PSICOANALISI, PSICOTERAPIA, SOCIETÀ
  • HOME
    • PROFILO
    • VIDEO E AUDIO
    • LINKS
    • Informativa Privacy
  • BLOG
    • IL BUON USO DELL'INCONSCIO
    • PROBLEMI DI COPPIA
    • DI COSA SI PARLA
    • PROSSIMAMENTE
  • TERAPIA
    • PROBLEMATICHE TRATTATE >
      • ANSIA
      • ATTACCHI DI PANICO
      • DEPRESSIONE
      • DISTURBI ALIMENTARI
      • DISTURBI DELL'AREA SESSUALE
      • DISTURBI PSICOSOMATICI
      • PROBLEMI DI APPRENDIMENTO
      • TERAPIA DI COPPIA
    • CONSULENZE
    • COLLOQUI DI SOSTEGNO
    • PERCORSI PSICOTERAPEUTICI
  • SERVIZI ONLINE
    • COLLOQUI ONLINE
    • DOMANDE E RISPOSTE
    • SPAZIO GENITORI
  • LIBRI
  • CONTATTI
  • Acquista libro - L'inconscio algoritmico e l'amore

Il buon uso dell'inconscio

Conferenze, seminari, interventi e testi del dott. Marco Focchi
Torna alla Homepage

Dovunque altrove - capitolo undicesimo

16/6/2025

0 Comments

 
Foto

Sezione aurea

DOVUNQUE ALTROVE
I topoi freudiani e il problema del soggetto nel pensiero psicanalitico

 
​Amelia Barbui e Marco Focchi


Capitolo undicesimo

​

SESSUALITA’ E SUBLIMAZIONE

​Il carattere di soddisfacimento reale della sublimazione risulta chiaro se ne analizziamo l’omologia strutturale con l’atto sessuale.
Il soddisfacimento, Befriedigund, come realizzazione pulsionale si produce nel luogo in cui il soggetto si istituisce come tale, nel punto in cui la domanda si esaurisce sul doppio giro del significante nella ripetizione. C’è quindi un rapporto stretto tra soddisfacimento e ripetizione.
L’atto sessuale non può essere inteso semplicemente come congiunzione carnale. L’esperienza clinica mette a portata di mano le frequenti lamentele del nevrotico per un atto «tecnicamente» ineccepibile ma sessualmente inappagante.
Il miraggio dell’unità inscindibile
Anche nell’atto sessuale incide la ripetizione significante e l’appagamento si realizza in coincidenza con il significante che ripete la scena edipica. Il soggetto vi agisce facendosi oggetto a del fantasma dove il significante si fa segno del godimento dell’Altro portandolo nelle coordinate edipiche che gli sono assegnate: seduzione passiva, osservatore del coito genitoriale, dominatore, il novero insomma dei fantasmi fondamentali in cui si realizza la punta perversa del desiderio nevrotico.
Al cuore della ripetizione, come sappiamo, c’è un insuccesso. Nel caso dell’atto sessuale esso si realizza nell’impossibilità di sapere la misura per equivalere al fallo dell’Altro. Il soggetto cerca di identificarsi con il sesso perché si effettui il rapporto con l’Altro e questo rapporto, da intendere in senso matematico, si verifica impossibile. E’ per invalidare tale risultato e per trovare la misura giusta del rapporto che, in fondo, il soggetto si impegna nel miraggio della completezza. L’uomo giusto o la donna ideale sono figure inscritte in questa illusione nella ricerca di un godimento esaustivo che trasformi in realtà la scena mitica, l’unità inscindibile, la fusione nell’uno.
L’unità immaginaria
Sia maschio o sia femmina, il soggetto trova posto nella scena edipica prima di tutto come figlio, vale a dire come prodotto della relazione genitale. Motivo per cui, nel tentativo di far risorgere tale scena, nell’atto sessuale si colloca necessariamente in posizione di oggetto a. Nell’unità mitica della fusione con la madre egli è infatti semplicemente il prodotto.
L’unità immaginaria derivante dall’idea dell’unione tra madre e bambino non è caratterizzata in base all’opposizione maschile/femminile, ma vale tanto per il maschietto quanto per la femminuccia, poiché entrambi dovranno confrontarsi con l’Altro (di cui la madre è la prima presentificazione) come oggetto causa di desiderio, a. La mancanza si rivela in tale confronto come -j, castrazione, impossibilità del rapporto.
L’affermazione illusoria dell’unità della coppia, che il soggetto mette alla prova nell’atto sessuale, si rispecchia compensandosi nel lenimento invescante della fusione madre-bambino.

