Gentile dottore, sono il padre di un bambino di 9 anni. Io ho 28 anni anche se ne dimostro di più, l'abbiamo avuto quando ero molto giovane. Da un anno a questa parte è come se avesse smesso di ascoltarci, è sempre stato molto rumoroso molto attivo ma prima bastava alzare un po' la voce o minacciare punizioni e riuscivamo a tenerlo a bada. Ora è diventata una cosa impossibile, mi guarda con un'aria di sfida è strafottente, sembra sia cresciuto nella giungla si è trasformato, quasiasi cosa gli dico gli entra da un orecchio ed esce dall altro sembra che sia tasparente alle mie parole. Qualche volta sono arrivato a sculacciarlo, ero esausto non ce la facevo più. Ore e ore a dirgli di fare qualcosa o di smettere di fare qualcosa ma niente, non ascolta. Le maestre ci hanno detto che non è cambiato molto a scuola, disturba spesso ma dicono che è sempre stato così, invece io credo sia successo qualcosa, a scuola dovrebbero insegnarli un minimo di disciplina, di ascolto, invece più va a scuola e più diventa maleducato. Mi sono fatto questa idea. Abbiamo sbagliato qualcosa? Cosa possiamo fare? Grazie
G.L. Gentile signore, la scuola è sicuramente un tramite fondamentale di socializzazione. Non è solo un luogo dove si trasmettono delle nozioni, ma un’esperienza che allarga l’orizzonte di un bambino mettendolo a contatto con uno spazio di socialità diverso dalla famiglia. La famiglia è però il contesto primario a cui sono attribuiti compiti che non è possibile delegare. La disciplina e l’ascolto sono tra questi. A scuola possono essere perfezionati, elaborati, ma sono prerogative fondamentali della famiglia. Lei ritiene che sia successo qualcosa che ha cambiato suo figlio. Può darsi abbia ragione. Non sempre eventi significativi per un bambino sono avvertibili nello stesso modo da un adulto, e quel che ai nostri occhi può apparire come una sciocchezza alla sensibilità infantile prende tutt'altra misura. Sta quindi a lei cercare di capire cosa può essere intervenuto per cambiare l’atteggiamento di suo figlio. Se posso darle un suggerimento: quando un adulto si trova costretto alla minaccia di punizione è perché già si trova alle corde. Cerchi piuttosto di capire parlando, e se vuole che suo figlio ascolti, sia lei il primo ad ascoltare, e a farlo al di là della superficie delle parole. È certamente difficile, ma crescere un figlio, per l’appunto, non è una delle cose più semplici del mondo. Dott. Marco Focchi
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Febbraio 2025
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