di Marco Focchi La psichiatria contemporanea si trova in un momento critico in cui, stretta nella tenaglia delle neuroscienze, rischia di annullare la propria tradizione storica per lasciarsi completamente riassorbire nella corrente di una medicina che, a partire dalla svolta impressale da Claude Bernard, si è ingranata nel discorso scientifico, con tutti i vantaggi ma anche con tutti i limiti che questo ha implicato. L’esigenza di riconoscimento scientifico come unico marchio di garanzia dell’efficacia porta infatti a cancellare la funzione della parola, a ridurre il soggetto al cervello, a cercare la propria funzione terapeutica nella correlazione immediata tra diagnosi e farmaco.
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Marco Focchi, psicoanalista e psicoterapeuta, racconta dell'esperienza in psicoanalisi con Gustavo Bonora e delle iniziative del Centro Culturale Santa Tecla a Milano.Intervento tenuto il 12 giugno 2019 presso la sede della Scuola lacaniana di psicoanalisi in preparazione dell'Incontro di Bruxelles PIPOL 9 sul tema: L'inconscio e il cervello, niente in comune Marco Focchi Le giornate di PIPOL 9 a Bruxelles sul tema L’inconscio e il cervello: niente in comune, che avranno luogo a metà luglio, si svilupperanno lungo tre assi: quello clinico, quello epistemologico, quello politico. Credo sia importante vedere come questi tre vettori portanti siano connessi tra loro, in particolare quello epistemologico e quello politico. La scienza, in effetti, è oggi diventata la fonte basilare di legittimazione della quasi totalità delle pratiche sociali, dalla medicina all’educazione, alle scelte della politica, e di conseguenza si pretende lo diventi anche della psicoanalisi. Nel 2000, per esempio, si è riunito per la prima volta a Londra un Congresso di neuro-psicoanalisi cui hanno partecipato figure di primo piano come Charles Brenner e André Green. Accanto a loro Mark Solms è l’esponente di spicco della corrente di pensiero che maggiormente ha spinto in direzione di una rifondazione della psicoanalisi sulla base delle neuroscienze Vediamo quindi come nel momento in cui con la modernità, quando le antiche fonti di legittimazione – i riti e le religioni che formavano un tessuto di credenze comuni – cominciano a perdere forza, sia la la scienza ad assurgere al ruolo di creare una base comune nel sociale e di giustificare, di ratificare le scelte del potere. Intervento alla Conversazione Zadig tenutasi al Convegno SLP di Palermo il 18-19 maggio 2019 Marco Focchi La lettera di invito per aprire questa conversazione chiede fare un bilancio di quella che è stata la stagione dei Forum in Italia e a considerare le linee di avanzamento che se ne possono trarre per la movida Zadig. Per il Forum di Milano tenutosi a febbraio direi che il punto significativo è stato rendere possibile un dialogo tra noi ed esponenti di altre discipline che hanno riconosciuto il valore della psicoanalisi e che la utilizzano nelle loro pratiche. È stata un’esperienza significativa perché il nostro incontro con il sociale è più spesso difficile, e conosciamo la difficoltà di affermare i nostri concetti in un mondo orientato dal pensiero unico delle pratiche fondate sulle evidenze. Mi sembra che il momento del Forum segni dunque una via in quella che può essere una direzione di intervento della psicoanalisi, perché indica una linea per battaglia di pensiero che ha significative ricadute politiche, e che va in direzione della desegregazione. Marco Focchi parla in merito al Congresso europeo di Psicoanalisi organizzato dall’EFP, che avrà come tema dell’anno “L’inconscio e il cervello: niente in comune”. 1300 persone, 200 interventi teorici e clinici. Allo SQUARE - Brussels Meeting Centre il 13 e 14 luglio 2019. >>Link a Pipol9 Conferenza tenuta a Plovdiv il 23 marzo 2019 Marco Focchi L’Istituzione in cui ho lavorato per molti anni, e di cui posso dare testimonianza, è la scuola. Si trattava di una scuola elementare, d’impronta piuttosto democratica, dove in alcune classi erano stati inseriti bambini autistici, che le insegnanti, comprensibilmente, avevano difficoltà a gestire. Quando mi fu chiesto di fare una consulenza e parlai con la direttrice di questa scuola, mi disse chiaramente cosa si aspettava da me: voleva che costituissi dei protocolli di intervento applicabili indipendentemente dalla persona che li metteva in opera. Mi chiedeva che fossero delle sequenze gestibili dalle insegnanti, fatte di alcuni passi in successione ordinata. Potremmo dire, in un certo senso, che voleva delle sequenze algoritmiche, cioè delle concatenazioni di elementi discreti eseguibili da chiunque. Marco Focchi Presentazione della tavola rotonda tenutasi l'8 marzo 2019 a Milano presso l'Istituto freudiano Nella nostra rassegna di quest’anno sulla “Soggettività dell’epoca” siamo partiti dal quadro generale: la soggettività nella politica, e abbiamo proseguito con la soggettività nell’estetica, giacché i legami della creazione artistica con il potere sono sempre stati fondamentali, sia che si sviluppassero come sostegno, sia che prendessero la via della critica. Abbiamo Virgilio che si fa interprete della fondazione del Principato augusteo, Ingres che dipinge Napoleone in vesti sacrali-imperiali, e abbiamo i poeti satirici latini fustigatori dei costumi, o Pasolini che esprime una delle voci artistiche che hanno portato in modo radicale la critica al potere.
