Egregio dott., Ho trovato riordinando la camera di mio figlio della mariuana in un cassetto, non sapevo neanche cosa fosse me lo ha detto l'altra mia figlia, son davvero allibita. In cosa abbiamo sbagliato? Ho dato tutto ai miei figli, non gli ho fatto mancare niente, e adesso lui ci ripaga così? Ha solo sedici anni, sono davvero preoccupata. L'altro giorno mi hanno telefonato dalla scuola dicendo che mio figlio non era li. Eppure io lo avevo accompagnato quella mattina, lui era sceso e si era avviato verso l'ingresso, verso quel branco dei suoi amici, una sfilza di buoni a nulla, bighelloni che me lo portano sulla cattiva strada. E sempre stato bravo a scuola, obbediente, un ragazzo buono, timido. Non capisco cosa sia successo, sta sempre chiuso in camera o con le cuffie con la musica oppure prende sbatte la porta e va dai suoi amici. Io alla sua età neanche uscivo di casa. Sono preoccupata, non vorrei che si mettesse in qualche guaio o prendesse qualche cattiva strada. Gli o tolto il telefono per un po', adesso anche i videogiochi ma lui ormai risponde a monosillabi o mi urla. Ho trovato questo suo sito su internet, può aiutarmi, consigliarmi qualcosa? Grazie
Distinti Saluti, M.R. > Risposta: Gentile signora, suo figlio si trova in piena adolescenza, un’età in cui le relazioni “orizzontali”, quelle del gruppo dei pari, prendono maggiore importanza rispetto a quelle “verticali” tra adulto e bambino che hanno prevalso nell'infanzia. Che si manifestino quindi atteggiamenti di ribellione non stupisce, e l’uso di marijuana ne fa parte. L’effetto di trascinamento del gruppo, il bisogno di trasgressione per dimostrare la propria indipendenza, il rifiuto dei modelli famigliari sono il correlato di questa età difficile. Al suo posto non tratterei i suoi compagni come “buoni a nulla e bighelloni” in grado di traviarlo. Provi piuttosto a riconoscere i nuovi valori che sta cercando, perché non abbia bisogno di trovarli in manifestazioni esteriori come l’uso di marijuana o come gli atteggiamenti di chiusura che descrive. Le punizioni privative (togliere i videogiochi o il telefono) sono inutili. Occorre piuttosto capire quel che succede dentro di lui, all'occorrenza con l’aiuto di un esperto. Dott. Marco Focchi
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Ottobre 2024
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