![]() Conferenza tenuta il 26 aprile 2014 a Madrid presso la sede della Escuela lacaniana de psicoanalisis di Marco Focchi Il seminario “Ou pire…”, e in particolare le lezioni XI e XII che oggi abbiamo a tema, è uno dei più densi di matematica in tutto l’insegnamento di Lacan. Per entrarci dobbiamo porci il problema di come Lacan usa la matematica, e bisogna dire che la utilizza in un modo molto diverso da quello della scienza. La matematica nella scienza serve per definire delle leggi, e si applica alla realtà grazie alla potenza del calcolo. Per Lacan non è questione di calcolo, ma di concetti, e il concetto matematico centrale su cui s’impernia la riflessione in questo seminario è quello dell’Uno. Può sembrare un concetto molto semplice, ma lo è molto meno se si parte, come fa Lacan, dal Parmenide di Platone. L’essere e l’Uno Sin dalle prime lezioni del seminario, quando introduce il tema dell’Uno, Lacan distingue l’Uno dall’essere, definendolo a partire dall’esistenza. Questo aspetto è stato fortemente accentuato da Miller nella sua interpretazione. L’essere è posto dalla parte della parola, dalla parte del linguaggio, di quel che si dice: l’essere è quel che è detto essere. L’Uno è considerato invece dalla parte della scrittura, quella che Miller chiama scrittura primaria, ovvero non quella che riproduce la parola, per la quale serve un foglio, ma quella che ha come palinsesto il corpo. La possiamo esemplificare con tutti i processi di marcatura sociale del godimento sul corpo, dal tatuaggio, all’escissione, all’incisione, alla scarificazione, mutilazione, iniziazione, ma più semplicemente anche con il disegno delle zone esogene tracciato dal dito che carezza il corpo del bambino nelle coccole o nelle cure primarie. > scarica il file per leggere tutto ![]()
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