Come avvennero l'espunzione dell'omosessualità dal DSM e la nascita della terapia riparativa16/6/2013 Un esponente di primo piano della psichiatria si scusa per il sostegno alla 'cura' degli omosessuali
Il dr. Robert L. Spitzer è uno dei più importanti artefici della moderna classificazione dei disturbi mentali. Alex Di Suvero PRINCETON, NJ - Il fatto nudo e crudo è che ha commesso un errore e, a termine di una carriera lunga e rivoluzionaria, non importa quante volte abbia avuto ragione, quanto potente fosse un tempo, o che cosa questo avrebbe potuto significare per il suo lascito intellettuale. Il dr. Robert L. Spitzer, considerato da alcuni come uno dei padri della psichiatria moderna, rimase sveglio fino alle quattro di mattina sapendo di dover fare una delle cose che gli vengono meno facili. Si alzò e camminò barcollando nel buio. La scrivania gli sembrava incredibilmente lontana. Il dr. Spitzer, che compirà ottant'anni la prossima settimana, soffre del morbo di Parkinson, ha difficoltà a camminare e a sedersi, anche tenendo la testa in posizione verticale. La parola che a volte usa per descrivere questi limiti è "patetico ", ed è la stessa parola che per decenni ha brandito come un'arma per combattere le idee stupide, le teorizzazioni vuote e gli studi che sono solo spazzatura. Ora davanti al suo computer, era pronto a ritrattare uno studio che lui stesso aveva fatto, una ricerca mal formulata nel 2003 nella quale sosteneva l'opportunità di utilizzare la cosiddetta terapia riparativa per "curare" l'omosessualità in persone fortemente motivate a cambiare. Che dire? La questione del matrimonio omosessuale stava ancora una volta agitando la politica nazionale. In California si stava discutendo un disegno di legge per vietare definitivamente la terapia riparativa come pericolosa. Un giornalista che era stato sottoposto alla terapia da adolescente gli aveva recentemente fatto visita per spiegargli come l'esperienza fosse stata per lui disperatamente disorientante. Avrebbe poi saputo che un rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato il giovedì precedente, definiva la terapia come "una grave minaccia per la salute, il benessere, e anche la vita delle persone interessate." Le dita del dottor Spitzer scattarono sui tasti del computer, inarrestabili, come schiacciassero le parole. E in un attimo fu fatto: una breve lettera da pubblicare entro il mese, nella stessa rivista in cui apparve lo studio originale. "Credo", conclude, "di dovere le mie scuse alla comunità omosessuale." Disturbatore della pace L'idea di studiare la terapia riparativa fu soltanto di Spitzer, dicono quelli che lo conoscono bene, e fu un tentativo di contrastare un'ortodossia che lui stesso aveva contribuito a creare. Alla fine del 1990, così come oggi, l'istituzione psichiatrica considerava inutile questa forma di terapia. Pochi terapeuti pensavano che omosessualità fosse una malattia. Non è però stato sempre così. Fino agli anni Settanta, il DSM aveva invece classificato l'omosessualità come una malattia, definendola un "disturbo sociopatico della personalità." Molti terapeuti proponevano un trattamento, e tra questi anche gli analisti freudiani, che a quell'epoca dominavano il campo. Il movimento degli omosessuali si era furiosamente opposto all'idea e, nel 1970, un anno dopo le proteste che ebbero luogo a Stonewall – proteste che segnano un punto di riferimento storico – per far smettere le incursioni della polizia in un bar di New York, un gruppo di manifestanti per i diritti omosessuali fece irruzione in un convegno di terapeuti comportamentali riunitisi a New York per discutere l'argomento. La riunione fu sciolta, ma non prima che un giovane professore della Columbia University