Buongiorno Dott. Focchi, mio figlio D. sta soffrendo molto la lontananza dai suoi compagni di scuola. Anche l’idea di un ritorno “distanziato” a Settembre lo innervosisce parecchio. C’è anche da valutare che abito in una zona abbastanza rurale (problemi di connettività e lontananza fisica dai suoi amici) e che la scuola per lui era un momento di socialità fondamentale. La didattica online prosegue, con fatica, ma vedo proprio un cambiamento del suo umore che oscilla dall’apatia ad arrivare al nervosismo che nasce da inezie che prima non avrebbero sortito questo tipo di reazioni.
Cosa mi consiglia di fare? Lucia >Gentile Lucia, l’espressione "distanziamento sociale" che viene usata in proposito della situazione attuale non è completamente appropriata. Si tratta di un distanziamento fisico, che non implica affatto un distanziamento sociale. Possiamo anzi vedere che l’emergenza ha prodotto nuovi fenomeni di solidarietà. A parte l’attività di Emergency e di altre associazioni di volontariato, abbiamo visto persone che fanno la spesa per i vicini anziani o in difficoltà, le prestazioni gratuite di artisti per sostenere la lotta al virus, raccolte fondi generose, sostegno agli operatori sanitari esposti in prima linea nella lotta alla malattia. Credo che tutto vada inquadrato in questa prospettiva, e se lei stessa riesce a farla sua e a trasmetterla, vedrà che anche suo figlio risponderà diversamente accettando la situazione con i limiti che impone, ma anche con le nuove forme di socialità che ci fa scoprire. Marco Focchi
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Ottobre 2024
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