Ripetizione e armonia
Nella ripetizione della scena edipica realizzata nell’atto sessuale si manifesta una certa armonia, che non va confusa con la pseudo complementarità maschile-femminile, e di cui è possibile dare una illustrazione matematica.
Nella sequenza delle ripetizioni l’armonia è definibile in base alla ragione della serie che, per quanto ciò che si ripete non sia mai lo stesso, risulta ordinata secondo un elemento al tempo stesso esterno, in quanto non ne fa parte, e interno, in quanto la struttura.
Abbiamo già detto come il culmine della ripetizione, che ne costituisce il punto d’arresto nel soddisfacimento, sia il doppio giro dell’otto interno.
​Se lo tagliamo in un punto qualunque e lo stendiamo otteniamo un segmento dove individuiamo quattro punti la cui relazione definisce un gruppo armonico.
Foto
Prendiamo per il momento solo il segmento AB. Il punto C lo divide in media ed estrema ragione, determinandone la sezione aurea che corrisponde a quella parte del segmento media proporzionale tra l’intero segmento e la parte rimanente.

La prima sezione aurea
​Prima di individuare nelle relazioni così definite gli elementi propri dell’atto sessuale, consideriamo le leggi che ne conseguono.
AC, medio proporzionale, è la sezione aurea del segmento AB di cui CB, la parte restante, è l’estrema ragione.
La relazione tra le parti si scrive nella proporzione:

Foto
Per costruire la sezione aurea di AB basta condurre da B la perpendicolare e individuare in essa il punto O tale per cui BO sia la metà di AB. Uniamo poi A con O e indichiamo con E, sul segmento AO, il punto di intersezione con il cerchio di centro O e raggio OB.
Riportiamo la lunghezza AE sul segmento AB ottenendo il punto C che determina la sezione aurea.
Foto
’ importante sottolineare, sin da ora, che posta come unità di misura la media ragione AC, l’estrema ragione CB risulta avere un valore irrazionale.
Per la precisione:
Foto
Per mostrare questo risultato occorre costruire il rettangolo aureo i cui lati corrispondono alle lunghezze AB e AC del nostro segmento.
Consideriamo il segmento AC uguale all’unità è costruiamo il quadrato ACC’A’. Prendiamo il punto medio, O, del segmento AC e congiungiamolo con C’. Riportiamo la lunghezza OC’ sul prolungamento di AC che verrà intersecato nel punto B.
Foto
Per il teorema di Pitagora
Foto
Il lato AB del rettangolo aureo risulta così dalla somma AO e OB, ovvero ​
Foto

che dà 
Foto
Questa cifra, indicata con Φ, è il numero aureo. Il segmento CB corrisponde invece a OC’- OC, ovvero a:
Foto
Per riassumere, nella proporzione aurea
Foto
se la media ragione ha valore 1, il numero aureo corrisponde ad AB che risulta uguale a
Foto
mentre il segmento CB assume il valore di:
Foto
Entrambi sono dunque numeri irrazionali.

