturbi, si nota che contengono termini vaghi che sarebbero inaccettabili in qualsiasi forma d'analisi scientifica attuale: termini come "eccessivo", "abbuffata", "ansioso" Le malattie mentali non si spiegano nello stesso modo in cui si spiegano per esempio le epatopatie, cioè come patologie organiche, riguardanti il corpo, i suoi tessuti e le sue cellule. I ricercatori sanno spiegare la struttura sottostante di pochissimi disturbi mentali. Quel che gli psichiatri definiscono come malattia è di solito solo un'etichetta per un gruppo di sintomi. Come scrive nel suo libro Salvare la normalità l'eminente psichiatra Allen Frances, un termine come schizofrenia può essere considerato un'utile costruzione, non una malattia: "Si tratta della descrizione di un particolare insieme di problemi psichiatrici, non una spiegazione della loro causa". I fenomeni psichiatrici sono inoltre notoriamente di natura proteiforme. I farmaci sembrano inizialmente funzionare, ma poi non fanno più nulla. La mente è un cosmo irregolare, e per questo motivo la psichiatria non è stata in grado di fare i rapidi progressi che sono normali in fisica e in biologia. Così si è espresso sullo Washington Post all'inizio di quest'anno Martin Seligman, già presidente dell'American Psychological Association: "Mi sono reso conto che i farmaci sono una terapia deludente e che offrono ai malati di mente poco più aiuto di quanto non facessero venticinque anni fa, nonostante i miliardi di dollari versati per finanziare la ricerca ". Tutto questo non significa un giudizio di condanna per chi lavora nel campo della salute mentale. Al contrario, queste persone sono eroi che alleviano la più elusiva di tutte le sofferenze, anche se sono sopraffatte dalla complessità e dalla variabilità dei problemi cui sono confrontati. Vorrei solo poterli ritrarre come realmente sono. Gli psichiatri non sono eroi della scienza. Sono eroi dell'incertezza, e lavorano con l'improvvisazione, con la conoscenza di cui dispongono e con l'arte che riescono a mettere in pratica per migliorare la vita delle persone. Il campo della psichiatria è migliore nella pratica che nella teoria. I migliori psichiatri non sono austeri tecnici, come li presenta la versione ufficiale del manuale; uniscono competenza tecnica e conoscenza personale. Sono audaci nell'adattare le cose e nell'arrangiarsi nei modi più fantasiosi che non con il rigore scientifico. I migliori psichiatri non sono cresciuti con regole astratte che omogeneizzano i trattamenti. Combinano piuttosto una consapevolezza dei modelli comuni con un'acuta attenzione alle circostanze specifiche di un essere umano nella sua unicità. Certo non si mettono a inventare nuove malattie per medicalizzare i modesti disturbi di chi, stando bene, è solo preoccupato. Se gli autori del manuale di psichiatria volessero inventare una nuova malattia, dovrebbero aggiungere nel loro manuale la diagnosi di Invidia della Fisica. Il desiderio di imitare le scienze rigorose ha distorto l'economia, l'educazione, le scienze politiche, la psichiatria e altri campi di studio del comportamento. Ha portato gli studiosi di questi settori a rivendicare più conoscenza di quel che si può avere. Ha svalutato un certo tipo di mentalità ibrida che è più adatto a questo tipo di problemi, la mentalità che ha un piede nel mondo della scienza e uno nelle arti liberali, e che permette di coordinare molteplici punti di vista sul comportamento umano. Ippocrate osservò una volta, "È più importante sapere che tipo di persona ha una malattia, che non sapere che tipo di malattia una persona ha." Questo vale certamente per le scienze del comportamento e per le decisioni politiche in generale, anche se oggi è una verità che viene spesso trascurata. Fonte: New York Times del 27. 05. 2013
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