![]() di Camilo Ramirez “La psicoanalisi cambia, non è un desiderio, è un dato di fatto, cambia nei nostri studi di analisti, e questo cambiamento, in fondo, è per noi così evidente che il Congresso del 2012 sull'ordine simbolico, come quello di quest’anno sul reale, hanno ciascuno nel titolo la stessa indicazione cronologica: "al XXI secolo." "[1] Va detto che questa dichiarazione di Jacques-Alain Miller è lungi dall’incontrare l’unanimità nel mondo analitico. Non è raro, quando s’interviene presso un pubblico analitico esterno al Campo freudiano, fare una constatazione sorprendente. I colleghi, anche se hanno una pratica consolidata, ribattono, ciascuno con i propri punti di riferimento, "No, non è cambiato nulla, né nella pratica analitica, né sotto il cielo stellato della clinica. No, l'inconscio è eterno e senza tempo, è disconnesso dalla soggettività della nostra epoca”. Mentre stavo cercando, in un convegno verso la fine di novembre, di far capire la novità implicata dall'esplosione del porno su scala planetaria, e le sue conseguenze cliniche nella sessualità maschile, l’analista che presiedeva il dibattito ha dichiarato che era il porno era vecchio come la storia del mondo, e che si era già presente negli affreschi erotici di Pompei! Diniego? Passatismo? "Non ne voglio sapere"?, Ho comunque sempre notato che la suddivisione del mondo non appare nello stesso modo quando non è illuminata dall’orientamento lacaniano. Se ne serva dunque chi vuole.
Non è privo di rilevanza il fatto che J-A Miller abbia scelto di aprire la sua presentazione del tema del prossimo Congresso dell’AMP soffermandosi sul taglio introdotto nella morale sessuale civile dall’onda travolgente della pornografia. "Come potremmo, per esempio, non avere l'idea di un taglio, se pensiamo che Freud ha inventato la psicoanalisi sotto l’egida, per così dire, della regina Victoria, modello esemplare di repressione della sessualità, mentre il XXI° secolo ha visto la massiccia distribuzione di quello che viene chiamato porno, che è il coito esibito, divenuto spettacolo, show accessibile a tutti su internet con un semplice clic del mouse? "[2] La sua tesi è netta: lo tsunami pornografico rappresenta qualcosa di nuovo nella sessualità. Più esibisce i salti erotici degli esseri parlanti, più mette in evidenza l’assenza di rapporto sessuale. La copula filmata ed esibita in un ampio catalogo polimorfo ha effetti di cui gli analisti raccolgono conseguenze. Il divario tra uomini e donne per quanto riguarda queste pratiche è impressionante. Il preponderante disinteresse delle donne appare sullo sfondo del fatto che è l'uomo "il sesso debole" per quanto riguarda questo tipo di aggancio pulsionale, e che mostra in questo una dipendenza apparentemente incrollabile! Un sito come Youporn ha oggi cento milioni di visite al giorno e il numero di uomini, che ammettono: "È più forte di me," si conta anch’esso a milioni: c’è stato un incontro tra l’epoca del web e alcune caratteristiche strutturali specifiche della sessualità maschile. C’è stato un l’incontro tra l’edonismo disinibito, immediato, del nostro tempo, il privilegio accordato all'immagine, e la degradazione della vita amorosa maschile. Oggetti a, feticci, oggetti degradati, godimento femminile messo in scena da registi maschi, fantasmi ready-made e parti del corpo invadono il campo scopico maschile, producendo una cattura irresistibile. La proliferazione del porno è solidale con altri cambiamenti importanti nel campo sessuale. Marie-Hélène Brousse aveva individuato alcune caratteristiche riguardo ai nuovi costumi, indicando che la mercificazione e la logica consumista avevano finito per invadere il terreno della la sessualità, provocando veri e propri cambiamenti qualitativi. Ha messo poi in risalto una delle nuove caratteristiche dell’incontro sessuale: “È sempre più correlato all'immaginario in senso proprio, cioè all'immagine del corpo più che al dire”. [3] Questo vale in particolare per la pornografia, luogo per eccellenza di non-incontro dove svanisce il discorso. Il soggetto raggiunge qui solo quel che c’è di più solitario e dipendente nel suo godimento. L’Hebdo-Blog conta di presentare diverse voci su questo nuovo fenomeno che chiarisce tanto il corso di costumi sessuali quanto le sue conseguenze nel campo della soggettività. [1] Miller, J.-A. « L’inconscient et le corps parlant », La Cause du désir, Paris, Navarin Éditeur, n° 88, 2014, p. 105. [2] Ibid., p. 105. [3] Brousse M.-H., « L’amour au temps du “Tout le monde couche avec tout le monde” Le savoir de Christophe Honoré », Lacan Quotidien, n° 81, 6 novembre 2011. Fonte: Hebdo-Blog, 25 gennaio 2015
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