​

Il gruppo armonico
Abbiamo finora considerato solo AB. Il segmento di partenza, ricavato dall’otto interno, si prolunga però fino al punto D stabilendo un rapporto tale per cui i punti A, B, C, D, definiscono un gruppo armonico. Partendo da esso possiamo scrivere una nuova proporzione. Rispetto ad AB, esistono infatti due punti, uno interno, C, e uno esterno, D, tali per cui il rapporto tra AC e CB è uguale a quello tra AD e BD. ​
Foto
A si dice coniugato di B e C coniugato di D. C e D separano armonicamente A e B.
Avendo già definito la posizione di C su AB, D si costituisce come segue.
Foto
Conduciamo da A e da B due semirette tra loro parallele. Puntiamo il compasso in A e intersechiamo con un cerchio di raggio AC la semiretta in E. Analogamente puntiamo in B e con un cerchio di raggio BC incrociamo in F l’altra semiretta. Facciamo passare per E e F una retta che interseca il prolungamento di AB in D.
​
Per la similitudine dei triangoli AED e BFD si può scrivere la proporzione seguente
Foto
da cui consegue che
Foto
La struttura dell’atto sessuale
Fissate brevemente le proprietà che ci interessano della sezione aurea e del gruppo armonico, consideriamole ora nella struttura dell’atto sessuale.
La ripetizione, come sappiamo, è mossa dall’obiettivo mitico di restaurare l’unità della fusione madre-bambino che, sul piano immaginario, si può raffigurare come la ricerca illusoria dell’unità della coppia.
Nel segmento AB la media ragione rappresenta la madre come prototipo dell’Altro e l’estrema ragione il bambino come prodotto di una precedente copulazione in posizione di oggetto a.
Se indichiamo l’Altro con A: ​
Foto
​Il significante che si ripete nell’atto sessuale è il fallo Φ. Esso indica il tentativo di far sorgere l’unità della fusione e il limite in cui questo tentativo incontra l’insuccesso proprio della ripetizione: Φ = A + a. Poiché A + a corrisponde a un numero irrazionale, il fallo suggella l’impossibilità di trovare una misura comune del rapporto sessuale.
Con i nuovi termini relativi all’unità della fusione madre-bambino (A + a) la proporzione aurea si scrive:
Foto
Questo significa che l’oggetto a, come estrema ragione, è incommensurabile rispetto all’Altro. Nell’atto sessuale non c’è rapporto tra il soggetto in posizione di a e l’Altro. Nella relazione vi è un divario incolmabile, una mancanza. Tale mancanza viene ripresa nel giro della ripetizione e trova posto nel segmento come quarto armonico. Essa fa parte della relazione pur essendone a lato. La mancanza è rappresentata da -φ che corrisponde, nel segmento AD, alla parte BD.
Non c’è rapporto completo senza castrazione
Per considerare l’intero segmento ricavato dall’otto interno dobbiamo dunque includere la mancanza.
Lo scacco del rapporto A + a, come ideale di completezza, viene così compensato con l’inserimento di un elemento di armonia rappresentato dalla mancanza. Paradossalmente la completezza può essere raggiunta solo includendovi la mancanza.


Foto
In questa posizione -φ simbolizza la castrazione come mancanza di un significante che corrisponde al godimento e si riproduce ogni volta che la scena edipica si ripete nell’atto sessuale.
La castrazione designa nei significanti fondamentali dell’atto sessuale una parvenza di unità, di quell’unità che, ovunque invocata, ovunque si sottrae. Essa aleggia sulla coppia e, soggettivata, vi appare come marchio di una mancanza fondamentale.
Tutto ciò si riassume nella relazione espressa dal gruppo armonico, che si scrive:


Foto
Vale a dire che l’uomo si introduce nella funzione della coppia solo tramite un rapporto che non si inscrive in modo immediato nella congiunzione sessuale, e proprio per questo vi si trova rappresentato solo come esterno. Egli infatti si trova, dice Lacan, nella stessa posizione esterna dell’estrema ragione della castrazione.
Nelle relazioni del gruppo armonico finora descritte, il fallo, -φ, non ricopre la funzione di estrema ragione. Vi è però, negli Ecrits1, un passaggio dove Lacan definisce il fallo come significante che dà la ragione del desiderio come «media ed estrema ragione» della divisione armonica.

