Buongiorno dottore, leggevo il suo interessante articolo sul partner sintomo e vorrei porle se possibile un paio di domande.
Lei parla di libera scelta del partner rispetto a quanto avveniva in passato, in cui il matrimonio era principalmente un contratto economico fra famiglie. Però mi pare di capire che anche oggi questa scelta tanto libera non è, siccome in qualche modo è il nostro sintomo a farci scegliere quel tipo di partner. E' una scelta dettata dal sintomo. Si può ancora considerare "libera" in questa prospettiva? Un' altra questione riguarda il passaggio in cui si dice che la donna per l'uomo non è un simile, con i suoi effetti sul piano immaginario. E per quanto riguarda le coppie omosessuali, come funziona? Spero abbia tempo di rispondere a queste mie curiosità e la ringrazio anticipatamente, cordiali saluti, E. >Gentile E. sicuramente ha ragione: le nostre scelte sono dettate da condizioni inconsce e, in un certo senso, sono fortemente determinate. Parlare di libertà è piuttosto complesso in psicoanalisi, e per esempio Lacan diceva di non parlarne mai. Dovremmo forse però innalzarci a una posizione spinoziana, dove l’estremo della necessità coincide con il massimo di libertà. Senza comunque entrare in meandri metafisici, la differenza tra il matrimonio delle società patriarcali, o borghesi, e quello attuale, è che un tempo si trattava di un contratto economico, che riguardava un sistema di alleanze tra famiglie, e che in genere veniva stabilito in base a precise regole di scambio. I matrimoni delle coppie regali sono l’esempio perfetto di questo. Oggi le persone si scelgono, nei casi migliori, per amore, e questo cambia molto la situazione: una cosa è sposarsi in base alle costrizioni economico sociali esterne, altra cosa è sposarsi in base alle proprie spinte (e se vogliamo costrizioni) interiori. Naturalmente il fatto che i matrimoni moderni siano d’amore più che di scambio contrattuale fa sì che spesso durino meno, perché l’amore è una forza più turbolenta e meno stabile dello scambio commerciale! Vengo ora alla sua domanda sulle coppie omosessuali: non cambia nulla rispetto alle coppie eterosessuali. Il partner uomo di un uomo non è un simile, e il partner donna di una donna egualmente non lo è. Essere simili non significa essere dello stesso sesso, ma appartenere alla stessa specie umana, e nell’amore, etero o omosessuale, Eros mette in gioco qualcosa di follemente divino che ci rende dissimili, come Albertine per Proust. che è per lui talmente incomprensibile da doverne fare prima la prigioniera, poi la fuggitiva, ma mai il partner di uno scambio in eguaglianza. È vero che sul piano dei diritti siamo tutti eguali, ma l’amore non riguarda il piano dei diritti. Un saluto cordiale Marco Focchi
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Maggio 2021
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