Buongiorno Dottore, nostro figlio Andrea il mese scorso ha cominciato a peggiorare a scuola, frequenta la seconda media e i suoi voti sono sempre stati piuttosto buoni. Inizialmente davo la colpa a un nuovo compagno di classe (che guardacaso è anche nostro vicino di casa), che va molto male a scuola e coinvolgeva mio figlio nelle sue marachelle.. poi però Andrea ha cominciato a parlare poco in classe, a chiudersi, me lo ha riferito una professoressa. La professoressa di matematica, la quale mi ha detto che ha completamente smesso di studiare la sua materia. Nelle altre materie è peggiorato ma non come in matematica. La situazione e poi peggiorata perché ha smesso di parlare con suo padre, mio marito. Lo ignora proprio e non gli rivolge la parola, io e mio marito cominciamo ad essere seriamente preoccupati. Ho provato a parlare con mio figlio, per dirgli che sarebbe stata una buona idea provare a parlarne con uno psicologo, ma lui nega e si chiude ancora di più in se stesso. Il rischio è che smetta di parlare anche con me… Che cosa possiamo fare? Grazie in anticipo per una sua gentile risposta.
L.A. >Cara signora, mi sembra che la questione che descrive non sia tanto scolastica, ma riguardi qualche problema che suo figlio sta vivendo e di cui gli è difficile parlare, o che forse non sa neppure lui riconoscere. Viene spontaneo domandarsi come era la comunicazione in famiglia prima che il ragazzo incominciasse chiudersi: come erano i rapporti tra suo figlio e suo marito? Come quelli tra lei e suo figlio? C’era una normale comunicazione? C’erano già difficoltà? I rapporti erano caldi o freddi? Tra lei e suo marito c’è una buona comunicazione? Sono tante variabili che possono fare la differenza per valutare la situazione. Allo stato attuale, essendo che lei è la sola persona con cui ancora suo figlio parla, credo stia a lei la possibilità di convincerlo a farsi aiutare da uno psicologo, e ritengo che, con delicatezza, lei debba porre il problema prima che suo figlio arrivi a una definitiva chiusura. Molto, se non tutto, dipende dal suo tatto, dalla sua pazienza, dalla sua capacità di immedesimazione. Un saluto cordiale, Dott. Marco Focchi
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Settembre 2024
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