Il fallo
In che modo il fallo ricopre al tempo stesso la funzione di media ed estrema ragione?
Nelle relazioni descritte -φ è il quarto armonico rispetto ad A + a, l’ipotetica e illusoria completezza del rapporto madre-bambino. L’unione è segnata, sin dall’inizio, dallo scacco essendo a irrazionale. La relazione duale di fatto non può realizzarsi e chiama dunque in causa un terzo termine. Ragion per cui la relazione immaginaria non è duale ma triadica: il fallo è in gioco dall’esordio. Abbiamo così un ternario immaginario costituito da madre, bambino e fallo. Ciò sta a indicare che per quanto il bambino sia in posizione di oggetto del desiderio materno, non vi corrisponde completamente e nella relazione immaginaria la punta di insoddisfazione del desiderio materno lascia un varco, una incompletezza, segnata da -φ. La madre desidera sì il bambino, ma desidera ancora qualcos’altro la cui ragione è il fallo.
La relazione aurea (A + a) è dunque aperta, e se la madre persegue nevroticamente la realizzazione dell’unità Φ (che positivizza la mancanza -φ) come completezza, ne deriva per il bambino una relazione di dipendenza o di inclusione che può spingersi fino alla psicosi.
L’apertura della relazione aurea si evidenzia nella relazione armonica che la completa con la mancanza.

Foto
In altre parole, il tentativo della madre di rispondere all’invidia del pene dando alla luce un bambino sfocia ancora su una mancanza che chiama in causa il ruolo paterno come detentore del segreto fallico.
Foto
Il bambino viene al mondo per colmare una mancanza, ma dietro di lui si profila di nuovo una mancanza.
Ciò che si trasmette attraverso le generazioni e tramite il linguaggio, in ultima istanza non è altro che questa mancanza sul cui sfondo sta l’essere per la morte.
I tre elementi del gruppo armonico riproducono l’intreccio fantasmatico a cui il bambino è introdotto con l’accesso al linguaggio. Ciò può essere assunto dal soggetto solo attraverso la soggettivazione della castrazione, facendo propria la mancanza.
Il soggetto della castrazione e la seconda sezione aurea
Come rappresentiamo nelle relazioni descritte la soggettivazione della castrazione? Considerando la nuova sezione aurea del segmento complessivo AD dove -φ è la media ragione, e che si scrive:
Foto
Foto
Preso nel gruppo armonico -φ è esterno ad A + a, una mancanza impersonale che si staglia sullo sfondo. Preso nella nuova sezione aurea -φ si introduce nel cuore della dimensione soggettiva.
Nel passaggio dal gruppo armonico alla nuova sezione aurea -φ diventa media ragione.
Sulla base dell’idea di coppia (A + a) il soggetto introduce la mediazione esterna -φ costruendo una nuova proporzione che ricalca la precedente e che include la mancanza. La funzione che -φ assolve è dunque di definire il campo soggettivo nella relazione sessuale.

Nuova posizione del fallo
Attraverso una serie di passaggi matematici* possiamo inoltre ottenere una proporzione dove -φ è in posizione di estrema ragione.

Foto
Geometricamente tale proporzione ha senso solo se A > A + a, ovvero se a mette in risalto una mancanza in A.
Foto
Nella struttura soggettiva questo corrisponde al passaggio in cui la presenza dell’oggetto a rivela la castrazione dell’Altro (A barrato) e la verità strutturale della castrazione si manifesta soggettivamente nella certezza dell’angoscia.
Vediamo così che a si rivela essere incluso in A in modo molto particolare, perché non è un suo elemento e vi rivela la mancanza -φ. Il desiderio non è più rimandato metonimicamente ma si presenta; corrisponde quindi alla fase, che abbiamo già visto nei capitoli precedenti, dell’operazione di separazione.

Foto
Quel che era Φ nella relazione mitica (corrispondente ad A + a, dove il valore irrazionale di Φ è dato da a) viene ripreso dal soggetto nell’atto sessuale come -φ, in quanto la ripetizione tende all’incontro - sempre mancato - con il reale mitico messo in cifra da Φ.

L’unità impossibile
Le relazioni della prima sezione aurea determinano il valore irrazionale di a. Tutta la catena di relazioni che seguono è retta da a che ne costituisce la ragione. Si producono così una serie di rapporti incommensurabili dove manca sempre qualcosa per compiere l’unità. La ripetizione è mossa dal tentativo impossibile di recuperare l’unità.

