Gentile Dottor Focchi,
Mi chiamo Giulia e ho 28 anni. Recentemente ho iniziato a riflettere su un aspetto della mia personalità che mi sta creando non poche difficoltà: la mia tendenza a essere una perfezionista in ogni ambito della vita. Fin da piccola, ho sempre cercato di eccellere in tutto ciò che facevo, dagli studi al lavoro, passando per le relazioni personali. Inizialmente, pensavo che questa caratteristica fosse un pregio, ma ora mi rendo conto che sta diventando una gabbia che mi impedisce di vivere serenamente. Mi ritrovo costantemente insoddisfatta dei risultati che ottengo, anche quando oggettivamente sono buoni. Passo ore a ricontrollare il mio lavoro, temendo di aver commesso errori. Lo sto facendo anche nello scrivere questo testo. Nelle relazioni, tendo a essere ipercritica sia con me stessa che con gli altri, rovinando spesso momenti che dovrebbero essere piacevoli. Questo atteggiamento sta influenzando negativamente la mia vita professionale e personale. Mi sento sempre sotto pressione e fatico a godermi i momenti di relax. Ho notato che sto sviluppando sintomi di ansia e, a volte, di depressione. Come posso imparare ad allentare questa morsa del perfezionismo? Esistono tecniche o approcci che possono aiutarmi a essere più indulgente con me stessa senza perdere la motivazione a fare bene? Come posso trovare un equilibrio tra il desiderio di eccellere e la necessità di vivere una vita più serena e appagante? La ringrazio in anticipo per il suo aiuto, Giulia >Gentile Giulia, Lei ha ben individuato il fatto che il perfezionismo anziché una risorsa è piuttosto un problema. Mi chiede però delle tecniche per superarlo, e devo confessarle che la richiesta di tecniche in campo psicologico è sempre piuttosto imbarazzante. Le tecniche sono infatti una modalità di controllo, e le manifestazioni della psiche sono quanto di meno controllabile vi sia, e per fortuna, giacché sono espressione dei desideri più profondi, che sono da liberare più che da governare. Ma la volontà cosciente, per mille ragioni, si oppone proprio a questo. I conflitti psichici all’’origine dei sintomi nascono precisamente da questo contrasto. Inutile dunque cercare di forzare la volontà. Meglio affidarsi a un buon psicoterapeuta in grado di aiutarla a traversare il labirinto dei suoi conflitti facendole trovare il filo dei suoi desideri inconsci, senza reprimerli né comprimerli. Un cordiale saluto. Marco Focchi
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Aprile 2025
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