Buongiorno dottore, nostro figlio di 19 anni ha delle difficoltà a stare con le persone. Passa molto, moltissimo tempo al computer e spesso lo troviamo davanti allo schermo anche in piena notte. Ci sembra che abbia pochi amici, con noi non vuole parlare si limita a dire che è normale che i giovani di oggi passino tanto tempo al computer e che la cosa gli è utile per imparare molte cose. Ma a noi sembra non abbia amici (o sono tutti virtuali?) e non riusciamo ad entrare nel suo mondo. Appena proviamo a fargli qualche domanda reagisce aggressivamente e sembra che l'unico modo per mantenere un qualche equilibrio in famiglia sia di concedergli di stare al computer. A volte mangia poco, ma io spesso mi accorgo che mangia delle cose dal frigo di notte. Non sappiamo cosa fare, abbiamo paura che vietandogli il computer possa dare di matto. Ultimamente sta saltando anche parecchi giorni a scuola, perché dice che ha dormito poco e non si sente tanto bene. In pratica in quei casi dorme fino all'una del pomeriggio, poi si alza, non mangia e si mette al computer. Mentre era a scuola abbiamo acceso il suo computer ma c'è la password e non possiamo vedere niente. Non sappiamo veramente cosa fare, dovremo costringerlo a fare qualcosa ma siamo spaventati dalle sue reazioni e temiamo che possano solo aggravare la situazione. Cosa ci consiglia di fare? Grazie mille per i suoi preziosi consigli.
G.N. >Gentile G.N. dalla descrizione che mi fa sembra che suo figlio sia affetto dalla quella sindrome recentemente identificata che si chiama abitualmente hikikomori, cioè una forma di isolamento, diversa dalla fobia sociale, che colpisce in particolare in adolescenza. Si tratta di un ritiro dalle relazioni, e nei casi più gravi di un isolamento dal mondo, dove spesso il computer è la sola finestra rimasta aperta. Non vi consiglierei quindi di vietare a vostro figlio il computer, perché quello è piuttosto l’ultimo aggancio rimasto che gli permette di comunicare con l’esterno. Si tende in questi casi in genere a considerare l’isolamento come legato a una sorta di dipendenza dal computer, mentre nell’isolamento dell’hikikomori si tratta di qualcosa di molto diverso dalla dipendenza. Occorre piuttosto capire cosa lo porta a questa forma di ritiro, da cosa il soggetto fugge. Sapete se ha mai subito fenomeni di bullismo? Ha mai manifestato precedentemente sfiducia nelle relazioni con i coetanei o in genere con il prossimo? Ci sono stati momenti, anche in infanzia, in cui è stato aperto alle confidenze? A partire da qui, da qualche isola relazionale rimasta intatta, si può cominciare a ricostruire, ma è un lavoro che può essere fatto sotto la guida di un professionista che vi aiuti a vedere quel che dall’interno della situazione voi ovviamente non avete la possibilità di scorgere. Un saluto cordiale, dott. Marco Focchi
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Ottobre 2024
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