Posizione soggettiva nella sublimazione
​Tale mancanza non è tuttavia una semplice insufficienza, e può essere valorizzata nella sublimazione in cui si tratta di costruire intorno al vuoto, riproducendolo. Ritroviamo qui l’ex nihilo da cui procede l’atto creativo.
Nel soddisfacimento dell’atto sessuale il soggetto, per così dire, non si accorge della mancanza: -φ è esterno come quarto armonico.
Nel soddisfacimento della sublimazione il soggetto si cimenta invece con la mancanza. Possiamo parlare di sublimazione nella misura in cui un oggetto prende il posto che -φ ha nell’atto sessuale. Nel qual caso si produce un soddisfacimento simile a quello dell’atto sessuale perché anche qui ciò che è interposto nella coppia come funzione fallica segna una distanza dalla pienezza mitica.
La differenza tra il soddisfacimento dell’atto sessuale e quello della sublimazione concerne la posizione del soggetto. Il solo modo per entrare nell’atto sessuale è infatti, in un certo senso, rinunciare a essere soggetto per farsi oggetto del desiderio dell’Altro. Perciò non si può dire «io godo» in quanto l’atto sessuale mira a un al di qua della soggettività dove l’io è abolito. Nella sublimazione invece, il soggetto non si abolisce, segna la propria posizione desiderante nell’opera che realizza.
L’elemento fallico di misura e di armonia presente nell’atto sessuale ordina tutte le altre forme di soddisfacimento pulsionale (orale, anale) che sono poste in una sorta di dipendenza simbolica da esso. Se dunque nell’atto sessuale non c’è realizzazione soggettiva, se, per così dire, non c’è soggetto del sesso, sono tuttavia custodite la misura e la proporzione che regolano la ripetizione attraverso cui il soggetto cerca il soddisfacimento.
La punta di perversione sempre presente nella sessualità normale è in un certo senso il rappresentante della sublimazione nel campo sessuale.
Vale a dire che perché la relazione sessuale sia vissuta soggettivamente occorre misurare l’incidenza del godimento mitico (A + a = Φ) nel campo soggettivo (-φ = S barrato) mettendo in rapporto il godimento con la castrazione.
​

Il godimento nel campo soggettivo
Nella costruzione geometrica ciò corrisponde al rovesciamento di AB in BD.
​
Foto
Diamo ora all’Altro il valore dell’unità, A = 1. Questo simbolizza il tratto unario da cui sorgono gli ideali che guidano la ripetizione.
La proporzione della sezione aurea di AB risulta:
Foto
Il campo soggettivo, quarto armonico della precedente relazione, prende il valore di 2 + a, dove -φ = 2 + a.
Consideriamo infatti la relazione del quarto armonico indicando -φ con l’incognita x finché non ne abbiamo ricavato il valore.
Foto
La proporzione risulta
Foto
da cui x (1 - a) = a (1 + a).
Poiché dalla sezione aurea abbiamo ricavato 1 - a = a2 otteniamo che: 
Foto
Dal passaggio ricavato dalla sezione aurea sappiamo che ​
Foto

quindi possiamo scrivere x = (1 + a)2 e, risolvendo l’equazione x = 2 + a abbiamo il valore di -φ.

Campo soggettivo e rapporto anarmonico

Il campo soggettivo posto in -φ è dunque così suddiviso.
Foto
Il rapporto così ottenuto è anarmonico (A'D non è il quarto armonico rispetto a BC'A'). Si tratta cioè del birapporto, a cui abbiamo già accennato come invariante della geometria proiettiva, che è libero per quanto riguarda la misura, ma vincolato rispetto alle proporzioni.
All’interno di tale relazione si mantiene tuttavia, limitatamente al segmento BA', la caratteristica sezione aurea, ossia un rapporto perfettamente determinato e unico, in termini numerici, la cui ragione è a.

La terza sezione aurea
A' determina inoltre in BD una nuova sezione aurea che ci permette di scrivere una relazione la cui estrema ragione A'D, corrisponde al tratto unario.
Poiché tale relazione vale per il campo soggettivo, essa consente di mettere in risalto la presa dell’Altro sul soggetto nel punto di incidenza del tratto unario.
Foto
I segmenti A'D e C'A pur avendo entrambi come misura l’unità, non sono equivalenti. Sono piuttosto due rappresentazioni eterogenee dell’Uno con cui a è messo a confronto. L’Uno e l’Altro formano un’opposizione binaria analoga a quella che nei capitoli precedenti abbiamo indicato con S1 S2’ , per indicare la funzione significante.