si fosse seduto con i manifestanti per sentire il loro punto di vista. "Sono sempre stato attratto dalle polemiche, e quel che sentivo aveva senso", ha detto il dottor Spitzer, in un'intervista nella sua casa di Princeton la scorsa settimana. "Ho cominciato allora a pensare: bene, se si tratta di un disturbo mentale, allora cosa lo rende tale?" Paragonando l'omosessualità ad altre condizioni definite come disturbi, quali la depressione e l'alcolismo, si rese subito conto che quest'ultimo è causa di forte disagio o genera uno stato invalidante, cosa che non sempre succede con l'omosessualità. Considerò anche la possibilità di fare qualcosa al riguardo. Il dr. Spitzer era allora membro di una commissione dell'American Psychiatric Association che aveva il compito di riscrivere il DSM, e ha rapidamente organizzato un simposio per discutere la collocazione del problema dell'omosessualità. Questo ha dato il via a una serie di aspri dibattiti, che hanno portato il dr. Spitzer a scontrarsi con una coppia di autorevoli anziani psichiatri che non voleva cedere. Alla fine, l'American Psychiatric Association nel nel 1973 si schierò con il dr. Spitzer, decidendo di escludere l'omosessualità dal DSM e sostituendola con la menzione alternativa "disturbo sessuale dell'orientamento", per indicare le persone il cui orientamento sessuale, omo o etero che fosse, causava sofferenza. Nonostante la formula adottata fosse un po' arcana, l'omosessualità non era più un "disturbo". Il dr. Spitzer era riuscito in un tempo record a realizzare un importante passo avanti importante nell'affermazione dei diritti civili. "Non direi che il nome di Robert Spitzer sia diventato familiare nella base del movimento omosessuale, ma la declassificazione dell'omosessualità è stata ampiamente celebrata come una vittoria", ha detto Ronald Bayer, docente presso il Centro per la Storia e l'Etica della Salute pubblica alla Columbia University. "Alcuni giornali omosessuali titolavano: 'Non più malati'." Come conseguenza di questo, il dr. Spitzer s'incaricò del compito di aggiornare il DSM. Si mise al lavoro insieme a una collega, la dr.ssa Janet Williams, ora sua moglie. Non è stata ancora pienamente valutata l'ampiezza del suo pensiero sul tema dell'omosessualità, pensiero che ha portato una vasta riconsiderazione su ciò che è la malattia mentale, e su dove occorra tracciare la linea di confine tra ciò che è normale e ciò che non lo è. Il nuovo manuale, un volume della mole di cinquecentosessantasette pagine, pubblicato nel 1980, contro ogni previsione è diventato un best seller in America e all'estero, e ha immediatamente stabilito lo standard per i futuri manuali di psichiatria, innalzando il suo principale artefice, che si stava allora avvicinando ai cinquanta, al vertice della propria disciplina. È stato il custode del libro, in parte dirigendolo, in parte facendosene ambasciatore, e in parte sacerdote scontroso, ringhiando al telefono contro scienziati, giornalisti o politici che pensava non fossero interlocutori all'altezza. Ha assunto su di sé il ruolo come se fosse nato per questo, dicono i colleghi, per aiutare a mettere ordine in un angolo storicamente caotico della scienza. Ma il potere lo ha confinato in una sorta di isolamento. Il dr. Spitzer poteva ancora turbare la pace, è vero, ma non poteva più lavorare ai fianchi, come un ribelle. Ora era in posizione istituzionale. Alla fine del 1990, dicono gli amici, era inquieto come sempre, desideroso di sfidare i luoghi comuni. È questo il momento in cui s'imbatte in un altro gruppo di protesta, in occasione della riunione annuale dell'associazione psichiatrica tenutasi nel 1999: si tratta di un gruppo di sedicenti ex-omosessuali. Come gli omosessuali