Libri pubblicati
Oltre a diversi articoli pubblicati su riviste italiane e internazionali Marco Focchi ha dato alle stampe numerosi libri: La lingua indiscreta, Franco Angeli, Milano 1985 L'oggetto immemore, Franco Angeli, Milano 1988. La conduzione della cura psicanalitica (in collaborazione), Franco Angeli, Milano 1989 Dovunque altrove, (in collaborazione) Guerini e associati, Milano 1990 L'identità vuota, studio sulle patologie trasversali, Guerini e associati, Milano 1991 Evento e ripetizione, Teda Editore, Castrovillari 1995 Il buon uso dell'inconscio, Editori Riuniti, Roma 2000 Il cambiamento in psicoanalisi Bollati Boringhieri, Torino 2001 La mancanza e l’eccesso, Antigone edizioni, Torino 2007 Il trucco per guarire, Antigone edizioni, Torino 2010, Il glamour della psicoanalisi, Antigone edizioni, Torino 2012, Sintomi senza inconscio di un'epoca senza desiderio, Antigone edizioni, Torino 2014, L'inconscio in classe, Orthotes edizioni, Napoli 2015, Le parvenze e il corpo, Antigone edizioni, Torino 2016. |
L'inconscio in classeA chi lavora come consulente nella scuola vengono chieste soluzioni pratiche: un bambino con difficoltà di apprendimento deve poter imparare, una classe bloccata dai conflitti deve essere rimessa in condizioni di funzionare, un inserimento difficile deve essere facilitato e reso possibile.
Se questi problemi vengono affrontati in modo tecnico, mimando la metodologia della scienza, e se le componenti della scuola vengono trattate come variabili di un’equazione, le soluzioni che ne risultano sono in genere inconsistenti. L’esperienza descritta nel libro è quella di uno psicoanalista che porta “l’inconscio in classe”, che fa valere cioè la soggettività delle persone, bambini, insegnanti, genitori, nella complessa rete di relazioni che si creano, che non appaiono mai “in chiaro” e vanno decodificate. Il modo di lavorare adottato in questa singolare esperienza è presentato, insieme alle riflessioni teoriche che se ne possono trarre, in diversi frammenti clinici e di osservazione. Particolare risalto ha l’ampia esposizione del caso con cui il libro si conclude, che dà un significativo contributo all’attuale dibattito sull’autismo: fuori dalla falsa alternativa tra un riduzionismo biologico (causalità genetica) e uno psicologico (madri frigorifero) l’autismo appare come la condizione di un soggetto preso in un intreccio in cui l’Altro perde la propria distanza simbolica traducendosi in un “no” nel reale. |
Sintomi senza inconscio di un'epoca senza desiderioMarco Focchi riprende in questo volume alcuni argomenti ai quali ha dedicato la sua attenzione nei lavori più recenti, e che possono essere ricondotti a una riflessione sulla specificità della psicoanalisi per una lettura del nostro tempo e nella cura dei disturbi di cui soffre il soggetto umano oggi. Cura non come adattamento alla realtà e a una norma. Infatti, non c'è una "norma" a cui adattarsi, e scopo del trattamento psicoanalitico non è l'eliminazione del sintomo, che è la soluzione, pur imperfetta, trovata dal soggetto per venire a patti con la sua sofferenza. Piuttosto, secondo un'espressione di Lacan, il paziente dovrà imparare a "saperci fare" con il sintomo, a utilizzarlo. Contestando lo scientismo dominante negli attuali orientamenti terapeutici, Focchi ripercorre così la storia dei rapporti della psicoanalisi con la scienza, dall'impianto freudiano originario alla teorizzazione di Lacan a partire dalla posizione strutturalista fino agli ultimi sviluppi del suo insegnamento.
I "nuovi sintomi" e le nuove domande di cura a cui oggi la psicoanalisi di dispone a rispondere. La negazione dell'inconscio e del desiderio, con la crescente "spettacolarizzazione" della vita. Le attuali dinamiche all'interno della famiglia e più in generale nella società, con il "declino del padre" e la crescente presenza femminile in ruoli di potere. Una risposta puntuale alle contestazioni della psicoanalisi da parte di Popper e di Grunbaum, e un'argomentata proposta per la fondazione di un'epistemologia psicoanalitica. Sono alcuni fra i temi che l'autore elabora in modo brillante e convincente, in questo volume ricchissimo di spunti. |
Il glamour della psicoanalisiOggi tutto viene valutato secondo la prospettiva dell'efficacia. Anche le psicoterapie. Ma gli schemi correnti di quel che si tratta di "produrre" attraverso una terapia non sono applicabili alla psicoanalisi, e non per un problema di scientificità. Il problema - sostiene Marco Focchi - è politico. La psicoanalisi è in conflitto con quello "scientismo" a cui si ispirano strutture autoritarie garantite dalla pseudodemocrazia degli "esperti" e dei sondaggi d'opinione. In questa situazione, la psicoanalisi ha un particolare "glamour" come pratica di liberazione del soggetto: "Procedura che si affida solo alla relazione e alla parola, impossibile da verificare in un esperimento a doppio cieco, imperniata su qualcosa di così poco empirico come l'idea dell'inconscio, sintonizzata su una sessualità che non coincide con la pornografia dei sentimenti diffusa da reti televisive indifferenti a qualsiasi conflittualità che non sia d'interessi, la psicoanalisi porta la fiaccola di una cultura che va nel senso della modernità, arginando le forme degradate di positivismo che ne costituiscono la zavorra ideologica.
