Buongiorno Dott. Focchi, Mia figlia ha trascorso lo scorso anno (la quarta liceo) in Australia in un progetto di scambio. Nonostante le lacune su alcune parti del programma mia figlia è rimasta entusiasta di questo percorso. Ora però vive un pò di scoraggiamento. In Australia mi raccontava che le lezioni fossero molto poco “frontali” e l’insegnate favoriva un atteggiamento partecipativo della lezione. Questo ha dato anche un po’ di aiuto a mia figlia a superare i problemi di insicurezza legati alla lingua e al fatto che non conoscesse nessuno. Adesso vive il ritorno in Italia come castrante (si dice così?) in quanto non esiste il dialogo partecipativo che c’era in Australia.
Cosa mi suggerisce di fare con mia figlia? È anche l’anno della maturità ed è un momento delicato per lei.. La ringrazio per la risposta G. >Gentile signora, I sistemi scolastici nei diversi paesi sono tra loro molto diversi, e non necessariamente devono essere messi in graduatoria. L’educazione dei giovani è legata al tipo di società che si vuole creare. Naturalmente in ogni sistema si possono fare osservazioni e critiche, e senz'altro anche il sistema scolastico italiano è passibile di essere migliorato. Questo non vuol dire che in ogni caso la lezione frontale sia meno efficace di quella a maggiore intensità partecipativa. Nel sistema scolastico italiano inoltre la partecipazione è in genere favorita dagli insegnanti. Non so quindi quale sia la specifica situazione nella scuola di sua figlia, ma credo che un colloquio con i professori, mirato a esporre le difficoltà che sua figlia le indica e a sollecitare una loro collaborazione possa essere la cosa migliore. Probabilmente anzi i docenti di sua figlia le saranno grati di aver loro segnalato il problema dando loro la possibilità di migliorare il rapporto educativo con una loro allieva. Un saluto cordiale Marco Focchi
0 Comments
Leave a Reply. |
AutoreMarco Focchi riceve in Archivi
Ottobre 2024
|