Ricevo e pubblico volentieri, insieme alle mie risposte, queste domande del filosofo Riccardo Fanciullacci. Il dibattito prende spunto dal testo, presente in questo blog, "Le nuove famiglie e il padre postmoderno". Domande Questo articolo è molto interessante; tra le altre ragioni anche per la segnalazione del libro di Zweig. Data la centralità del Nome del padre nel discorso di Lacan, però, vorrei porre alcune domande per capire quanto profondo è il "passaggio" che qui viene richiamato, quello all'ultimo Lacan, per intenderci.
0 Comments
Conferenza tenuta a Barcellona il 17 novembre 2012 presso la Escuela Lacaniana de Psicoanalisis di Marco Focchi Il testo Posizione dell’inconscio riassume gli interventi fatti da Lacan durante il Convegno di Bonneval organizzato da Henry Ey nel 1960. Siamo nella fase matura dello strutturalismo francese, Henry Ey è uno psichiatra cattolico, uomo di grande energia, infaticabile organizzatore di incontri su temi la psicoterapia e le sue connessioni interdisciplinari. Tra questi il Convegno di Bonneval segna una data storica, e non solo per la partecipazione di Lacan. All’incontro sono presenti infatti psicoanalisti, psichiatri, filosofi tra i quali spiccano alcuni dei più bei nomi della cultura francese dell’epoca: Jean Hyppolite, Maurice Merleau-Ponty, Eugene Minkowski, Henri Lefebvre, Paul Ricoeur. Tra gli psicoanalisti, oltre a Lacan, ci sono André Green, Conrad Stein e alcuni allievi di Lacan, come Jean Laplanche, Serge Leclaire, François Perrier. di Marco Focchi L’antica saga del Re pescatore mette in relazione la ferita del Maimed King, il Re menomato, con la Waste land, la terra desolata. L’immagine della Waste land riappare poi nei nostri giorni come titolo del capolavoro poetico di Eliot, che costituisce un’icona della modernità e della sua decadenza. La ferita del Re è il motivo per cui i cavalieri partono alla ricerca del Graal, coppa dell’abbondanza in grado di restituire salute al Re e di conseguenza ricchezza alle terre che da lui dipendono. Oggi che la figura un tempo prestigiosa del padre è menomata – come lo è ogni forma di autorità da che si è sciolto il suo nodo con la tradizione e con la religione – i discorsi sono spinti a riconfigurarsi intorno a nuove modalità di legame che ancora non sono chiaramente definite, e che inducono un senso di precarietà sociale e soggettiva. La precarietà è un tema che la psicoanalisi interroga. Lo fa senza andare alla ricerca di un Graal che ridoni salute a forme d’autorità che la nostra epoca ha reso obsolete. Ed è importante e necessario riuscire a farlo senza percorrere vie regressive. Vorremmo forse, di fronte alla paccottiglia d’oggetti di cui il mercato ci satura, proporre la restaurazione degli ideali cari all’epoca disciplinare? O vorremmo, di fronte alle esplosioni di violenza generate da una legge cui non si riesce a rendere promulgativa, rinforzare norme che nessuno avrebbe la forza di applicare? O riaffermare la solidità del trono e dell’altare di fronte ai sintomi di precarietà? O contrastare la standardizzazione delle procedure valorizzando un intuito che affida il governo al grand’uomo della Provvidenza? Relazione d'apertura del Convegno Dalla parte dell'inconscio, tenutosi a Torino il 5 e 6 giugno 2010 di Marco Focchi Vorrei cominciare considerando la posta in gioco politica di questo Convegno, che nel titolo chiede esplicitamente una presa di partito per l’inconscio, invita a schierarsi, sollecita ciascuno di noi a pronunciarsi per dire se è dalla parte dell’inconscio oppure no. Potrebbe sembrare una domanda retorica, con una risposta scontata. Se siamo qui come psicoanalisti, in fondo, è proprio perché riteniamo che l’esperienza dell’inconscio non si possa accantonare, è perché consideriamo che tutti coloro che esercitano la psicoanalisi hanno fatto questa esperienza e si adoperano a renderla possibile per i loro pazienti. Il problema è però: si tratta di un’esperienza che abbiamo fatto, e che è conclusa, o si tratta di qualcosa che ancora ci traversa, che continua a interrogarci, che rimane aperta? |
Marco Focchi riceve in
viale Gran Sasso 28 20131 Milano. Tel. 022665651. Possibilità di colloqui in inglese, francese, spagnolo Archivi
Gennaio 2024
Categorie |