Salve, ho una figlia di 16 anni e sono preoccupata perché non so gestire il suo uso del telefonino, non riesco ad imporre delle regole e lei è sempre perennemente incollata al suo telefono. Penso viva più in quel mondo che nel mondo reale. Faccio fatica a non farla scrivere su whatsapp anche durante la cena. Sono separata da diversi anni e mia figlia vive con me, so che sicuramente ha sofferto l'assenza da casa del padre ed anche i miei problemi economici, ma il problema non è questo, il problema forse è mio perché non mi rendo conto che forse tutte le ragazzine sono così, d'altra parte lei scrive continuamente alle sue amiche quindi anche loro saranno sempre lì col telefonino, ma a me sembra un'esagerazione. Ricarica il telefono due volte al giorno perché lo scarica tutto, è sempre lì che digita, che scorre con le dita, non telefona praticamente mai, non parla mai. E' normale? Lei dice che sono vecchia, che tutti fan così, che sono io che non capisco, ma a me sembra un fantasma, non mi sembra più la ragazzina di due o tre anni fa, mi sembra anche più triste, disinteressata a qualsiasi cosa. Non so cosa ci sia nella sua testa e muoio dalla voglia di leggere cosa scrive continuamente, ma ha la password nel telefono e io non mi intendo bene di quelle cose e non riesco a sbloccarlo. Ormai gli adolescenti sono diventati tutti così? Degli schiavi del telefonino?
La ringrazio e mi scusi per lo sfogo.. M.R. Gentile signora, le nuove generazioni sono cresciute in un mondo che è stato trasformato dalla tecnologia con una velocità straordinaria, e della quale è spesso difficile tenere il passo.Gli adolescenti di oggi sono nati all'interno, al di là della soglia iniziale di questa rivoluzione, e sono per questo chiamati “nativi digitali”. I dispositivi con cui s’intrattiene sua figlia sono per lei probabilmente equivalente di quel che il televisore era per la sua generazione, ma in maniera potenziata, che pervade e cambia il modo di vivere. Consideri che molti contatti tra gli adolescenti passano attraverso i social media, e che questi sono diventati un normale canale di comunicazione, come per lei a suo tempo forse è stato il telefono. Non c’è da stupirsi dunque che sua figlia passi molto tempo a quel che lei chiama telefono, ma che è in realtà ormai un fascio di funzioni complesse e interattive. Naturalmente tutto sta, come sempre, nella misura. Ci troviamo di fronte a delle patologie se il canale virtuale diventa esclusivo, e taglia fuori la vita reale, come nella sindrome di hikikomori, che si verifica quando un adolescente si difende dal mondo circostante escludendosene e avendo rapporti solo con lo schermo del computer. Non mi sembra questo, da quel che mi dice, il caso di sua figlia. Le suggerirei di non manifestare un rifiuto per quel che fa sua figlia, che la porterebbe a una chiusura, e piuttosto di tenere aperto con lei un canale di comunicazione che l’aiuti a restare in contatto con lei che è, per così dire, nel “mondo reale”. Dott. Marco Focchi
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Febbraio 2025
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