che protestavano nel 1973, anche loro erano indignati per il fatto che la psichiatria stesse negando la loro esperienza e qualsiasi terapia che potesse aiutarli. La terapia riparativa La terapia riparativa, a volte chiamata "riorientamento sessuale" o terapia di "conversione", affonda le radici nel' idea di Freud che le persone nascono bisessuali e possono muoversi in un continuum da un estremo all'altro. Alcuni terapeuti erano rimasti legati a queste idee, e il dr. Charles W. Socarides – che fu uno dei principali rivali del dr. Spitzer nel dibattito del 1973 – fondò un'organizzazione chiamata Associazione Nazionale per la Ricerca e la Terapia dell'omosessualità (National Association for Research and Therapy of Homosexuality o NARTH), nel sud della California, per promuoverle. Nel 1998 il NARTH aveva formato forti alleanze con alcuni gruppi sociali conservatori, iniziando insieme a questi un'aggressiva campagna e pubblicando annunci a tutta pagina nei principali giornali dove si esaltavano storie di successo terapeutico dell'omosessualità. "Un certo numero di persone che fondamentalmente condividevano la stessa visione del mondo si erano riunite creando i propri gruppi di esperti che offrissero prospettive politiche alternative", dice il dr. Jack Drescher, psichiatra di New York e coeditore di "La ricerca sugli ex omosessuali: analizzare lo studio di Spitzer e le sue relazioni con la scienza, la religione, la politica e la cultura ". Per il dottor Spitzer, la questione che valeva la pena di porsi sul piano scientifico era: qual è stato l'effetto della terapia, se c'è stato? Gli studi precedenti erano stati svianti e inconcludente. "Alcuni in quel momento mi hanno detto: 'Bob, ti rovini la carriera, non farlo – dice il dr. Spitzer – ma io mi sentivo invulnerabile." Reclutò così duecento persone, uomini e donne, nei centri dove si stava conducendo la terapia, tra cui l'Exodus International, con sede in Florida, e il NARTH. Fece loro prolungati colloqui telefonici, interrogandoli sulle loro pulsioni sessuali, sui sentimenti e sui comportamenti prima e dopo aver fatto la terapia, valutando le risposte su una scala. Confrontò i punteggi di questo questionario, prima e dopo la terapia. "La maggioranza dei partecipanti riferì di un cambiamento di orientamento sessuale da un orientamento prevalentemente o esclusivamente omosessuale prima della terapia, a uno prevalentemente o esclusivamente eterosessuale rilevato lo scorso anno," concluse nel suo articolo. Lo studio, presentato prima della pubblicazione in un convegno di psichiatria nel 2001, fece immediatamente sensazione, e gruppi di ex-omosessuali vi si attestarono come solida prova del loro caso. Si trattava dopo tutto del dr. Spitzer, l'uomo che agevolmente aveva eliminato l'omosessualità dal DSM. Nessuno poteva accusarlo di parzialità. Ma i leader del movimento omosessuale lo accusarono di tradimento, e avevano le loro ragioni. Lo studio incontrò seri problemi. Si basava infatti sulle sensazioni che le persone ricordavano da anni prima, ricordi spesso confusi. Includeva poi alcuni militanti del movimento degli ex-omosessuali politicamente attivi. E non metteva alla prova nessuna particolare terapia: solo la metà dei partecipanti era impegnata con un terapeuta, mentre gli altri avevano lavorato con consulenti religiosi, o da soli avevano fatto studi sulla Bibbia. Diversi colleghi, dice il dr. Spitzer, avevano cercato di fermarlo prima, pregandolo di non pubblicare lo studio. Tuttavia, fortemente investito, dopo tutto il lavoro svolto, si rivolse a un amico ed ex collaboratore, il dottor Kenneth J. Zucker, psicologo, direttore del Centro per la Salute Mentale e Dipendenze di Toronto ed editore della prestigiosa rivista