L’Uno, l’ideale, l’identità
Il tratto unario, essenziale per misurare a rispetto al sesso, è rappresentato nel luogo dell’Altro come raddoppiamento del campo dell’Uno. Abbiamo così la struttura della ripetizione originaria dove l’Uno primario può sorgere solo retroattivamente, nel secondo giro, e dove a è lo sbalzo che questo giro non riesce a riprendere.
Nella rappresentazione grafica, A'D, estrema ragione della nuova relazione, riproduce la giusta proporzione all’esterno dell’unione sessuale (che era siglata A + a e che è dunque riconoscibile in 1 + a). Essa è l’unità, su cui si forgia l’ideale come Uno dell’identità, modellandosi sull’Altro. Poiché ne ricostruisce la proporzione, è quest’Uno a sostenere il rapporto, a condizione che si mantenga a.
L’unità sessuale corrisponde alla misura di tale ideale e l’Uno centrale è il luogo della sessualità che il soggetto mette alla prova nell’atto occupando la posizione d’oggetto a.
Tuttavia 1 e a sono incommensurabili e ciò dimostra come l’unità sessuale non sia raggiungibile e come il soggetto, uomo o donna, sia sempre inadeguato al ruolo sessuale assegnatogli dall’ideale.
Nella nuova proporzione che, dopo aver dato all’Altro il valore 1, abbiamo scritto
Foto
a risulta uguale a:
Foto
Incommensurabilità
Il rapporto che intrattengono i due elementi del nucleo generatore è fissato esattamente e, come abbiamo detto, introduce una incommensurabilità.
Per due valori commensurabili esistono sempre dei multipli tali per cui attraverso la moltiplicazione possiamo raggiungere un valore identico per entrambi. Nel caso di elementi incommensurabili manca invece questo punto di coincidenza. Lo stesso vale per 1 e a, e sta a indicare la mancanza fallica che può assumere la forma di castrazione o di invidia del pene e che simbolizza una carenza strutturale dell’ideale.
Per verificare sul nostro segmento l’incommensurabilità tra 1 e a basta riportare a su 1. Si ottiene come resto (1 - a) che, abbiamo già visto, è uguale ad a2.
Foto
Si può ancora tentare di riempire lo spazio 1 con multipli di a, ribaltando, volta per volta, l’elemento più piccolo nel campo più grande e ottenendo una riduzione progressiva. Si produrrà tuttavia sempre un resto, e tale operazione può ripetersi all’infinito senza che il processo abbia mai termine.
La reiterazione dell’operazione dà luogo a una serie di multipli di a, ripartiti in modo che tutte le potenze pari sono da un lato, tutte le dispari dall’altro. Il punto limite che separa le potenze pari da quelle dispari è dato da a2 che è anche il punto dove esse tenderebbero a incontrarsi per reintegrare a nell’universo di discorso.
Al termine dell’operazione la differenza a2, risultante dalla sottrazione di a a 1, (1 - a = a2) si somma ad a realizzando 1, ovvero: a + a2 = 1.
La somma di tutte le potenze pari (a2 + a4 + a6 + . . .) al limite, è infatti uguale ad a e quella delle potenze dispari (a3 + a5 + a7 + . . . ) è uguale ad a2.
Teniamo presente che 0 < a < 1, e che quindi, elevato a potenza, il valore di a si riduce.
La serie dei multipli di a è:
Foto
Al limite essa tende ad a + a2 = 1
Ciò ha senso se pensiamo che la riuscita del godimento nell’atto sessuale non dipende tanto dalla relazione con il partner, quanto dalla relazione con l’idea di unità della coppia rappresentata dall’Uno.