Intervento alla serata Zadig del 30 novembre 2019 a Milano, presso l'Istituto freudiano
Marco Focchi Democrazia significa divisione, e convivenza nella divisione. Lo ricordava a Torino diversi anni fa J.-A Miller riecheggiando le parole di Marcel Gauchet. La politica, nei regimi democratici, ha il compito di rendere vivibile la divisione nella realtà sociale fratturata dal molteplice di cui si alimenta la democrazia. A differenza dei sistemi totalitari, costruiti intorno all’Uno, esigenti omologazione, blindati dall’uniformità e bisognosi di conformismo, la democrazia, nelle sue versioni genuine, fa spazio alla diversificazione. Le ideologie razziste che nel secolo scorso hanno sostenuto le esperienze totalitarie in Europa, con la loro spinta alla purificazione e omogeneizzazione biologica dell’umano, sono invece il mero riflesso della necessità di sostenersi sulla colonna fittizia dell’Uno, sostegno di un’identità talmente fragile da non sopportare l’heteron, e da reggersi solo sul collante della forza di un consenso senza eccezioni. Marco Focchi Uno dei campi in cui le neuroscienze prediligono esercitarsi è quello della memoria. Dico esercitarsi perché si tratta propriamente di esercizi atletici: Ci sono vere e proprie gare di memoria, e uno dei campioni attualmente più accreditati è Boris Nikolai Konrad, un neuroscienziato che è riuscito a memorizzare 280 parole e 195 nomi e visi in 15 minuti. Aveva sentito parlare di mnemotecnica al tempo dell’università, ha pensato di applicarvisi per facilitare l’impegno di studio, si è trovato bene e ha cominciato a partecipare alle competizioni. Destino, interventi degli dei, presagi: Freud ha trovato la radice di questi fenomeni non all’esterno del soggetto, ma nel suo fondo più intimo e inaccessibile. Per questo parlava di pensieri inconsci, mentre Lacan ha precisato che l’inconscio è strutturato come un linguaggio. E il corpo? Non tutto il lavoro dello psicoanalista si riduce a interpretare rappresentazioni e parole: occorre ridare al corpo il posto che gli spetta. Ma il corpo dell’uomo e quello della donna non sono corpi inerti e da qui nascono una serie di temi e di problemi che sono al centro del dibattito attuale e delle difficoltà nella relazione tra i sessi. Ne abbiamo parlato venerdì 15 settembre alle ore 20.45 con Marco Focchi, psicoanalista, membro AME della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi e dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi. Focchi dirige l’Istituto freudiano per la Clinica, la Scienza, la Terapia. Lavora a Milano ed è autore di diversi libri tra cui: La mancanza e l’eccesso.Che cosa significa guarire? (2007), Il glamour della psicoanalisi (2012), Sintomi senza inconscio di un’epoca senza desiderio (2014), Le parvenze e il corpo: l’inconscio all’epoca della vita spettacolare (2017). |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28 20131 Milano. Tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo Archivi
Aprile 2024
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