Archives of Sexual Behavior. "Conoscevo Bob e la qualità del suo lavoro, e accettai di pubblicare lo studio," ha detto il Dott. Zucker in un'intervista settimana scorsa. Il lavoro non passò attraverso l'abituale processo di revisione, in cui esperti anonimi leggono e criticano un manoscritto prima della pubblicazione. "Gli dissi però – aggiunge il dr. Zucker – che lo avrei pubblicato così solo se insieme allo studio avessi pubblicato anche i commenti" di risposta di altri scienziati ". Quei commenti, con poche eccezioni, furono spietati. Uno citava il codice etico di Norimberga per denunciare lo studio come non solo distorto, ma come moralmente errato. "Siamo preoccupati per le ripercussioni che questo studio potrà avere, come un aumento della sofferenza, del pregiudizio e della discriminazione", ha concluso un gruppo di quindici ricercatori del New York State Psychiatric Institute, lo stesso Istituto di cui il dr. Spitzer era affiliato. Il dr. Spitzer nel suo studio, non aveva minimamente considerato che essere omosessuali fosse una scelta, o che chiunque volesse cambiare orientamento potesse farlo in terapia. Ma questo non ha impedito ai gruppi conservatori di citare il documento proprio a sostegno di quei punti, secondo Wayne Besen, direttore esecutivo de "La verità vince", un gruppo che lotta contro i pregiudizi contro l'omofobia. In un'occasione, secondo il dottor Drescher, un uomo politico in Finlandia impugnò in Parlamento lo studio per dar forza all'argomento contro le unioni civili. "Bisogna dire che tutte le volte che questo studio è stato strumentalizzato a fini politici per sostenere che gli omosessuali dovrebbero essere curati - ed è successo molte volte - Bob ha risposto immediatamente, correggendo le idee sbagliate", ha affermato il dottor Drescher, che è omosessuale. Ma il dottor Spitzer non poteva controllare il modo in cui il suo studio veniva interpretato da chiunque, e non riusciva a eliminare il più grave difetto scientifico, aspramente attaccato in molti dei commenti: fondarsi sulla risposta che le persone danno quando si domanda loro se hanno cambiato non costituisce una prova di reale cambiamento. Le persone mentono, per se stessi e gli altri. Cambiano continuamente le loro storie, per soddisfare le proprie esigenze e gli stati d'animo. In breve, da qualsiasi punto di vista lo studio non ha superato la prova del rigore scientifico che per tanti anni lo stesso dr. Spitzer è stato così deciso nel far rispettare . "Mentre leggevo i commenti, ho capito che questo era un problema, un grosso problema, e non ho potuto rispondere," ha detto il dr. Spitzer. "Come si fa a sapere che qualcuno è davvero cambiato?" Lasciar andare Ci sono voluti undici anni per lui per ammetterlo pubblicamente. In un primo momento si aggrappò all'idea che lo studio fosse stato esplorativo, semplicemente un tentativo di indurre gli scienziati a pensarci due volte prima di liquidare definitivamente la terapia riparativa. Poi si rifugiò nella posizione che lo studio era meno focalizzato sull'efficacia della terapia e più sul modo in cui le persone che vi erano impegnate descrivevano i cambiamenti nell'orientamento sessuale. "Forse non è una questione molto interessante – ha affermato – ma per molto tempo ho pensato che forse non avrei dovuto affrontare il problema maggiore, cioè come misurare il cambiamento." Dopo essersi ritirato nel 2003, il dr. Spitzer è rimasto attivo su molti fronti, ma lo studio sulla terapia riparativa è rimasto un punto fermo nelle polemiche culturali e una fonte di personale rammarico che non lo avrebbe lasciato. I sintomi del Parkinson sono peggiorati l'anno scorso, sfinendolo mentalmente e fisicamente, cosa che rende ancora più difficile tenere a