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Il trucco per guarireLa psicoanalisi non è come la medicina, dove il paziente riceve una prescrizione da applicare, dei dosaggi da assumere, delle diete da seguire, degli esercizi da mettere in pratica. Dallo studio medico si esce con un'indicazione definita, perché la lamentela riguarda una porzione circoscritta del corpo. La psicoanalisi invece entra nei serpeggiamenti dell'esistenza, investe il sesso, le angosce, gli amori e gli odi, e si capisce bene che non ci siano ricette subito disponibili, istruzioni chiare per risolvere i quesiti che la vita pone a ogni essere umano. Il sesso, l'amore, l'inconscio non sono sensibili al metodo della scienza, e la guarigione non viene dall'applicazione di un premeditato piano terapeutico.
Non c'è una "ricetta" per guarire, ma un "trucco". È Lacan che ne parla: lo psicoanalista, attraverso l'esperienza, riesce a sussurrare al paziente qualcosa che è in grado di indurlo a guarire. Non è il trucco del prestigiatore, non è un particolare gioco di abilità. Bisogna che le parole tocchino la carne, mettano in gioco il corpo, facciano emergere il reale dell'esistenza. A volte ci vuole molto tempo, altre volte è sorprendentemente rapido, come nei momenti rari in cui la vita, improvvisamente e bruscamente, mantiene le sue promesse. In questo libro, Marco Focchi mostra la fruibilità clinica di testi lacaniani abitualmente considerati soprattutto nel loro valore teorico, e propone per la psicoanalisi una prospettiva terapeutica diversa da quella che, mimando la medicina, si impone di sopprimere il sintomo e, così facendo, si condanna all'impotenza. |
La mancanza e l'eccessoChe cosa significa guarire?
Per la medicina, si è sempre trattato di compensare una mancanza o un eccesso, perseguendo, nelle diverse epoche, ideali di "armonia", "equilibrio", "normalità". Ma nessuno di questi ideali si attaglia al concetto di guarigione che possiamo considerare operativo nella prospettiva psicoanalitica. L'angoscia d'origine, strutturale, quella da cui nascono le ansie quotidiane, le depressioni, le inquietudini e tutte le forme del disagio psicologico, non è riconducibile a una sintesi armonica, equilibrata o stabile. Può essere l'ostacolo che ci impedisce di vivere, ma può anche essere il motore che ci spinge avanti. La guarigione, in psicoanalisi, non è uno stato da raggiungere ma piuttosto un processo in cui entrare. Non è la meta finale, a quel che nasce con il viaggio stesso, se questo non si arresta al naufragio. |
Il buon uso dell'inconscioLa psicoanalisi alla fine del ventesimo secolo è attraversata da un profondo ripensamento che ne amplia considerevolmente l'orizzonte: nuove scuole e nuove teorie arricchiscono l'originario insegnamento freudiano rendendone fruibile la pratica a un pubblico sempre più vario. Cosa propone la psicoanalisi di fronte alle nuove forme di disagio, così diverse da quelle della Vienna di fine Ottocento? Con quale orientamento e con quali strumenti si affaccia su un futuro nel quale la crescente spinta tecnologica promette di mutare radicalmente il nostro modo di vivere e di pensare?
L'idea di un "buon uso dell'inconscio" costituisce un tentativo di rispondere a queste domande, e Marco Focchi la sviluppa in un testo vivace, ricco di esemplificazioni e di confronti. Passando in rassegna i "mali di fine millennio", l'autore li vaglia in una dialettica tra socialità e sessualità, tra civiltà e pulsione, mostrando come il continente scoperto da Freud contenga potenzialità ancora tutte da sviluppare. |
Il cambiamento in psicoanalisiIn questa serie di lezioni l'autore affronta il tema della guarigione ("cambiamento") in psicoterapia, individuando i due principali modelli di riferimento che nel tempo si sono definiti all'interno della teorizzazione psicoanalitica: cambiamento come "riparazione" dei danni di un trauma subito, e cambiamento come "crescita", che può essere stata bloccata da fattori ambientali sfavorevoli. Entrambi i modelli presentano gravi limiti: nel primo, il concetto di trauma comporta l'utopia di uno stato pretraumatico che la cura dovrebbe ripristinare; nel secondo, l'intervento psicoterapeutico si riduce a nulla più che un sostegno. Come se ne esce? Solo se la clinica trova il proprio complemento nell'etica, ovvero nel campo in cui è in gioco la decisione. La riaffermazione della responsabilità soggettiva che ne consegue apre un diverso spazio di riflessione e d'intervento.
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Marco Focchi, psicoterapeuta a Milano, riceve in viale gran Sasso 28. Tel. 022665651