Godere e calcolare
Abbiamo visto come la differenza tra il soddisfacimento sessuale diretto e quello sublimato consista nel fatto che nel primo caso il soggetto non si accorge della mancanza. In effetti nell’atto sessuale il soggetto aderisce al proprio ruolo ideale, e poiché a letto non ha bisogno né di essere, né di pensare, né di fare conti, si produce un errore di calcolo, che rende opaco il resto.
L’illusione che non ci sia resto, o che ci sia un resto che può svanire, per quanto ingannevole, non è meno soddisfacente. Non essendoci realizzazione soggettiva nell’atto sessuale è come se nel rovesciamento di a in 1 i conti tornassero, come se si ottenesse
a + a2 = 1. Ciò dipende dal fatto che il significante fallico è l’unico a disposizione sia per l’uomo, sia per la donna; manca, in senso stretto, il significante dell’identità sessuale, e quindi non c’è soggetto del sesso.
Per questo il soggetto, nell’atto sessuale, può prender posto solo come oggetto del desiderio dell’Altro.

La sublimazione lavora la mancanza
Anche la sublimazione, pur contemplando la realizzazione soggettiva, si attua sulla via segnata dalla pulsione sessuale, e viene illustrata dalla serie di ribaltamenti di a e dei suoi multipli nel campo dell’Uno centrale.
Qui si produce una riduzione progressiva della mancanza che ha il proprio culmine con l’atto creativo nel punto in cui il taglio, tra potenze pari e dispari, arresta la ripetizione. In questo punto il taglio equivale alla mancanza di partenza: a2.
Solo rielaborando continuamente la mancanza e tornando all’infinito su essa si può raggiungere al limite ciò che dà all’intera opera la propria misura basata su a.
La sublimazione non consiste così né in una operazione di riparazione, né nel restaurare un’integrità. Il problema non è colmare la mancanza, ma piuttosto prenderne atto fondando la creazione sul vuoto, sull’ex nihilo.
​
1 J. Lacan, «La direction de la cure et les principes de son pouvoir», in Ecrits, p. 639, Seuil, Parigi 1966.
0 Comments



Leave a Reply.

    Marco Focchi riceve in
    viale Gran Sasso 28
    20131 Milano.
    Tel. 022665651.
    Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo
    [email protected]

    Archivi

    Luglio 2025
    Giugno 2025
    Maggio 2025
    Aprile 2025
    Marzo 2025
    Febbraio 2025
    Gennaio 2025
    Dicembre 2024
    Novembre 2024
    Ottobre 2024
    Settembre 2024
    Luglio 2024
    Giugno 2024
    Aprile 2024
    Gennaio 2024
    Dicembre 2023
    Novembre 2023
    Ottobre 2023
    Giugno 2023
    Maggio 2023
    Aprile 2023
    Febbraio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Settembre 2022
    Giugno 2022
    Maggio 2022
    Aprile 2022
    Marzo 2022
    Febbraio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Luglio 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Febbraio 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Settembre 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Luglio 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Settembre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Giugno 2014
    Maggio 2014
    Aprile 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014
    Gennaio 2014
    Dicembre 2013

    Categorie

    Tutti
    Concetti
    Documenti
    Questioni Cliniche
    Temi

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.
  • HOME
    • PROFILO
    • VIDEO E AUDIO
    • LINKS
    • Informativa Privacy
  • BLOG
    • IL BUON USO DELL'INCONSCIO
    • PROBLEMI DI COPPIA
    • DI COSA SI PARLA
    • PROSSIMAMENTE
  • TERAPIA
    • PROBLEMATICHE TRATTATE >
      • ANSIA
      • ATTACCHI DI PANICO
      • DEPRESSIONE
      • DISTURBI ALIMENTARI
      • DISTURBI DELL'AREA SESSUALE
      • DISTURBI PSICOSOMATICI
      • PROBLEMI DI APPRENDIMENTO
      • TERAPIA DI COPPIA
    • CONSULENZE
    • COLLOQUI DI SOSTEGNO
    • PERCORSI PSICOTERAPEUTICI
  • SERVIZI ONLINE
    • COLLOQUI ONLINE
    • DOMANDE E RISPOSTE
    • SPAZIO GENITORI
  • LIBRI
  • CONTATTI
  • Acquista libro - L'inconscio algoritmico e l'amore