bada i rimorsi. Un giorno di marzo, il dottor Spitzer ha ricevuto una visita. Era Gabriel Arana, un giornalista della rivista The American Prospect, che lo ha intervistato sullo studio della terapia riparativa. Non si trattava però solo di un'intervista. Gabriel Arana è stato sottoposto da adolescente alla terapia riparativa, e la sua terapeuta aveva reclutato il giovane per lo studio del dr. Spitzer (Arana non ha poi partecipato). "Gli ho chiesto un'opinione sui suoi critici, e lui ha risposto: 'Penso abbiano per lo più ragione'" ha affermato Gabriel Arana, che ha scritto della sua esperienza il mese scorso. Arana ha detto che la terapia riparativa in definitiva ha ritardato la sua accettazione di sé come omosessuale e ha indotto in lui pensieri di suicidio. "Ma nel momento in cui sono stato reclutato per lo studio del dr. Spitzer, sono stato indicato come un caso riuscito. Avrei sostenuto che stavo facendo progressi ". Così è andata. Lo studio sembrava allora una semplice nota a piè di pagina in una vita che stava ampliandosi in un capitolo. E aveva bisogno di un finale vero e proprio, una decisa correzione, proveniente direttamente dal suo autore, non da un giornalista o da un collega. Una bozza della lettera è già trapelata online ed è stata riferita. "Sa, è il mio unico rimpianto, l'unico sul piano professionale," ha detto dello studio il dr. Spitzer alla fine di una lunga intervista. "E penso che, nella storia della psichiatria, non ho mai visto uno scienziato scrivere la lettera dicendo che i dati c'erano tutti, ma che erano stati totalmente fraintesi, e che lo ammettesse scusandosi con i lettori ". Ha distolto poi lo sguardo, con gli occhi confusi dall'emozione: "Questo è qualcosa, non crede?" Fonte: New York Times del 18 maggio 2012
7 Comments
giuseppe
18/6/2013 02:22:09 am
Salve
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Alida Vismara
2/9/2013 07:12:19 am
Omosessualità e cambiamento: informazione scientifiche per adolescenti e famiglie oltre le menzogne delle associazione LGBT http://alidavismara1.blogspot.ch/2013/07/informazioni-per-adolescenti-e-famiglie.html
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Marco Focchi
2/9/2013 07:30:08 am
Lascio questo post di Alida Vismara come espressione di un punto di vista critico nei confronti della LBGT. Considero tuttavia che definire "informazione scientifica" questo punto di vista sia abusivo, e abbia solo la funzione di accreditare come oggettiva una visione ideologica della realtà.
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francesco t
12/2/2014 07:04:17 am
http://pontilex.org/2013/10/guardatevi-le-spalle-dalla-casalinga-anti-gay/ alida vismara è campione nello sport di falsificare dati, ricerche e inventarsi statistiche inesistenti pur di paragonare pedofilia e omosessualità. ma del resto, è un affiliata della narth. guardatevi le spalle dalla casalinga anti gay.
Gaia Ferretti
8/5/2015 01:42:01 pm
Dr. Fiocchi se ha tempo e voglia cerrchi tramite google alida vismara. TROVERA' CHE LA PERSONA IN QUESTIONE DIFFONDE NOTIZIE, STATISTICHE, DATI E INFIRNAZIONI FALSE, LIBERAMENTE INTERPRETATE. LA SIGNORA HA SOSTENUTO CHE GKI EXGAY ATEI E/O NON CREDENTI NON HANNO INTERESSE A DARE TESTIMONIANZA, MENTRE GLI EXGAY CREDENTI, SI. STRANO, VERO? OLTRE ALLE ACCUSE INFAMANTI E DIFFAMAZIONI CHE PERPETRA NEI CONFRONTI DI: PSICOLOGI ET SIMILA. A CAUSA DI QUESTA PERSONA UN' ALTRA SI RITROVA LA VITA ROVINATA ED UN' ALTRA LA VITA DISTRUTTA.
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Mario
14/5/2015 07:58:01 am
alida vismara
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sl
11/6/2015 03:43:29 pm
La domanda è questa, gentile dottor Focchi.
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