Gentile Dott. Focchi,
sono la mamma di M., un bambino di 5 anni che frequenta l'ultimo anno di scuola materna. Negli ultimi mesi ho notato che mio figlio è sempre più riluttante a partecipare alle attività di gruppo, soprattutto quando si tratta di giochi che richiedono di mettersi in mostra davanti agli altri bambini. La maestra mi ha confermato che durante le recite o i momenti di condivisione in cerchio, M. tende a isolarsi o a rifiutarsi categoricamente di partecipare, a volte arrivando alle lacrime. A casa, invece, è un bambino vivace e creativo, inventa storie e giochi, ma appena gli proponiamo di mostrare queste sue abilità a parenti o amici, si blocca completamente. Mio marito sostiene che dovremmo "forzarlo" a superare questa timidezza, mentre io temo che questo approccio possa solo aumentare la sua ansia. Come possiamo aiutare nostro figlio a sentirsi più sicuro in contesti sociali senza mettergli troppa pressione? È normale questa forma di timidezza a questa età o dovremmo preoccuparci? Quali strategie potremmo adottare come genitori per sostenerlo in questo momento delicato? Grazie per il suo prezioso supporto, Laura >Gentile Laura, La prima domanda è: M. è figlio unico? Ha dei fratelli? Perché in un caso o nell’altro la situazione è decisamente differente. Se è figlio unico possiamo pensare che l’attaccamento ai legami familiari sia ancora dominante, malgrado si trovi ormai all’ultimo anno di materna e debba prepararsi ad entrare nelle elementari. Diventa quindi urgente far uscire M. dalla sua difficoltà, perché alle elementari c’è una soglia che fa da cartina tornasole, e tutte le difficoltà rimaste latenti fino a quel momento possono esplodere. Suggerirei quindi che lei lo aiuti a socializzare, portandolo in situazioni all’aperto dove incontra altri bambini, e dove sia lei a mediare il rapporto con loro, abituandolo un po’ alla volta alla loro frequentazione. Se invece M. ha dei fratelli si tratta di capire com’è il rapporto con loro. Prima di tutto occorre capire se si tratta di fratelli minori, verso i quali può aver sviluppato gelosia, o fratelli maggiori, che possono aver indotto in lui un’inibizione. Ci sono molti fattori diversi quindi, come vede, che possono entrare in gioco, e che aprono vie differenti vie per un compito di socializzazione. Un cordiale saluto Marco Focchi
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AutoreMarco Focchi riceve in Archivi
Marzo 2025
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