![]() di Alessandra Milesi Conosco Ferruccio a una festa organizzata da Alessandro, un amico comune. Scambiamo qualche frase di circostanza, poi, senza preamboli, Ferruccio mi dice di essere in un momento molto difficile per lui: ”Sono veramente giù di corda”. Sa da Alessandro che sono psicologa e mi chiede se posso dargli un appuntamento in studio. Capisco che se avessi cercato di indirizzarlo a un collega, non sarebbe partita alcuna terapia. In qualche modo, come talvolta succede, quel breve contatto avuto durante la cena ha innestato una relazione transferale. Durante le prime sedute si configura con una certa chiarezza la problematica di fondo di Ferruccio, su cui avremmo poi lavorato insieme. Ferruccio ha 34 anni ed è quello che si definisce un bell’uomo. Ha un discreto successo nel campo in cui lavora, quello del giornalismo e della scrittura. Non è famoso, ma è stimato nell’ambiente sia come giornalista, sia come insegnante. Lui mi dice, senza arroganza, di sentire però di non essere abbastanza riconosciuto nella sua parte più creativa, la scrittura; questo tema torna durante la terapia, intersecato con quello dell’amore, anche se non in primo piano. Una volta, partendo da un sogno, mi dice: ”La notorietà che sento di meritare, testimonierebbe il riconoscimento da parte di tutti del mio valore”. L’evento che porta Ferruccio a chiedere aiuto appartiene a un altro ambito, quello affettivo. Poche settimane prima del nostro incontro, è stato lasciato dalla compagna con cui viveva da due anni. Nonostante da qualche tempo avessero discussioni piuttosto accese, lui non se lo aspettava ed è desolato. Aveva conosciuto Mirela nell’ambiente di lavoro, poco dopo che lei, straniera, era arrivata in Italia fornita di vari titoli di studio, ma senza esperienza. Gli era piaciuta subito, così carina e indifesa. L’aveva aiutata economicamente e, soprattutto, si era completamente dedicato a lei nel tempo che rimaneva libero dai vari impegni lavorativi; le aveva insegnato sul campo moltissime cose, e le aveva dato suggerimenti su come come muoversi in un ambiente difficile e affollato. In quei primi mesi stavano bene insieme. Mirela, intanto, si rende indipendente dal punto di vista finanziario e si muove con agio nel campo che ha deciso di abbracciare. Ferruccio mi dice:”appena non ha avuto più bisogno di me, ha smesso di riconoscermi tutto quello che ho fatto per lei”. Continuavano a vivere insieme, ma il rapporto era diventato aspro: lui non sentiva più di essere un punto di riferimento e, pur innamorato, reagiva accusandola di ingratitudine. Due settimane prima che io conoscessi Ferruccio lei se ne era andata, dicendogli di essersi messa con un altro uomo.
Ripercorrendo con Ferruccio gli anni precedenti al rapporto con Mirela, emerge che una dinamica molto simile ha connotato anche l’altra sua storia amorosa importante. In quel caso, Ferruccio si era innamorato di una giovane artista, Anna, che era stata abbandonata dal fidanzato e che aveva una bimba di neppure un anno. L’aveva consolata, aiutata dal punto di vista pratico e, come con Mirela, l’aveva introdotta nell’ambiente giornalistico. La posizione universitaria gli permetteva di avere una certa influenza quando consigliava un nome. Oltretutto Anna aveva dei numeri e rapidamente il suo incarico lavorativo di fotografa in una rivista femminile si era consolidato. Dopo qualche mese il rapporto, divenuto litigioso, si interrompe. Appare chiaro che il ruolo che Ferruccio cerca e abita è quello di Pigmalione, di un Pigmalione che per sentirsi bene ha bisogno di essere riconosciuto e amato in questo ruolo preciso. Anna continuava ad amarlo, ma da quando la relazione da asimmetrica era diventata paritaria, era proprio Ferruccio che non ci stava più dentro. Il dispositivo in cui l’oggetto amato da questo moderno Pigmalione deve inserirsi è assai rigido, uno schema che salta appena viene meno uno dei parametri. Ferruccio stesso distrugge il rapporto d’amore, diventando aggressivo e malfidente, rendendo sgradevole a se stesso e all’Altro la relazione, come se perdendo il ruolo che abita, perdesse anche parte della sua identità. Durante il percorso clinico si lavorerà sui temi qui disegnati, per trovarne il senso nell’economia del soggetto. Intorno alla ripetizione (storie di Anna e Mirela) e al bisogno di essere riconosciuto in un preciso ruolo (Pigmalione nell’amore e scrittore famoso nella professione) si articola il punto di partenza dell’interessante storia terapeutica di Ferruccio.
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Problemi di coppiaLa coppia contemporanea ha un desiderio legittimo: stare bene insieme.
I cambiamenti culturali, sociali ed economici degli ultimi decenni hanno inciso profondamente sulle aspettative e sugli obiettivi dello stare in coppia. Se in un passato ancora vicino l'essere coppia si sovrapponeva quasi completamente all'essere famiglia, oggi la coppia è qualcosa di unico e diverso, ci siano o meno dei figli. > Continua a leggere Dott.ssa Alessandra MilesiPsicologa clinica, esercita a Milano, dove riceve in viale Gran Sasso 28,
Email: [email protected] È iscritta all'Ordine degli psicologi della Lombardia, n. 5451. La pratica clinica è il cuore della sua attività, che si rivolge a individui, coppie e famiglie, con cui ha maturato una lunga e articolata esperienza. L'idea centrale del suo lavoro è quella di offrire percorsi personalizzati, in grado di rispondere alla varietà e alla particolarità delle problematiche contemporanee. Ha preso parte a diversi progetti di ricerca, ed è autrice e coautrice di articoli pubblicati su riviste italiane e straniere. Ha inoltre lavorato nell'ambito del Servizio pubblico, svolgendo attività di formazione e supervisione. > Leggi il profilo completo |